di Paolo Butturini*
C’è chi, come Gianfranco Miccichè, minaccia i cronisti (il collega Francesco Viviano de La Repubblica). C’è chi, come Augusto Minzolini, rimuove un caporedattore centrale (Massimo De Strobel) e tre conduttori del Tg1 (Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e Tiziana Ferrario) per “militarizzare” la testata. C’è chi licenzia un giornalista in spregio alla legge e agli accordi sindacali, è successo a Il Giorno. Ci sono decine di giornalisti minacciati ogni giorno dalla criminalità. Si penalizzano economicamente i collaboratori rendendoli ancor più precari e ricattabili di quanto siano. C’è, infine, chi si prepara a fare le cose in grande stile, ovvero il ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano, che accelera sul “Ddl intercettazioni” per mettere il definitivo bavaglio alla libertà di informazione.
L’elenco è parziale, ma sufficiente a dimostrare che in Italia è in atto un attacco senza precedenti al diritto dei cittadini a essere correttamente informati. Non è cosa alla quale si possa rispondere con un comunicato. Non è argomento che dipenda da questa o quella maggioranza politica. Ci vuole un altro “3 ottobre”, occorre unire le forze politiche e sociali, i cittadini, le associazioni, di qualsiasi schieramento, che abbiano a cuore la democrazia. E’ il momento di un’assunzione di responsabilità di tutti gli organismi della categoria che devono parlare ai cittadini, loro unico editore di riferimento.
In tutto questo è incomprensibile l’atteggiamento del vertice nazionale dell’Ordine dei Giornalisti che, forse distratto dalle imminenti elezioni e dai giochini di potere di questo o quel capo corrente, non si accorge di ciò che sta accadendo. Il rischio è che chiunque sia eletto governi una professione privata del suo fondamento vitale: la libertà.
La sola Fnsi e alcune Associazioni regionali, sembrano aver compreso l’importanza della posta in gioco. Per questo, come segretario dell’Associazione Stampa Romana, chiedo al presidente Roberto Natale di convocare un Consiglio nazionale straordinario, al segretario generale Franco Siddi di organizzare una sessione straordinaria della Consulta Nazionale dei Cdr e dei Fiduciari che abbiano al centro il tema della difesa della libertà di informazione e le iniziative che i giornalisti italiani vogliono intraprendere. Chiedo al segretario generale di investire della questione, come già ha fatto in passato, anche gli organismi europei dei giornalisti. Occorre organizzare una resistenza democratica, pacifica ma ferma, mettere in conto una disobbedienza civile, in nome dei valori dell’articolo 21 della Costituzione.