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No all'abrogazione delle tariffe agevolate
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di "Confronti", Articolo 21, "Riforma", Cric

No all'abrogazione delle tariffe agevolate Appello
- Al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
- Al presidente del Senato Renato Schifani
- Al presidente della Camera Gianfranco Fini

Dal primo aprile tutte le tariffe agevolate a favore dell’editoria sono state abrogate, con particolare riferimento alla spedizione degli abbonamenti. Il decreto interministeriale del 31 marzo ha  soppresso una norma fondamentale per la sopravvivenza di giornali, riviste e case editrici. Un nuovo colpo all’editoria, dopo l’eliminazione del diritto soggettivo per i contributi (comma 62 dell’art.2 - ex 53 bis), per un settore che attraversa una difficile congiuntura a tutti ben nota, governo compreso. Si tratta, quest’ultimo, di un provvedimento pericoloso e inaccettabile, sbagliato sia nel metodo che nel merito che intendiamo contrastare, convinti di vivere ancora in uno Stato di diritto. La decisione del governo di cancellare con un decreto le tariffe agevolate per la spedizione di giornali in abbonamento postale apre una ulteriore spaventosa voragine nel settore dell’editoria che provocherà la cancellazione di centinaia di testate e alcune migliaia di posti di lavoro tra giornalisti, amministrativi e tecnici. Il decreto interministeriale, attuato da Tremonti e Scajola, farà risparmiare allo Stato italiano 200 milioni di euro all’anno. Un bel risparmio, per il Governo, un esborso gravoso e letale per i piccoli e medi editori. Attualmente Poste Italiane lavora in regime di monopolio e la liberalizzazione non partirà prima del 2011, quindi fino a quel momento non ci sarà un regime concorrenziale in grado di agevolare il settore editoriale. Attualmente la quota messa a disposizione dal governo per tre mesi, 50 milioni di euro per coprire la differenza che c’è tra la tariffa agevolata (13 centesimi, per ogni singola copia spedita in abbonamento da un giornale) e la tariffa normale (28,30 centesimi a copia riconosciuta a Poste italiane), è già esaurita. Da subito, dunque, gli editori dovranno trovare i 15,3 centesimi di differenza, calcolati su ogni spedizione, se vorranno continuare a far arrivare il proprio giornale ai lettori abbonati.
La decisione del governo inoltre è arrivata senza che gli editori fossero informati e senza aver avuto il tempo di poter capire come organizzarsi diversamente, cosa pressoché impossibile se non a scapito di un aggravio di costi. Un danno anche per chi lavora nel mondo dell'editoria libraria. Le ricadute saranno pesanti non solo in termini economici per la vita delle case editrici, ma anche per la cultura e l’informazione del paese: il canale postale è infatti uno strumento fondamentale di diffusione di libri, soprattutto in quelle zone d’Italia non servite da librerie. Riteniamo questo provvedimento inaccettabile nel metodo, non è possibile cambiare dall’oggi al domani le regole in corso, e per di più senza alcun preavviso e confronto, senza tener conto che dei rapporti contrattuali esistenti –  che coinvolgono editori, operatori ed  abbonati – sui quali si agisce retroattivamente. Sbagliato nel merito perché si doveva dare  attuazione alle norme vigenti che stabiliscono la compensazione per  Poste Spa fino alla tariffa praticata ai loro migliori clienti. Ciò avrebbe consentito di ottenere i risparmi necessari per ridurre il fabbisogno e di evitare un altro durissimo colpo all’editoria. Occorre mettere riparo rapidamente a tale improvvida decisione, perché gli aggravi economici che produce ricadono immediatamente sugli editori, gran parte dei quali, piccoli e medi, non sono in grado di sostenerli, né esistono le condizioni di mercato per trattare direttamente con Poste il costo delle spedizioni, con il rischio reale di dover cessare le pubblicazioni. Per questo motivo chiediamo l’intervento urgente delle tre più importanti cariche istituzionali per far sì che si possano ripristinare, quanto prima, sia l’agevolazione postale che il diritto soggettivo. «Salvare il pluralismo dell’informazione evitando allarmismi», così esortava il presidente Napolitano al Quirinale nell’ottobre 2008. Oggi siamo passati dagli allarmi ai fatti.

per adesioni: direttoreconfronti@yahoo.it ; www.articolo21.org 
 
Primi firmatari
 
Gian Mario Gillio (direttore di Confronti); Stefano Corradino (direttore di Articolo21); Luca Maria Negro (direttore di Riforma); Rosario Garra (segretario del Cric – Coordinamento riviste italiane di cultura); Giovanni Nani (direttore editoriale di 'Terra'); Valdo Spini (direttore di Quaderni del Circolo Rosselli); Luca Burei; Giuseppe Giulietti (portavoce di Articolo21); Federico Orlando (presidente di Articolo 21);  Tommaso Fulfaro (segretario di Articolo 21); Vincenzo Vita (senatore Pd); Nicola Tranfaglia (senatore Idv); Franco Cardini; Flavio Lotti;  Cecilia Brighi; Domenico Pantaleo (segretario generale Flc-Cgil scuola);
Loretta Veri; Giorgio Saglietti; Umberto Brancia; Marialina Marcucci; Michele Fiorillo; Maria Immacolata Macioti; Piero Di Siena; Umberto Brancia; Pasquale Colella; Giuseppe Piccinno; Tiziana Bartolini...

Caro Direttore,

a nome delle riviste edite dalla nostra casa editrice:
- Epistemologia - Rivista italiana di filosofia della scienza
- Giornale di Metafisica
- Nuova Corrente
- Rivista di Biologia / Biology Forum
- Textus - English Studies in Italy
sottoscrivo senza riserve l'appello rivolto al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato e al Presidente della Camera contro i tagli all'editoria.
Cordiali saluti
Lucio Bozzi
Amministratore
della Casa editrice
Tilgher-Genova s.a.s.


 

Il decreto interministeriale del 31 marzo che ha  soppresso una norma fondamentale per la sopravvivenza di riviste e case editrici, è per noi inaccettabile, questo nuovo colpo all’editoria, che già attraversa un momento di difficile sopravvivenza, è gravoso e può rivelarsi letale per le nostre riviste e la distribuzione dei volumi del nostro catalogo in modo particolare nel sud d’Italia dove, come sappiamo le librerie scarseggiano.

Chiediamo quindi di ripristinare al più presto le tariffe agevolate per l’editoria.

Bulzoni Editore

Anna Bulzoni

 

Gentilissimo Giani Mario,
vorrei aderire all'appello contro i tagli all'editoria,
cordiali saluti,
Massimiliano Franci

Come Amministratore delle Edizioni di Storia e Letteratura, rivolgo un appello perché il Governo ripensi ad un decreto che punisce in modo severissimo la piccola editoria. Questa infatti, avendo ovvii problemi a raggiungere la rete distributiva delle librerie, fa conto sulla possibilità di poter vendere i propri prodotti direttamente ai propri clienti; una possibilità resa vane dalle nuove tariffe postali. I danni all'editoria specialistica e a vari titolo collegata alla ricerca e alla cultura sarebbero incalcolabili.
Distinti saluti.
Lodovico Steidl


Ok dott luciano lucarini presidente PAGINE srl

Ulteriormente ... i prezzi di abbonamento vengono stabiliti a priori e comprendono anche le tariffe postali: non è pensabile di modificarle in corso d'opera con l'impossibilità di richiedere conguagli agli abbonati.

 

Alessandro Olschki


Gentile Direttore,
desidero aderire all'appello fatto ai Presidenti: Napolitano, Schifani, Fini, contro i tagli all'editoria
Giuseppe Piccinno
Direttore di «Temi di Predicazione - Omelie»
Cordiali saluti

Giorgio Devoto Edizioni San Marco dei Giustiniani

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