di OSSERVATORIO TG ARTICOLO 21
I TITOLI DEI TG DEL 6 APRILE - C’è l’Aquila nei titoli dei tg. L’Aquila ferita, L’Aquila della memoria e quella della ricostruzione. Tanto spazio e tg che proclamano il successo dell’operato del Governo. Per il Tg 4 non possono esistere stonature e, nei commenti, Fede arriva a definire “frattaglie polemiche di cui vergognarsi” le proteste dei cittadini, facendo da amplificatore a quanto già sostenuto dai quotidiani Libero e Il Giornale che avevano definito i contestatori – cittadini e politici – sciacalli. E affitta un attore che recita lunghi passi del discorso del Premier agli aquilani.
I Tg, tutti, tengono la notizia alta. Il Tg5 ci apre, il Tg3, nei titoli, parla di fiaccole, lacrime e proteste; Studio Aperto di fiaccole, rintocchi e palloncini, il Tg1 di candele e palloncini e degli 8 anni per la ricostruzione ipotizzati da Bertolaso. Nel commento di oggi ascolteremo la voce critica ed autorevole del Magnifico Rettore dell’università Aquilana.
In primo piano su Tg4 l’incontro tra Lega e Berlusconi che apre la fase politica delle riforme. Appuntamento ad Arcore. E’ questo anche uno dei titoli del Tg2 e notizia d’apertura per il Tg1. Che però svela, insieme al Tg5 e al Tg2, un drammatico video che tre anni fa è costato la vita ad alcuni reporter scambiati per terroristi, macchine fotografiche prese per kalashnicov.
Le dichiarazioni di Martelli al Processo Mori di Palermo lasciano perplessi i tg. Il Tg3 titola parlando di trattative tra Ros e Ciancimino, quindi tra Stato e Mafia. Il Tg1 lancia il servizio dicendo però “nessuna trattativa tra Stato e Mafia”.
Le vicende dei preti pedofili campeggiano nei diversi Tg. Tg5 e Tg3 riportano le dichiarazioni del Cardinal sodano a difesa della Chiesa. Sulla vicenda apre il Tg2 mentre Tgla7 dedica un ampio servizio
Spazio nei titoli anche alla vittima sul lavoro della centrale Enel di Civitavecchia. Riportano la vicenda Tg5, Tgla7 e Tg3.
Il Tg de La7, che da qualche tempo ha deciso di non dare i titoli per un giornale “tutto da scoprire nelle pagine interne” dedica la copertina al dissenso a Cuba, un sondaggio su Bossi sindaco di Milano. Ampio spazio alla tragedia di Civitavecchia e a L’Aquila: contestazioni al premier comprese.
Per Studio Aperto ci sono gli UFO nel Galles che uccidono le pecore. Nel Messico le pecore le uccide il Chupa Cabras. E nel frattempo il sesso tra Sandra Bullock e l’ex marito arriva su Youtube. Ci racconta anche questa fondamentale notizia il Tg di Italia Uno insieme al Tg1. Il Tg4 si aggiunge a Studio aperto per occuparsi anche delle “segrete stanze “ della prima coppia di Francia”: Sarkò, stanco del gossip, incarica i servizi segreti di comprendere se c’è un complotto internazionale a suo discapito. La pantera rosa è avvisata!
Una cura per la crisi mentre salgono i prezzi dei carburanti (titolo di apertura del Tg3)? La propone il Tg1: Aperitivo in panetteria: la nuova moda milanese.
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Il Commento: Federico Di Orio, Rettore dell’Università de L’Aquila
(intervista di Alberto Baldazzi)
Rettore, qualche quotidiano oggi intitola “Sciacalli”, riferendosi a quelli che, a un anno dai drammatici fatti dell’Aquila, portano avanti critiche o giudizi non esaltanti su quello che è accaduto negli ultimi 365 giorni. Lei è fra questi; ha avanzato diverse critiche. Si sente uno sciacallo?
Beh, a questo punto, secondo queste classificazioni, non posso sottrarmi alla mia categorizzazione in quanto sciacallo. No, io credo che invece ci sia un errore di prospettive in tutto questo. Io e molti altri, in questa nostra città, stiamo soltanto verificando i limiti di una propaganda che, in qualche modo, ha dato un’immagine della nostra tragedia completamente distorta da quella che è la realtà, purtroppo, che è quella che tutti i giorni affrontiamo in questa città. Quindi credo che in fondo lo sciacallo rientri in una proposta di categoria che riguarda l’aspetto della politica da politicanti. Noi cerchiamo, invece, di fare un ragionamento legato alla verità e la verità ci porta a dire che il cosiddetto miracolo, di cui si è parlato in questa città, in realtà non esiste.
Rettore, i mezzi di comunicazione: telegiornali, radio, televisioni anche internazionali, quotidiani non si può dire che non abbiano seguito L’Aquila e il suo dramma, tanto più nei primi tempi, nella scorsa primavera. Come giudica lei complessivamente questo fenomeno, come dire, di attenzione. Con quali limiti e quali punti di forza?
Fare un discorso generale è un po’ difficile. Io ho notano che c’è stato un aspetto agiografico piuttosto significativo, che appunto sfiorava per molti versi la propaganda. Io, devo dire, ho trovato incredibili alcune immagini che si sono fatte della nostra città che sfioravano la propaganda dei film Luce che si sono fatti durante il fascismo. Penso agli interventi del Presidente del Consiglio nelle scuole aquilane, in cui pretendeva che gli scolari rispondessero sì alle domande, cosa che poi ha fatto il Sottosegretario Bertolaso. Quindi rimango un po’ perplesso rispetto a queste forme di comunicazione, poiché le pensavo ormai limitate a un ventennio della nostra vita italiana e che appartenessero ai film Luce, non certo all’attuale comunicazione.
I telegiornali come li ha visti in questi mesi?
I telegiornali ho visto che hanno insistito molto per quello che riguarda alcune figure. Io devo dire che sono stato sempre fra coloro che hanno espresso una posizione critica, anche se sono stato spesso isolato, sia da forze del centrosinistra, sia dal centrodestra, che invece andavano inseguendo questo miracolo. Io, ripeto, fin da subito ho espresso una posizione critica. Abbiamo creato dei personaggi, dei salvatori della Patria, attraverso questi telegiornali che francamente, a mio avviso, hanno compiuto un’azione impropria. Io ricordo una trasmissione, fra l’altro, che mi ha colpito più di tutte. La trasmissione mi pare si chiamasse “ Terra!” ,di Canale 5, nella quale il giornalista che la conduceva, di cui ora non ricordo il nome, interrogava i miei concittadini aquilani riguardo alla situazione che si andava determinando, donando una visione delle Istituzioni, lo voglio dire, del tutto impropria. Le Istituzioni devono fare le Istituzioni, debbono dare risposte alle esigenze della gente, quindi devono preoccuparsi di quelli che sono i disagi che vengono fuori in una tragedia come la nostra. Invece ho notato un’insistenza, come se le Istituzioni fossero i principi, dai quali dovessero essere erogati questi servizi ai cittadini come se fossero delle grazie, ai cittadini che , a quel punto, non sono più cittadini ma diventano sudditi. Ecco, questa cosa, francamente, non l’ho trovata di buon gusto.
Altri mezzi, come Rainews24 che stanotte ha fatto una diretta continua, si sono comportati con maggiore attenzione.
Io non voglio fare pagelle, perché non mi occupo di comunicazione, mi occupo di virus e batteri, per cui lo faccio soltanto come una persona che guarda le trasmissioni. Devo dire che ci sono altre trasmissioni, come quella che lei ha citato, ma anche altre informazioni che provenivano dai canali di Sky che sembravano molto più aderenti alla realtà. Io credo che ci sia da fare un po’ la tara rispetto ad alcune affermazioni che sono state fatte in passato. Ricorderà che fin dal mese di Settembre e Ottobre sembrava si fosse tutto risolto in questa città. Io ho avuto dei colleghi che mi hanno cominciato a negare gli aiuti perché sembrava si fosse risolta la situazione. Purtroppo non era così.
Ecco Rettore, ci racconti come sta l’Università dell’Aquila.
L’Università è ripartita per quanto riguarda didattica e ricerca. Io ho sentito che qualcuno, nelle trasmissioni di ieri sera, si è attribuito il merito dei miei 21.600 iscritti. Devo dire che da parte di quelle Istituzioni non ho avuto pressoché nulla. Abbiamo realizzato la nostra università, con didattica e ricerca per conto nostro. Abbiamo avuto un buon accordo di programma, questo va detto per onestà intellettuale, con il Ministero dell’Università e della Ricerca, ma a livello locale non abbiamo avuto pressoché nulla. Ricordo anche che ancora adesso abbiamo tantissimi problemi: 21.600 studenti significano che abbiamo circa 8.000 studenti pendolari, che non hanno casa e che viaggiano quattro ore al giorno e da parte delle Istituzioni locali , penso a Protezione Civile, Regione, Azienda del Diritto allo Studio, io non ho avuto un posto letto per questi miei studenti che hanno vissuto qui fino a poco tempo fa, alcuni ancora adesso, anche se in una quota molto ristretta, in tende o ce viaggiano per quattro ore al giorno, e sono ben 8.000. Deve pensare che nel centro storico c’erano 8.500 studenti, e dato che il centro storico non esiste più ora sono tutti studenti che viaggiano. Quindi credo che il cosiddetto miracolo debba essere ridimensionato alla luce delle cose che sto dicendo.