di Santo Della Volpe
“Dopo tante edizioni della Marcia Perugia-Assisi dedicata alla Pace per risolvere i tanti conflitti aperti nel mondo, quest’anno vogliamo di più: guardare ancora al mondo ma guardare anche come costruire la Pace in casa nostra,nel nostro Paese”,dice Flavio Lotti. E lancia subito lo sguardo di questa Marcia per la Pace di domenica 16 Maggio, nella prospettiva politica di denunciare i nostri problemi, quelli che tengono a freno la voglia di riscatto sociale e di rilancio culturale,oltre che economico,dell’Italia e dell’Europa.
Egoismo,Paura, Violenza, Mafie, Censura, Razzismo, Guerre: queste le parole-problemi che ci investono quotidianamente e di fronte alle quali la Tavola della Pace, forte delle quasi 5000 tra Associazioni, movimenti, Partiti ed Enti Locali aderenti, contrappone soluzioni che sono programmi concreti di impegno ed azione. Abbiamo bisogno di un’altra Cultura, si legge sui manifesti e cartoline, sulle magliette e sulle bandiere della Perugia-Assisi: la Responsabilità di fronte all’egoismo, la Giustizia di fronte alle mafie,la NonViolenza di fronte alla violenza,la Speranza di fronte alla paura, la Libertà di fronte alla censura,i Diritti Umani di fronte al Razzismo. Non solo parole, ma azioni,però; e non a caso lo slogan di quest’anno è una frase della First Lady statunitense, Eleanor Roosevelt:”Non basta parlare di pace,uno ci deve credere e non basta crederci,uno ci deve lavorare”. Un lavoro quotidiano, come sottolineava nel suo messaggio Don Luigi Ciotti,presidente di Libera, ma che oggi ha bisogno di un momento comune di presenza, di unità delle forze sociali, culturali, politiche che in queste battaglie si riconoscono e che vedono in quella bandiera Arcobaleno con la scritta Pace un simbolo di un modo di vivere e di essere solidali, di aperture sociali e mentali, di informazione pulita e di scuola che allarghi le menti contro le dottrine precostituite. La Perugia Assisi quindi non è una passeggiata di 14 kilometri tra i monti e le terre di San Francesco, magari colorata o liberatoria: è una tappa di arrivo e partenza, preceduta da due giorni di incontri che vede ritrovarsi non solo genti e popoli diverse, ma rimettere al centro della vita di ciascuno i valori scolpiti nella nostra Costituzione come nella Dichiarazione Universale dei diritti Umani. Quei “valori condivisi che soli possono aiutarci a superare positivamente questa profonda crisi e accrescere la qualità civile della nostra società”.Un progetto di società può vivere ed affermarsi, però, solo se si incontra periodicamente per riannodare i fili di una ragnatela comune, di solidarietà comuni, di consapevolezza e senso del limite entro il quale si muove per potersi affermare senza la dispersione delle energie e delle idee. Per questo la Perugia Assisi di quest’anno diventa automaticamente anche un messaggio politico: “noi ci siamo e vogliamo ribaltare questa crisi” sembra dire oggi il Popolo della Pace. E che questo popolo esiste e sia vitale, lo hanno dimostrato due forti iniziative che hanno aperto il percorso di incontro verso Perugia:innanzitutto l’incontro,decisamente nuovo e importante, con il Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Vincenzo Camporini.
Per la prima volta ,in un terreno altamente simbolico come la ‘Bottega della legalità’ di Libera intitolata a quel Pio La Torre che si era battuto contro i missili USA a Comiso, il popolo pacifista ha incontrato l’Esercito, il suo comando, impegnato in missioni di Pace ( Libano, Kossovo, Bosnia) e di Guerra (Afganistan), per uno scambio di visioni del mondo che forse non porterà i militari a marciare in futuro con le bandiere arcobaleno (sarebbe una ipocrisia, oggi come oggi): ma ad un confronto sulle spese militari certamente sì, anche se su posizioni diverse. E soprattutto ha riaffermato il ruolo importante per tutti (militari e mondo pacifista) della politica e dei governi, dell’Europa e dell’Italia in particolare, nella gestione delle crisi internazionali, perché ” non si può usare l’esercito come un modo per dividere popoli belligeranti e contendenti, lasciandolo poi lì in mezzo all’infinito, senza creare una via d’uscita politica e solidale,che sostituisca le armi con la convivenza” è stato detto in modo condiviso nell’incontro che ha aperto una strada per il futuro.
E la seconda novità di questo appuntamento della Perugia-Assisi, è legato al ruolo determinante dell’informazione, nella quale sia la Federazione Nazionale della Stampa che Articolo21 sono impegnati attualmente nella difficile battaglia per la libertà d’informazione contro il progetto di legge sulle intercettazioni voluto da questo Governo. Si chiama infatti “T’illumino di +” ed è una settimana di mobilitazione organizzata da Tavola della Pace,Liberainformazione,Articolo21 ed il coordinamento nazionale degli Enti Locali per la Pace ed i Diritti Umani insieme alla FNSI ,per dare voce agli invisibili,per una informazione e comunicazione di Pace, contro le censure, per la libertà ed il diritto all’informazione. Un invito a tutti i giornalisti e mezzi di informazione pubblici, privati ed indipendenti per dare attenzione a chi ne riceve sempre poca da giornali, televisioni e radio. Con la speranza che i temi sollevati dalla Perugia-Assisi siano affrontati meditando sul lavoro svolto quotidianamente da noi giornalisti e più in generale dal mondo della Comunicazione; in modo che “la TV non distrugga la sera quello che la scuola costruisce la mattina”.