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Tg1 fai da te: su Dell'utri si dice assoluzione e riduzione ma non condanna. Dopo le polemiche titolo equilibrato serale
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di DENTRO LE NOTIZIE

Tg1 fai da te: su Dell'utri si dice assoluzione e riduzione ma non condanna. Dopo le polemiche titolo equilibrato serale

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I TITOLI DEL 29 GIUGNO 2010 - La sentenza di condanna a 7 anni per Marcello Dell’Utri è la notizia di oggi ed è quella su cui osserviamo in modo particolare i diversi Tg, Facciamo però un passo indietro. All’edizione del Tg1 delle 13,30. Ancora una volta il giornale diretto da Augusto Minzolini “gioca” sulla notizia, mettendo in risalto la riduzione della pena di Dell’Utri e non la condanna. Il titolo: "Sette anni a Dell'Utri, pena ridotta in appello. Il senatore, assolto per la presunta trattativa Stato-mafia, dice: sentenza pilatesca, confido nella Cassazione".

Nel titolo non c’è parola condanna  ma solo riduzione di appello e assoluzione. Il servizio, nel dare la notizia della condanna in appello al senatore, contiene per due volte la parola `assolto` e mai dice condannato.  Il fatto viene colto, già nel pomeriggio, da molti siti di informazione. Nell’edizione delle 20, nel titolo, si parla di condanna e di riduzione della pena, rendendo il titolo più equilibrato. Nell’edizione serale anche Studio Aperto, con un editoriale, stigmatizza la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, definendo il reato di contestato valore giuridico. E mette in relazione la notizia con quella dell’assoluzione di Massimo Tartaglia, la persona che colpì Berlusconi a Milano con una statuetta del duomo.

In relazione quasi a dire che chi è vicino a Berlusconi viene condannato, chi non lo è è assolto (da notare bene, non perché non commette il reato ma perché incapace di intendere e volere secondo i giudici). Per il Tg5 nei titoli si parla della riduzione della pena e del crollo del castello accusatorio legato alle stragi di mafia successive al 1992. Subito dopo il servizio su Dell’Utri quello su Tartaglia.  Tg4 equilibrato sul caso Dell’Utri che non è nei titoli ma che ha un ampio servizio e commenti del direttore che stigmatizza, anche lui, l’assoluzione di Tartaglia. Dell’Utri è apertura anche per Tg La7 e per il Tg2 che realizza anche un’intervista a Dell’Utri che spiega il motivo della sentenza da lui giudicata pilatesca. Ampio spazio, nelle edizioni serali, per la morte di Pietro Taricone, che merita l’apertura su Tg4 e Studio Aperto e titolo anche sugli altri giornali. Il tg2 riporta le dichiarazioni della moglie di Pietro Taricone. Tutti i Tg ricordano la tragedia di Viareggio di un anno fa.

Si discute, nei tg, anche della manifestazione contro i tagli e i bavagli indetta dalla FNSI. Franco Siddi è ospite di Fede che va alla ricerca di una mediazione, con la speranza – reciproca – che la legge venga modificata. Parlano sulla questione anche i politici, tra cui, nuovamente, la consorte del direttore del Tg4. Anche il Tg3 ne parla, partendo dall’attacco di Berlusconi ai giornali.  Tg5 apre con la crisi delle borse e i rischi per l’Europa e il sistema bancario che trova spazio anche nei titoli del Tg3. Nei giornali resta spazio per Brancher: per lui c’è un titolo, quello del Tg3: sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti, l’opposizione si divide.
Mondiali nei titoli, per suggellare l’ultimo “addio” italiano, quello dell’arbitro Rosetti autore di qualche svista nella partita Germania Inghilterra che torna mestamente in patria. E Blatter chiede scusa!


Il Commento di Mauro Lamantia, responsabile giovani Pdl Sicilia
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Mauro Lamantia, responsabile dei movimenti giovanili PdL della Sicilia; anche all’interno dei giovani del PdL la sentenza della Corte D’appello di Palermo di stamane ha intorpidito un po’ le acque. Per esempio,  voi che cosa avete detto?
“ Che noi non possiamo festeggiare per una sentenza che comunque condanna il Senatore Dell’Utri a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Siamo certamente contenti che è stato smontato il teorema sul coinvolgimento di Forza Italia e dell’intero partito nel ‘92 in relazione alle stragi mafiose, però rimane pur sempre una condanna pesante perché inflitta comunque ad un politico importante, ad un Senatore della Repubblica … ed io non credo quindi che ci sia da festeggiare, perché quando un politico di qualunque partito viene condannato per reati così gravi, è una sconfitta per l’intera regione, e la politica siciliana.”

Qualcuno tra di voi ha chiesto, in ogni caso, le dimissioni di Dell’Utri.
“ Ma questo attiene alla sua coscienza personale di politico. Certamente le dimissioni non sarebbero un segnale negativo, potrebbero essere anche intese come il segnale di voler evitare che tutto il partito sia associato, sia invischiato a questa condanna, visto che comunque la stragrande maggioranza dei dirigenti e degli amministratori siciliani del Popolo delle Libertà non viene chiamato nelle aule di tribunale per reati di mafia.”

Come sicuramente avrà visto, per esempio  nel  TG 1,ma anche sulle altre edizioni dei TG di oggi, le interpretazioni sono abbastanza cangianti: molti TG parlano d’una vittoria per Dell’Utri. Come valuta questo giudizio, a cui come abbiamo già sentito, si contrappone?
“ Ripeto che a queste valutazioni manca una parte della verità, perché è giusto festeggiare per l’assoluzione riguardo i fatti dopo il 92’; però, ripeto,  manca secondo me un’attenta analisi della condanna a sette anni per i fatti prima del 92’, che comunque ci dicono da questa seconda sentenza che ha visto la condanna di Dell’Utri per un reato gravissimo, quello di concorso esterno per associazione mafiosa.  Ecco, forse chi non è siciliano percepisce meno la gravità di questo tipo di condanna ”

La dialettica è sempre un fiore importante all’interno di un partito, ma in questo caso la contrapposizione tra queste due estreme posizioni  è compensabile all’interno della stessa forza politica,  oppure le sue posizioni, o quelle di altri,  di alcuni esponenti finiani come Granata, sono incompatibili con la maggioranza del partito.
“ Guardi: io intanto, dopo queste dichiarazioni, ho la posta elettronica e Facebook invasa da messaggi di solidarietà e sono elettori del Popolo delle Libertà; io credo, certamente, che in Sicilia,  non posso parlare per le altre regioni , ma in Sicilia l’elettorato del popolo delle libertà, la base militante, la classe dirigente ha come punto di riferimento in termini di eroi e di valori persone come Paolo Borsellino, non certo Vittorio Mangano. Ecco perché credo che, al di là delle dichiarazioni degli esponenti politici che sono al vertice, la base del nostro elettorato sia su queste posizioni.”


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