di Morena Piccinini*
Il 17 ottobre tanti lavoratori e lavoratrici di ogni nazionalità e di ogni età parteciperanno insieme alla CGIL alla Manifestazione Nazionale Antirazzista. Ci saranno tanti lavoratori immigrati che da anni risiedono, lavorano, pagano tasse e contributi nel nostro paese, quei lavoratori che stanno contribuendo alla ricchezza del paese ben più di quanto ricevono e che sanno che se dovessero perdere il posto di lavoro e con questo il permesso di soggiorno verrebbero considerati automaticamente come dei delinquenti a causa delle assurdità imposte dalla legge sulla sicurezza.
Ci saranno tanti lavoratori italiani che condividono con i loro compagni di lavoro immigrati fatiche, difficoltà economiche, i problemi per la casa e per mantenere la famiglia , che sanno che dalle difficoltà della crisi si può uscire solo tutti insieme e non accettano che i loro compagni di lavoro siano discriminati perché stranieri.
Ci saranno tanti giovani studenti che nelle aule scolastiche sono cresciuti insieme senza alcuna distinzione di nazionalità e che si scontrano con una realtà che li vuole dividere fuori dalla scuola, nel mondo del lavoro e nella società, nel riconoscimento dei diritti di cittadinanza come nelle opportunità di lavoro e di carriera.
Ci saranno migliaia di donne e uomini che credono nella giustizia, nella eguaglianza, nella libertà, che si battono perché i diritti civili, sociali e politici siano effettivamente riconosciuti a tutti come condizione per una compiuta democrazia. Sono tutte persone che si battono perché nel nostro paese ci sia spazio per la inclusione, la integrazione rispettosa delle diverse culture e religioni, il riconoscimento del diritto di voto, il pieno rispetto per la dignità e autoderminazione della persona.
Sono tutte persone che alzano un forte grido di allarme per il diffondersi di sempre più frequenti episodi di razzismo e xenofobia, che si alimentano e scaricano sull’immigrato, come anche sull’omosessuale, come anche su ogni forma di diversità, le tensioni derivanti dalla profonda crisi economica, sociale, politica e culturale che caratterizza il nostro paese in questa difficile fase storica.
Tutti insieme chiediamo al governo di ritirare la persecutoria legge sulla sicurezza, di modificare la disciplina sulla immigrazione, di permettere la regolarizzazione di tutti i lavoratori occupati nel nostro paese, di riconoscere il diritto di voto amministrativo, di modificare le regole sull’acquisto della cittadinanza riconoscendo i nuovi cittadini che da tempo vivono nel nostro paese e soprattutto i loro figli nati in Italia.
*Segreteria Cgil