di Nello Trocchia
Per le bombe che nel 1993 insanguinarono l’Italia Berlusconi e Dell’Utri sarebbero indagati per strage(notizia riportata dall'Unità e anche da Antimafia duemila). La loro ombra sulla strategia di morte di Cosa Nostra. Ripresa l'inchiesta su B. e Dell'Utri, già archiviata nel 1998, grazie alle nuove dichiarazioni di Spatuzza, al quale il sottosegretario Mantovano ha negato la protezione. Da giorni, settimane, rimbalzava questa notizia nelle redazioni. Lo strappo consumato sui temi della legalità, sulla mancata protezione a Spatuzza con i finiani ora ha un’altra chiave di lettura. Rompere su quel fronte consente di avere maggiore libertà di azione dopo. E Berlusconi ora è sempre più solo. E risuonano le parole di Gianfranco Fini quando ammoniva che in politica gli indagati devono fare un passo indietro. Solo coincidenze queste dichiarazioni? Solo coincidenze gli scontri su Cosentino, Dell’Utri e in ultimo su Spatuzza? Oltre la lettura politica, c’è il dato della nuova indagine. Riproponiamo un’inchiesta del luglio 2009( dove riportiamo le dure motivazioni dell'archiviazione del 1998) , quando i giornali nazionali erano impegnati a raccontare di tette e veline. Prende corpo l'ipotesi che la seconda repubblica abbia non una madre nobile, ma sanguinaria e stragista: la mafia in combutta con il potere politico.
Oltre gli scandali, il sesso, le escort, Noemi e D'Addario, c'è una notizia che viaggia sotto traccia e domande non poste: Berlusconi è ricattabile dalla mafia? E' sceso in campo per le minacce subite? E la lettera è mai arrivata a destinazione? La d.d.a. di palermo ha trasmesso una lettera(risalente ai primi anni '90) ai giudici della Corte d'appello davanti ai quali si svolge il processo a Massimo Ciancimino, figlio di Vito ex sindaco di Palermo e condannato per mafia.
Nella lettera, sequestrata fra le carte personali di Vito Ciancimino, si legge: " Richieste all'on.Berlusconi di mettere a disposizione una delle sue reti televisive'. Nel testo, incompleto perche' la prima parte e' stracciata, emerge, pero', l'intimidazione legata al fatto che se non si fosse dato corso alla richiesta avanzata ci sarebbe stato 'il luttuoso evento' il rapimento di uno dei figli di Berlusconi.
Il quotidiano inglese l'Independent ha scritto un articolo e ascoltato il procuratore aggiunto Antonio Ingroia che ha riferito al giornale: " Non solo credo che sia possibile che Berlusconi sia entrato in politica per questa ragione, credo sia probabile".
'La mossa (dell'ingresso in politica di Berlusconi) - scrive il giornale - e' spesso attribuita ai timori che politici di sinistra potessero nazionalizzare il suo impero televisivo. Ma le nuove rivelazioni delle minacce della Mafia fanno emergere altre ragioni: la protezione e la sicurezza offerte a chi ricopre alte cariche'.
Nell'articolo si legge che, alla domanda, delle motivazioni dietro l'interesse di Cosa nostra per un canale televisivo, Ingroia ha affermato: 'Credo che volessero un canale che screditasse i magistrati e le loro indagini'.
Ora la d.d.a. lavora per capire l'autore di quella lettera da ricercare tra i corleonesi.
L'Ansa in una ricostruzione chiarisce sulla questione: "I magistrati hanno acquisito, inoltre, anche una parte del rapporto del Ros dei carabinieri del 1996, in cui il mafioso-confidente Luigi Ilardo aveva detto al colonnello Michele Riccio che i boss palermitani, durante una riunione a Caltanissetta, avevano dato disposizioni 'di votare Forza Italia' e inoltre, 'avevano fatto chiaramente comprendere che i vertici palermitani avevano stabilito un contatto con un esponente insospettabile di alto livello appartenente all'entourage di Berlusconi'.
Sono stati acquisiti anche i verbali dei carabinieri del Rono di Palermo del 2004 in cui si descrivono diversi incontri nell'abitazione palermitana di Massimo Ciancimino con l'allora coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Micciche', ed il suo collaboratore Pippo Fallica".
Ma Berlusconi in campo per le minacce della mafia è una notizia o no?
Spunti di riflessione emergono anche dai decreti di archiviazione per Berlusconi e Dell'Utri, indagati negli anni '90, per concorso nelle stragi di mafia del '92-'93. I magistrati pur archiviando sottolineano la convergenza di interessi della mafia rispetto ad alcuni punti programmatici della nuova formazione politica nascente. Ecco quello che scriveva il G.i.p. di Firenze(1998) nell'accogliere la richiesta d archiviazione:
“le indagini svolte hanno consentito l’acquisizione di risultati significativi solo in ordine all’avere cosa nostra agito a seguito di inputs esterni, a conferma di quanto già valutato sul piano strettamente logico; all’avere i soggetti (Berlusconi e Dell'Utri, ndr) di cui si tratta intrattenuto rapporti non meramente episodici con i soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista realizzato, all’essere tali rapporti compatibili con il fine perseguito dal progetto”. Concludeva tuttavia che, sebbene “l’ipotesi iniziale abbia mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità”, gli inquirenti non avevano “potuto trovare – nel termine massimo di durata delle indagini preliminari – la conferma delle chiamate de relato e delle intuizioni logiche basate sulle suddette omogeneità”.
E poi c'è il buon Dell'Utri con la sua condanna a 9 anni, in attesa dell'appello( confermata la condanna a 7 anni, nda).