di Micol Sarfatti
“La Convergenza guarda la mafia come un prisma: analizza tutte le sue sfaccettature, le sue relazioni, non solo con la politica e l’imprenditoria, ma anche con la società e la cultura”. Francesco Forgione, politico e scrittore, descrive così l’ultimo libro di Nando Dalla Chiesa, un saggio che esce dalla dimensione politica e giudiziaria ed entra anche in quella sociale per raccontare 20 anni di mafia. Dalla trattativa con lo Stato, al papello di Totò Riina, il libro non fa sconti a nessuno. Racconta della destra che si serve della criminalità organizzata per dissolvere nel nulla il senso dello Stato, ma anche della sinistra che fa leggi che servono alla mafia e della Lega Nord che consegna la Lombardia alla n’drangheta. Ma soprattutto tratteggia un impietoso ritratto della politica italiana, incapace di combattere le mafie con le armi della democrazia.
Nando Dalla Chiesa ha presentato il libro giovedì 2 dicembre allo spazio Melampo di Milano. Con lui, oltre a Forgione, c’erano anche Gian Carlo Caselli e Mario Portanova. Il procuratore capo di Torino ha letto molte citazioni che ha definito “la bellezza di questo romanzo” e ha sottolineato come la borghesia spesso converga, anche inconsapevolmente, con la criminalità.
Forgione ha raccontato la transizione di Cosa Nostra tra Prima e Seconda Repubblica, in cui alcuni personaggi, come Marcello Dell’Utri, hanno giocato un ruolo di raccordo fondamentale. L’autore di Mafia Export ha inoltre sottolineato come la criminalità organizzata sia ormai radicata nella società. “Non è più percepita come un’anomalia, ma come una normale realtà- ha detto Forgione- Il vero problema è che il berlusconismo sopravviverà a Berlusconi stesso”. “Gli unici che sono completamente avulsi dalle logica mafiosa sono i migranti, perché non sono ancora assuefatti”.
“Ho scritto La convergenza perché ne sentivo il bisogno - ha detto Nando Dalla Chiesa- Assistiamo a una semplificazione continua del tema “mafie”, che invece richiede adeguati strumenti di comprensione”. L’autore ha poi ironizzato sui sogni fatti nel periodo di stesura del saggio: “Di notte mi appariva Silvio Berlusconi che mi accusava di non dargli mai ragione. Lavorare con questa materia è terribile” e ha sottolineato l’importanza della lotta alla mafia da parte della società civile. Secondo Dalla Chiesa è fondamentale imparare ad ascoltare: “I giovani devono essere educati all’ascolto, alla conoscenza della storia recente del nostro paese, devono essere parte attiva della società, perché l’assenza è la peggior forma di convergenza”. Solo la vera partecipazione può sconfiggere la mafia.