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Articolo 21 aderisce alla manifestazione “no ‘ndrangheta” del 25 settembre a Reggio Calabria
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di Giulia Fresca

Articolo 21 aderisce alla manifestazione “no ‘ndrangheta” del 25 settembre a Reggio Calabria
Articolo21 sarà a Reggio Calabria sabato 25 settembre per gridare "no 'ndrangheta" nella manifestazione proposta dal direttore del Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza, dopo la bomba fatta esplodere davanti all'abitazione del procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro. «Noi aderiamo – ha detto il portavoce Beppe Giulietti – per dimostrare la nostra vicinanza ai tanti cittadini che vogliono assumersi le proprie responsabilità agendo in prima linea contro la criminalità e chiediamo a tutti i media nazionali di dare volto e voce a chi ha scelto di stare, sempre e comunque, dalla parte della Costituzione e della legalità».
Alla luce delle affermazioni del Ministro Renato Brunetta secondo il quale «senza la Calabria e l'area napoletana l'Italia sarebbe la prima in Europa», l’aria che si respira in questi giorni che anticipano l’appuntamento di Reggio Calabria è quanto mai di tensione. Alle recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto, attraverso imponenti operazioni investigative come Santa Tecla, parenti e gli stessi amministratori di importanti cittadine, nonché gli attentati dinamitardi ai danni dei magistrati si aggiunge proprio in queste ore una ennesima intimidazione contro un giornalista, attraverso cinque proiettili in una busta a Ferdinando Piccolo collaboratore della redazione di Siderno del Quotidiano della Calabria. E proprio il direttore dalla testata giornalistica libera e continuamente minacciata attraverso i suoi corrispondenti, Matteo Cosenza ha deciso di proporre l’iniziativa partendo dalla solidarietà dimostrata al procuratore Di Landro che «infonde fiducia perché fa capire quanto vasto sia il fronte che si oppone alla ‘ndrangheta, la quale, invece per parlare, ha bisogno di pochi eloquenti gesti come il tritolo esploso a Reggio. Per questo, pur apprezzando il comprensibile, giustificato e convinto moto di sdegno per l’attentato terroristico e di vicinanza al magistrato che si vuole intimidire, è giusto soffermarsi sulle dichiarazioni, anche questa volta non scontate, di un personaggio politico come Angela Napoli, che la sua battaglia contro la ‘ndrangheta e il malaffare la fa coraggiosamente ogni giorno: “attenzione – ha avvertito -, servono meno solidarietà e più fatti”. Concretamente chi combatte la ‘ndrangheta? La risposta più facile è: la gente onesta e che rispetta la legge. Ma non basta. Sicuramente la parte preponderante la svolgono i magistrati, le forze dell’ordine e quanti hanno responsabilità per conto dello Stato nell’opera di contrasto all’illegalità e alla malavita organizzata». Matteo Cosenza provocatoriamente ha chiesto ai calabresi: «questa relativa tranquillità non scaturisce forse dal combinato disposto di una serie di fattori, in primo luogo l’indifferenza degli onesti (la maggioranza), la contiguità di chi cerca convenienze (un esercito), e poi la complicità di tanti pubblici poteri, il lasciar fare, la paura (usiamola questa parola), una pubblica amministrazione inefficiente e, quindi, aperta a qualsiasi ingerenza, un sistema economico fragile per lo più fondato sugli incentivi pubblici e sovente osteggiato da un sistema bancario ostile? Lo diciamo con tutta la prudenza del caso: in molti territori la ‘ndrangheta non ha bisogno di ostentare il suo potere, sa di averlo e che per conservarlo le fa comodo la “pace”. Questa “pace” è rotta da lotte interne per la supremazia, da qualche amministratore pubblico con la schiena diritta e dall’azione di contrasto dello Stato. Per estirpare la “malapianta”, come dice Gratteri, ci vuole l’azione dello Stato ma occorre ben altro. E perciò ben venga finalmente un sussulto delle coscienze come si vide a Palermo dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio e, come non ci fu in Calabria, dopo l’uccisione altrettanto esemplare di un magistrato straordinario come Scopelliti». 
L’invito rivolto ai «cari sindacati in cerca di un ruolo, cari partiti perennemente impegnati nelle vostre diatribe interne, cari movimenti della società civile che siete come l’araba fenice» per una grande manifestazione a Reggio Calabria che possa «a far sentire meno soli i magistrati, i poliziotti, i carabinieri, i finanzieri e tutti i servitori dello Stato che rischiano per conto nostro la loro vita; in secondo luogo essere un modo per chiamare i calabresi a una nuova presa di coscienza e ad avviare un cammino virtuoso nel segno della legalità e del rispetto delle persone», è stato accolto già da trentadue rappresentanti di sindacati, organizzazioni imprenditoriali, università, gruppi di impegno civile, comitati ambientalisti e associazioni culturali attivi in Calabria che insieme hanno concordato le linee guida dell'impegno comune nel corso di un confronto articolato e costruttivo definendo il manifesto programmatico della manifestazione per gridare nelle strade di Reggio Calabria. «Credo che una grande manifestazione per dire no alla 'ndrangheta sia importante per una ragione in particolare –ha detto il giornalista più volte vittima di intimidazioni Giuseppe Baldessarro che gestisce su Facebook il gruppo della manifestazione-  La Calabria è in una delicata fase di snodo. Ci sono tante persone perbene che vivono nel limbo, imprigionate dal malaffare e dalla minaccia della 'ndrangheta, vittime di una cultura mafiosa asfissiante. Questo vale anche per molte istituzioni, per pezzi di economia e di politica. Una grande manifestazione, non risolvere il problema, ma può essere un momento di consapevolezza e sostegno per i tanti che sono pronti a denunciare, a cambiare. Per i molti che hanno bisogno di solidarietà e vicinanza visibile. E' un nostro dovere esserci e fare in maniera che ad esserci siano in tanti. E chiediamo, a chi ci crede davvero, come ci crediamo noi, di “metterci la faccia” in maniera convinta e di aderire alla manifestazione».
Noi lo abbiamo detto più volte e lo ribadiamo convinti che la ndrangheta non la si sconfigge con il filosofeggiare ed aspettando il “Messia” di turno che come per incanto propone il rimedio miracoloso contro il cancro da estirpare. Noi crediamo nelle azioni quotidiane, quelle azioni piccole ma altamente corrosive che riescono a scavare in profondità nella coscienza degli uomini e soprattutto crediamo nel sostegno alla Magistratura ed alle Forze dell’Ordine da parte dei cittadini e dello Stato che deve essere forte e realizzato attraverso gli strumenti idonei e necessari (uomini, mezzi, uso delle intercettazioni) che possa finalmente sgominare la “paura”.
Essere a Reggio Calabria per gridare “no ‘ndrangheta” vuol dire offrire un volto ad una lotta i cui benefici non sono per una singola regione, ma, per colpa della ramificazione senza confini della criminalità, dell’intera nazione e diventare così un segnale ed un messaggio universale. Sta a noi, ai nostri volti, al nostro passaparola, alle nostre coscienze, far sì che il 25 settembre non rimanga solo il giorno del ricordo di una manifestazione ma diventi l’avvio di un nuovo e concreto modo di vivere, con la consapevolezza di “non essere soli”.


Per dare la propria adesione: 
Il blog :http://ilquotidianodellacalabria.ilsole24ore.com/it/calabria/blog_no_ndrangheta.html 
Il gruppo su Facebook :http://www.facebook.com/group.php?gid=152853694732461


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