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Festa della legalità, giorno tre: Castelvolturno-giustizia, andata e ritorno
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di Pina Picierno

Festa della legalità,  giorno tre:  Castelvolturno-giustizia, andata e ritorno Il mio 18 Settembre comincia e finisce a Castelvolturno, due anni dopo la strage che tolse la vita a sei africani innocenti. Comincia dalla manifestazione per questo triste anniversario, sul luogo della tragedia. Il sindaco della città rifiuta un monumento in ricordo delle vittime, e ancora una volta, con le sue parole gonfie di violenza e intolleranza, getta fango sulla loro memoria e sull'impegno quotidiano delle associazioni del territorio.
Il pomeriggio si va a Caserta, prima per una bella intervista a Marco Follini, e poi per il dibattito sulla buona giustizia e la libertà di informazione. Non si può che partire dal disegno di legge sulle intercettazioni, che come ricorda Roberto Natale, è finito su un binario morto grazie alla mobilitazione, e alla sponda efficace trovata in Parlamento nelle forze di opposizione. Claudio Fava elenca tanti casi di cui non avremmo saputo nulla senza l'uso delle intercettazioni. E racconta  di vite salvate proprio grazie a questo strumento: un esempio si tutti, Lirio Abbate. Lirio è vivo perché è stata ascoltata una conversazione nella quale si specificavano i tempi e i modi del suo omicidio. Qualche brivido attraversa la piazza, e la coscienza dei presenti. ..C'è spazio anche per parlare di riforma della giustizia: Raffaele Cantone spiega il legame tra una giustizia civile rapida ed efficace, e un migliore contrasto alle organizzazioni criminali. Insomma, il piano straordinario sulla giustizia che serve all'Italia non passa dal processo breve e dalle intercettazioni. Felice Casson ricorda il lavoro di proposta sulla giustizia svolto dal PD in Parlamento, da cui occorre ripartire.
In piazza arrivano i precari della scuola in protesta: Caserta è la provincia italiana maggiormente colpita dai tagli della Gelmini. Roberto Natale ricorda come loro e altri lavoratori siano dovuti salire sui tetti per avere l'attenzione dei media. Più tardi i precari saliranno sul palco, per ricordarci l'importanza della loro battaglia per il futuro del Paese.
Il dibattito si conclude con il ricordo di altri bavagli: quelli imposti con la violenza dalle minacce della criminalità organizzata a centinaia di operatori dell'informazione, spesso precari e sconosciuti al grande pubblico. Un aspetto importante della battaglia alle mafie che verrà ricordato giovedì, quando verrà consegnato il Premio Siani, a 25 anni dalla morte del giovane cronista del Mattino.
La piazza torna con il pensiero a Castelvolturno, nel minuto di silenzio chiesto da Mamadou a nome di tutta la comunità africana, dopo la lettura dei nomi delle vittime.
Il dibattito successivo, quello sull'immigrazione parte dai racconti di Mimma D'Amico del CSA Ex Canapificio, di Renato Natale dell'Associazione Jerry Masslo, di Said Larschaoui del movimento migranti e rifugiati e di Gianluca Castaldi della Caritas. Raccontano del lavoro quotidiano per difendere diritti e dignità delle persone, spiegano con chiarezza come le leggi degli ultimi anni favoriscano la condizione di clandestinità e impediscano una via d'accesso legale all'Italia.
Livia Turco parla del futuro delle politiche dell'immigrazione, di un'alternativa a cui il PD crede fermamente, lontana dalla propaganda ideologica dal sapore razzista dell'attuale Governo: dare il permesso di soggiorno a chi lavora in condizioni di sfruttamento; ripristinare le vie legali d'ingresso nel nostro Paese; cambiare la legge sulla cittadinanza, perchè “ l'Italia dell'emigrazione non c'è più e dobbiamo accettarlo, ma non possiamo dimenticarci di questo nostro passato: dobbiamo tenerlo nel cuore, per occuparci nel modo giusto degli immigrati di oggi”.

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