di Reporter senza rete
Quasi tutti i TG “riprendono” la violenza cieca e diffusa che emerge tra Milano e Roma; il pestaggio del tassista che investe un cane nel capoluogo lombardo, il pugno sferrato da un ventenne nella capitale contro una donna dopo un diverbio di poco conto; nel caso di Roma il tutto condito da quasi un minuto di indifferenza dei passanti, nel caso di Milano, un pestaggio condito dall’omertà nei confronti dei picchiatori e da ritorsioni contro chi ha osato testimoniare. Primo titolo per il TG La 7, TG 2, TG 3.
La notizia che manca dai TG è quella del 54 esimo suicidio in carcere di quest’anno, questa volta a Ravenna. Noi dell’Osservatorio abbiamo deciso di segnalare i drammi dietro le sbarre, ogni volta che avvengono. Nel commento uniamo i due temi legati comunque dal filo della violenza, dentro e fuori le carceri; lo facciamo parlando con lo psichiatra Luigi Cancrini, esperto di dinamiche delle istituzioni chiuse, oltre che di dinamiche sociali.
I TG impaginano tutti il servizio sui funerali dei 4 alpini uccisi in Afghanistan; il TG 3 , ma anche il TG 1, riportano le dichiarazioni di Pisanu sulle liste altamente inquinate dal malaffare e dalla criminalità alle ultime amministrative. A macchia di leopardo le evoluzioni sulla scuola di Adro con l’inizio della rimozione dei simboli leghisti e le ritrosie del sindaco, ma anche la richiesta del carcere per Tanzi. Inoltre, le dichiarazioni di Napolitano sulla lunghezza dei processi, enfatizzate dai Tg Mediaset ma presenti anche sul tutti TG Rai. Il TG 2 apre con un abbinamento di immagini, commentato con la didascalia” L’Italia degli alpini e l’Italia dell’indifferenza”. Il TG La 7 ritorna sull’accanimento mediatico per il caso Scazzi, con un accurato servizio. Emilio fede stasera si è preso un riposo, e non conduce il TG 4.
E terminiamo con gli abbinamenti: Studio Aperto e TG 1 chiudono entrambi con Fiorello; TG 5 e TG 1 seguono entrambi, quasi in diretta, l’estrazione del superenalotto.
Il Commento del Professor Luigi Cancrini, psichiatra
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Professor Cancrini, noi dell’Osservatorio osserviamo – è il nostro mestiere – una sostanziosa e sostanziale disattenzione dei media alla vicenda dei suicidi e, più in generale, delle condizioni carcerarie. Lei che è esperto sia di carceri che di comunicazione, condivide con noi che fino a quando non ci sarà un’attenzione mediatica questo problema non farà altro che … incancrenirsi?
“Sì, un attenzione mediatica … che dovrebbe esser poi anche orientata. Diciamo che noi oggi abbiamo sufficienti evidenze per dice che la gran parte delle persone che stanno in carcere avrebbero bisogno di un trattamento sostanzialmente terapeutico. L’attenzione mediatica dovrebbe essere rivolta verso il diritto alla cura delle persone che, stando male, commettono atti di violenza di diversa specie. Abbiamo proprio bisogno intorno a questo tema , di una rivoluzione di pensiero, dalla pena afflittiva alla pena recuperativa, riabilitativa, con in mezzo tutti gli strumenti della psicoterapia dei disturbi di personalità. Credo che senza attenzione mediatica, questa rivoluzione non si compirà mai. Credo che , se si compisse, avremmo molti meno comportamenti criminali e molta meno paura tutti”.
Professore, passiamo dalla violenza nel carcere, dall’autolesionismo di una società che non interroga se stessa, ad un'altra forma di violenza, che sta oggi sulle prime pagine dei nostri Tg- Questi due fatti recenti, a Milano e a Roma, lei come li valuta: è il termometro di una società che avrebbe sempre più bisogno di cura?
“Io penso che il dato che più colpisce nella società italiana di oggi è l’insofferenza alle leggi, alla legalità. Il che corrisponde ad un bisogno che le persone hanno immediatamente: farsi giustizia da sole, seguendo criteri istintivi ed immediati. Credo che la denigrazione delle leggi e dei magistrati produca proprio questo nelle persone più fragili: l’idea che, siccome non esiste la Giustizia, esisto Io che me la faccio da solo. Questo è poi il prodotto di un individualismo molto spinto. Nella vicenda un po’ particolare di Milano, di cui oggi noi cominciamo a sapere un po’ di più, l’impressione è quella di persone che pensano, tranquillamente, che quando c’è qualcuno che lede qualcosa che a loro è cara in qualsiasi modo, non c’è l’intermediazione di organi socialmente adibiti alla cosa, ma il passaggio immediato all’atto. Questo è più degli italiani in questo momento, perché chiaramente dentro tutta questa paranoia del sentirsi accerchiati da stranieri che arrivano e ci tolgono le cose che abbiamo c’è quest’individuo che crede sempre di più nel diritto di fare da solo. Le ronde sono un’idea di questo genere, ma non le ronde che di fatto non esistono, ma le ronde come sono stata presentate nella fantasia degli elettori. L’idea è che la giustizia non c’è, che non esiste, ma che esiste il “fai da te”. Questo riguarda noi, che ci sentiamo sempre, continuamente in pericolo di fronte a questa invasione, che sembra poterci togliere qualche cosa”.