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Articolo 21 - Osservatorio TG
Lodo per tutti e Caritas per pochi
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di Reporter senza rete

Lodo per tutti e Caritas per pochi
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  • Lodo Alfano, in apertura per quasi tutti i Tg. Braccio di ferro  e tentativi di mediazione che si arricchiscono dell’ultima sortita di Berlusconi nell’intervista per l’imminente libro di Vespa. Ovvero: dietrofront. Ieri non serviva più, oggi è essenziale. Tra tutte le testate quella che approfondisce il perché di questa ulteriore sterzata del Premier, è Tg La 7, che analizza le possibili “paure” di Berlusconi sulle indagini che lo riguardano o che lo potrebbero riguardare. Con un atto di “coraggio”, chiamiamolo così, Mentana  - unico nei Tg di prime time - , riprende le indiscrezioni riportate stamane sul Fatto Quotidiano, che riguarderebbero un reato sessuale del Premier con una minirenne marocchina; ci sarebbe un fascicolo aperto alla Procura di Milano.
    L’altro titolo che compare con maggiore o minore enfasi , è quello sulle conclusioni delle indagini della Procura di Roma sulla casa di Montecarlo: il TG 2 apre con la notizia; secondo titolo per Tg 1 e Tg 5; nei titoli anche per Tg La 7; all’interno servizio per il TG 3.  Tutto archiviato: tanto rumore per nulla?
    Lo  tsunami a Sumatra, la condanna a morte di Tareq Aziz, e ancora Avetrana – con lo stop alle telecamere da domani davanti alla villa dei Misseri -,  riempiono titoli e servizi su tutte le testate.
    Segnaliamo che il ventesimo report Caritas Migrantes, - un documento che da anni è decisivo per fotografare la realtà dell’immigrazione nel nostro Paese, non trova grandissimo spazio in diversi Tg; nessuna menzione per il TG 1, solo una breve per il TG La 7, titoli e servizi, invece,  per TG 3 e Tg 5; servizio nel TG 2. Nel commento torniamo su questo argomento con Franco Pittau, responsabile del rapporto, cercando di capire perché i tanti dati positivi relativi all’immigrazione scompaiono, nella percezione diffusa, scalzati da paure e pregiudizi.
    Chiudiamo con un sommesso ricordo per Paul, il polpo  azzecca pronostici dei Mondiali di calcio che  ci ha lasciati ,  guadagnando titoli e servizi un po’ ovunque. Ed ora una raccomandazione per “parare i colpi”: quelli di fulmine che, ci avverte Emilio fede, sono in grado di farci innamorare in meno di un quinto  di secondo.


    Il Commento del Professor Franco Pittau, responsabile Report Caritas Migrantes

    (intervista di Elisabetta Viozzi)

    Gli immigrati sono una risorsa, dunque, con i dati a dimostrarlo. Anzi, il paese non può fare a meno di loro. Ma aumenta la paura degli italiani anche se,  statistiche  alla mano, gli immigrati non sono più pericolosi di loro. Una cosa sono i numeri, una cosa è la percezione sociale, e forse anche quella politica.
    “La nostra difficoltà, dell’intera rete della Chiesa consiste nel portare la vera verità a conoscenza del maggior numero di persone. Se tutti avessero in mano il dossier o la sua sintesi vedrebbero che molte cose che si dicono degli immigrati non sono reali,  e cadrebbe la paura. Però come diffondere questa visione positiva dell’immigrazione? Bisognerebbe fare molto di più nelle scuole, molto più nelle parrocchie; oltre tutto l’immigrazione è molto stimolante perché accresce la creatività e diversifica i punti di vista. Ma questo non si fa. Noi non comandiamo la comunicazione...”

    Appunto. In questa percezione sociale negativa dell’immigrazione, che voi attestate anno dopo anno,  quanta responsabilità c’è dei nostri media?
    “Io non ho mai detto che il male dell’Italia sono i giornalisti, così come non sarebbe giusto non riconoscere  che i giornalisti  riflettano  una condizione problematica che stiamo vivendo in Italia. Lo stesso vale per i politici:  se la società fosse diversa, i politici sarebbero diversi. Quando noi sappiamo, anche prima di prendere importanti decisioni  negative sul settore dell’immigrazione, quindi contro gli immigrati,  che dai sondaggi  viene fuori che la base è d’accordo con questa impostazione, io, che sono più uno studioso che un operatore, dico  che si deve operare alla base. Quando andiamo a parlare con le persone che non condividono le nostre tesi,  doppiamo esporre  la nostra opinione: io penso che, spiegati certi meccanismi e certe condizioni,  la persona che ascolta ( che continuerà a vedere  la televisione e leggere i giornali), non accetterà  più i messaggi negativi,  perché abituato a ragionare con la propria testa. Noi non indottriniamo, ma diciamo solo come vanno letti i dati. È un lavoro paziente, però, che certamente dovrà vincere, come nel passato si vinse l’avversione del nord Italia verso i meridionali, che ora sono integrati; se non si crede nella possibilità di integrazione, le società europee,  compresa quella italiana,  sarebbero sfasciate, perché gli immigrati diverrebbero solo cunei d’estraneità. Se invece si crede nell’integrazione,  la presenza degli immigrati diventa uno stimolo per andare avanti”.


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