di Reporter Senza Rete
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Sono Paola Caruso e questo è il mio terzo giorno di sciopero della fame. Ho lavorato per sette anni per il Corriere della Sera, prima come freelance, poi come collaboratrice precaria. Se ho iniziato la protesta è perché non voglio pensare di essere precaria a vita. La mia situazione è disperata almeno quanto il mio gesto, ed è la condizione di tanti come me, che affrontano ogni giorno i miei stessi problemi senza nemmeno poterne parlare liberamente. E questo non riguarda soltanto l'editoria, ma la maggior parte dei settori dell'economia.
Quello che sto facendo non è soltanto per migliorare la mia condizione lavorativa o professionale, ma per rendere noto un problema diffuso quanto sotterraneo, che è quello del precariato in Italia. Pertanto ho intenzione di andare fino in fondo, per l'affermazione di un principio costituzionale che per me è molto importante: il diritto di svolgere il proprio lavoro con la giusta dignità. La mia voce oggi è solo una flebile voce, ma potrebbe diventare un grido, se condiviso, oppure morire nell'indifferenza. Grazie per avermi ascoltata.