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La buona salute del Premier nei titoli dei TG. Il "bollettino medico" del Censis sul Paese: non pervenuto
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di Reporter senza rete

La buona salute del Premier nei titoli dei TG. Il "bollettino medico" del Censis sul Paese: non pervenuto

“No  news, good news”. È questo il motto che ha ispirato buona parte dei Tg di prime time nella decisione di non trattare il 44° Rapporto del Censis. Certamente i dati forniti dallo storico istituto di ricerca non invitano al buon umore: un Paese senza speranze, senza identità, che nega il futuro ai giovani perdendo capacità di assorbire e creare  lavoro.  A parte il Tg 3 che vi dedica un  titolo ed un servizio, questo rapporto per i teleutenti serali non esiste e non esisterà mai. Eppure non è che i Tg siano restii a fornire gran messe di altre notizie. Il Tg 5 addirittura ci  parla fin dal secondo titolo delle dichiarazioni del medico personale di Berlusconi che assicura tutti noi sul suo stato di salute, smentendo le indiscrezioni uscite da Wilileaks. Emilio Fede confessa che sarebbe tentato di farlo, ma poi rinuncia in diretta affermando: “Basta guardarlo per capire che è in ottima forma”.

Anche noi nel commento, parliamo , tra l’altro, di Berlusconi e della perdita di fiducia degli italiani nel leaderismo verticista; non si tratta di una nostra opinione, ma di quanto emerge dal rapporto del Censis che ci viene illustrato dal suo Direttore, Giuseppe Roma.

Come sempre tanta, tantissima politica. Da Soci in Russia i Tg ci ripropongono un Premier che parla del terzo polo come di una bufala, e che assicura che nessuno dei politici italiani è,  e mai sarà,  al suo livello. Emilio Fede compie il beau geste di invitare in diretta il “nemico” Italo Bocchino, anche se poi lo fa sovrastare dall’ospite telefonico, l’ “amico” quasi immancabile Gasparri.

La rottura su Mirafiori tra Fiat e sindacati, è nei titoli di TG La 7, TG 3. TG 5.

Sale l’attenzione per la vicenda della tredicenne Yara, con servizi anche sul Tg La 7.

Il Tg 2 riprende la drammatica vicenda degli eritrei incatenati nel Sinai dai mercanti  di uomini.

La vicenda del consigliere provinciale leghista di Padova che non vuole finanziare la maratona di Sant’Antonio, perché intanto la corrono e la vincono soprattutto “extracomunitari in mutande”, ha dignità di titolo su Tg 3 e Tg La 7.



Il Commento di Giuseppe Roma, Direttore del Censis

(Intervista di Alberto Baldazzi)


Direttore: i giovani, analizzati sia nelle dinamiche sociale , ma anche per quanto riguarda le questioni legate ascuola  e università, sono al centro del 44° rapporto del Censis. Cosa si può dire: “mala tempora currunt?”

“Dobbiamo dare più responsabilità ed anche più fiducia al mondo giovanile. È evidente che abbiamo una grande quantità di giovani, soprattutto di donne del mezzogiorno, con  bassa istruzione, che non lavorano e non studiano. Abbiamo tanti laureati che restano in attesa di un lavoro per troppo tempo, anche perché il lavoro che cercano è solo di un tipo: lavoro impiegatizio. Non abbiamo una cultura della famiglia che dia più spazio, ma che limiti anche in maniera autorevole le propensioni dei giovani, e quindi dovremmo abolire oggi molti dei nostri luoghi comuni perché è evidente: il problema delle disoccupazione giovanile non lo si può risolvere semplicemente pensando a più risorse pubbliche, ma lo si può risolvere solo se riparte l’economia e se, nell’economia, il ruolo dei giovani non si limita esclusivamente a quello impiegatizio di tipo intellettuale ma si apre, per esempio, ai 150 mila posti non coperti di lavoro tecnico e manuale; è necessario dare maggiore spinta ed impulso alla responsabilità di ciascuno, dando al lavoro un maggiore valore di quello che ha oggi come strumento di realizzazione personale”.

Passando ai temi della comunicazione: il 44° rapporto evidenzia come la più classica delle offerte informative, quella dei TG ,  dal punto di vista dei  risultati e dell’audience, è molto in calo nelle ultime stagioni. Questo perché nel triangolo politica – informazione – società civile c’è un disallineamento, e forse l’informazione è troppo vicina alla politica e troppo lontana dalla società civile?

“Intanto c’è un generale ridimensionamento della televisione e favore di altri mezzi, primo fra tutti la radio oltre che, naturalmente, internet. Questo perché la televisione comincia ad essere uno strumento troppo ripetitivo o con un eccesso d’offerta che, alla fine, fa venir meno la voglia di cimentarsi nel cambiar canale. Noi abbiamo certamente un eccesso di intromissioni dentro l’informazione mediatica della politica: pensiamo ai giornali, ma pensiamo anche ai Tg ed alle televisioni. Ormai gli ospiti di qualsiasi trasmissione devono essere dei politici, mentre la realtà è fatta anche di artisti, di intellettuali, di sindacalisti, di imprenditori che non vengono più rappresentati. Quindi quel circuito di dipendenza che le televisioni soprattutto, ma in parte anche i giornali, hanno dalla politica, traspare. A quel punto il cittadino, l’utente, il lettore si astrae e diventa passivo”.

Direttore, per concludere: nel rapporto si parla del  soggettivismo, dell’individualismo  che ha caratterizzato di una fase di sviluppo della società italiana, che oggi … rischierebbero di perdere punti. È possibile riassumere in questi termini la vicenda di quella che potrebbe anche essere definita, l’epoca di Berlusconi?


Diamo un dato: il 71% degli italiani dicono che la verticalizzazione della politica ed il leaderismo - che certamente non sta solo nel Presidente del Consiglio: se oggi guardiamo i simboli dei partiti, in testa hanno i cognomi più che un idea – evidentemente,  ha fatto il suo tempo. Perché ? Perché non ha fatto funzionare meglio la pubblica amministrazione; perché le infrastrutture sono lente come prima; perché, insomma, l’illusione che attraverso la semplificazione della politica si potesse raggiungere prima e meglio un risultato, è, andata delusa.. Non c’è quindi dubbio, oggi, che è in crisi un modello: dobbiamo quindi trovare un modello più europeo, in cui certamente c’è un leader, ma il Leader non uccide la partecipazione dei corpi sociali e dei cittadini.

 


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