di Reporter senza rete
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Una serata di informazione senza la Rai, per lo sciopero che ha interessato tutti i dipendenti avversi al piano aziendale presentato da Masi. Qualcuno potrebbe dire che non cambia, poi, molto. Qualcun altro potrebbe esserne contento: una semplificazione, finalmente! A noi, fuor di retorica, è comunque sembrata una serata zoppa. Ci è mancato Minzolini, anche se ci avrebbe proposto come al solito una scaletta gemella a quella del TG 5; ci è mancato il TG 2 che con ordine e, magari, senza lampi, ci fa sentire sicuri che le notizie che vengono date sono quelle di giornata e, sostanzialmente, quelle vere; ci è mancato il TG 3, e con lui i riflessi di una società in difficoltà ma viva, che chiede e propone, che si interroga. Ci è mancato, nel complesso , di saper qualcosa di Parentopoli, che pure ha animato per tutta la giornata i siti web dei quotidiani. Non ci è mancato Emilio Fede che, a proposito di notizie del giorno, ha preso di mira questa sera gli studenti inglesi di ieri sera che, confidenzialmente, per lui sono “scalmanati incoscienti “ e un po’ “delinquenti”. Non ci è mancata la PDL che ha troneggiato in tutte le sue sfaccettature, da Berlusconi, a La Russa, a Frattini & company. Per gli “oggetti smarriti” l’ufficio apposito questa sera è stato ospitato dal Tg La 7 di Enrico Mentana. Anche per avere notizie sulla manifestazione nazionale di domani del PD, ci si è dovuti rivolgere a Mentana. I TG non si fanno con i se e con i ma, ma se ci fosse stato il TG 3 forse avremmo saputo qualcosa delle ore conclusive del vertice ONU di Cancun su Clima ed Energia. Nel commento parliamo, appunto di Cancun con Mauro Albrizio, responsabile Politiche Europee di Legambiente, che sta partecipando ai lavori del summit.
Parecchia cronaca: il ritorno di Avetrana, con il TG 5 che “lancia” un programma di Rete 4 che stasera accoglie le nuove dichiarazioni della cugina Sabrina; e poi ancora Brembate con la prima conferenza stampa degli inquirenti sulle ricerche di Yara.
Per finire in gloria, il TG4 ha l’abitudine di scovare cosa si muove veramente nella società, e quindi dà spazio alla richiesta di far diventare la lap dance disciplina olimpica.
Il Commento di Mauro Albrizio, responsabile Politiche Europee di Legambiente
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Nelle ore di chiusura di questo vertice Onu su energia e clima a Cancun, che cosa se ne può ricavare? Che bilancio si può fare?
“Un bilancio è difficile farlo in questo momento perché siamo nelle ore cruciali delle negoziazioni. La situazione può pendere da un lato o dall’altro. Un dato è certo: si è finalmente superata la fase delle posizioni ideologiche e si negozia sulla sostanza; ma qual è la sostanza? Legare il rinnovo del protocollo di Kyoto ad impegni legalmente vincolanti anche per Stati Uniti, Cina e le nuove economie emergenti in generale. A Cancun non si finalizzerà l’accordo, ma sarà definita l’architettura per arrivare ad un accordo finale nel dicembre 2011 a Durban”.
I buoni, i cattivi ed il ruolo dell’Italia.
“È evidente che – finalmente - l’Europa ha ripreso una leadership in questi ultimi giorni, anche con alcune difficoltà , costruendo un rapporto con l’alleanza delle piccole isole, la Costa Rica ed i paesi in via di sviluppo. Quindi l’Europa sta riprendendo la sua leadership, ma ha problemi interni alla delegazioni europea. Uno di questi è proprio l’Italia, che insieme alla Polonia ostacola il raggiungimento del rinnovo del protocollo di Kyoto, nascondendosi dietro l’alibi delle posizioni cinese ed americana”.
Nelle scorse ore si era diffusa una notizia molto positiva, poi quasi integralmente rientrata, su un atteggiamento assai volitivo della Cina.
“La Cina sta giocando un ruolo di forte apertura. La tecnica dello “stop and go” nelle negoziazioni è normale, ma non è questo il problema: la Cina gioca una partita molto interessante”.
Avete qualche altro elemento di giudizio sull’Italia? La nostra delegazione, la nostra rappresentanza politica, la nostra rappresentanza associativa ed anche dei soggetti industriali, sembra sia stata limitata. È vero?
“La delegazione ufficiale è presente come numero, ma è assente dai negoziati. La sua unica sponda è la Polonia, ma con credo che avremo in, questo modo, un grande ruolo nei negoziati. L’importante è prevenire grandi danni da parte della delegazione e del Governo italiano. La presenza delle Ong è di gran lunga inferiore rispetto a Copenhagen, ma la differenza è da ricercarsi essenzialmente nella distanza e nei costi per la trasferta”.