di Federico Orlando
Sotto il titolo “La legge sul fine vita”, Il Messaggero di lunedì scriveva: “E’ lo strumento attraverso il quale il Pdl cerca di creare divisioni nel terzo Polo e di portare scompiglio nel Pd, avvalendosi dei voti dei cattolici di quel partito. In conferenza dei capigruppo alla Camera, la maggioranza chiederà mercoledì l’approdo in aula del ddl sul testamento biologico. Il sottosegretario alla salute Eugenia Roccella ritiene la bioetica campo opportuno per allargare la maggioranza di governo”. Se è vero – e stenta a crederlo perfino la rubrica Lib - speriamo che il Vaticano scagli uno di quegli interdetti che resero celebre nei secoli il coelo tonantem d’Oltretevere. Quale maggiore oltraggio, ci si può chiedere, che degradare il nuovo Dogma non negoziabile, quello di dover morire crocifissi alle cannule, a strumento di maggioranza per una setta fanatica e una casta politica che vuol perpetrare un regime, strumentalizzando principi con sterco del demonio?
Festeggiamo i 150 anni dell’Unità d’Italia come fossimo di nuovo sotto il tallone dello Stato della Chiesa. Sarà bene che i nostri maestri e amici delle celebrazioni, Napolitano e Amato, Nesi e Zanone ci facciano un pensierino: dobbiamo festeggiare una ricorrenza o difendere una libertà morente? Perché si finge di non vedere che l’Italia sta diventando una Polonia e sta per stracciare le convenzioni europee in materia di civilizzazione laica: a cominciare dalla Convenzione dei diritti dell’uomo e della bioetica, o Carta di Oviedo? Essa vieta interventi medici senza il consenso informato del paziente e, se questi non sia in grado di esprimere la sua volontà,”saranno tenuti in considerazione i desideri precedentemente espressi”. Le Binetti, le Rocella e le turbe fanatiche che le seguono come cardinali Ruffo in gonnella, sanno queste cose e sanno quale battaglia si accenderà in Europa (altro che radici) quando verranno partoriti mostri giuridici come quelli già concepiti a giugno dalla maggioranza gasparrian-quagliariella, e ibernati da 7 mesi in commissione bilancio della camera. L’Europa non legifera sul “principio di sacralità” della vita (salvo il diritto individuale di credere e affidarsi a Dio), ma sul “principio di responsabiltà”, eguale per tutti e non imponibile ad alcuno. Insomma, ognuno sceglie la condotta della propria vita in un contesto di norme liberali, e lo stato non può imporre i credi di una chiesa, a Roma, a Londra o a Berlino come faceva nei secoli bui. “Anche alla mia età – scrive UmbertoVeronesi sul Corriere della sera – potrei restare morto a cuore battente per vent’anni”. E con ciò ? Forse dovrei restare appeso per vent’anni ai tubi? Ci pensi un po’ Berlusconi, che almeno in queste cose sta anni luce più avanti delle turbe che gli reggono il trono.