Nadia Redoglia
Hiroshima, Nagasaki 65 anni dopo
Fukushima un anno dopo
Accomunati da orrore ed errore umano, i massacri sono già ascesi alla sacralità della memoria mondiale, circonfusi dal giorno a lei dedicata. Sono le 24 ore di manleva.
Vietnam 47 anni dopo
Afghanistan oggi
L’errore che fu è stato corretto in missione di pace, i guerrafondai sono ora missionari. Quanto a orrore l’abbiamo commutato in danni collaterali da intelligenze chirurgiche, mica napalm. No orrore ed errore, no giorno della memoria. I dimissionari (hanno dovuto cambiare nome, prima si chiamavano pacifisti) se ne facciano una ragione. I massacri fini a se stessi non intaccano la sopravvivenza della parte planetaria che non soccombe di guerra, di fame, di aids, di stragi fratricide, di pestilenze, inondazioni e terremoti, di sollazzi per mostri torturatori e stupratori e (perfino) di missionari di pace che trucidano (decine di umani tra cui donne e almeno 9 bambini) senza che venga loro ordinato. Quella parte lì può mettere al mondo i suoi figli con la (quasi) certezza che nessuno glieli ruberà tutti interi o a pezzi mutilati e, quando proprio sarà costretta a morire, sa di poter essere sotterrata senza che qualcuno pisci sui loro corpi defunti. Quale dunque, se non quella parte lì, è predestinata a proseguire la specie?
Anche Hitler aveva le sue idee quanto a prosecuzione della specie. Evidentemente averlo confinato, seppur indirettamente, in un giorno della memoria invece che nella quotidianità dei 365, ci ha fregati tutti.