di Paola Venanzi
Una lettera aperta ai parlamentari italiani perché blocchino quello che viene definito “L’ennesimo atto censore contro il web”. Tutto nasce da una delibera del dicembre 2010 emanata dall’autorità per le garanzie della comunicazione nella quale si afferma, tra le altre cose, che dovranno essere rimossi contenuti sospettati di violare il diritto di autore, prescindendo quindi dalla accertamento o meno della colpevolezza. Lo dice espressamente l’art 2.1 della delibera secondo cui: “l’Autorità ritiene quindi che rientrino nella sua attività di vigilanza ai sensi dell’art. 182 bis le violazioni del diritto d’autore perpetrate attraverso l’attività di diffusione radiotelevisiva, nonché attraverso le reti degli operatori di telecomunicazione, e che ad essa perciò competano le azioni di tutela del diritto d’autore sui contenuti immessi nelle reti di comunicazione elettronica. E l’art 2.2 prevede che “L’Autorità, in quanto autorità amministrativa “dotata di poteri di vigilanza”, ritiene pertanto di essere legittimata ad intervenire, in un tempo ragionevole, nei riguardi dei gestori dei siti internet sui quali dovessero essere ospitati contenuti digitali coperti da copyright, senza l’autorizzazione del titolare.”
Non vi è alcuna differenza se il sito o il portale è privato o pubblico o esercita la propria attività per fini di lucro, o sia un sito amatoriale o un blog personale. In tutti i casi quindi di “uploading” di contenuti su internet, su qualsiasi piattaforma, anche di condivisione, l’Agcom, in caso di sospetta violazione, potrà operare il procedimento di cancellazione o di inibizione mediante il blocco dell’indirizzo IP o del dominio.
Ascolta il Gr consumatori con intervista a Pietro Giordano segretario nazionale dell’Adiconsum