di Osservatorio Tg
Impostazioni, assai diverse, dei TG di prime time, alcuni dei quali – è il caso del Tg 3, Tg2 e del TG La 7 - fin dai titoli continuano ad informare sui documenti dell’inchiesta del Ruby gate - mentre altri come il Tg5, Studio Aperto e Tg4- glissano o, nel caso del Tg 1, lanciano le critiche di Renzi, ospite in studio, agli eccessi nella pubblicazione delle intercettazioni. Insomma, in questo variopinto firmamento c’è da chiedersi non tanto chi abbia torto o ragione, ma a quali diverse "visioni" del ruolo dell’informazione si faccia capo e riferimento. La riflessione nasce dalla constatazione che i media di tutto il mondo, quelli popular, quelli ingessati, i siti, le TV, sfornano oramai come piatto del giorno gli sviluppi dell’affaire Ruby. Cos’è: voglia di gossip? Desiderio di "colpire" il nostro Paese attraverso la figura del suo leader? Nel commento ne abbiamo parlato con un grande giornalista, Furio Colombo, che ha una vasta esperienza e conoscenza di come "funziona" l’informazione in quella parte del mondo che siamo soliti definire democratica. Ma a proposito di mondo, al netto delle vicende politico-giudiziarie di questi giorni, gli esteri nei Tg di stasera, in qualche caso, strappano le aperture. E' così per il Tg di Mentana, che scaletta dopo le rivolte in Libia e Bahrein la nutrita quotidiana pagina politica, ma accade pure che il resto del mondo sia apertura e primo titolo persino per il Tg di Emilio Fede, per quello di Minzolini e del Tg5 di Mimun. Il Tg3 stasera il mondo, invece, lo lascia in coda. Studio Aperto, non si smentisce e sceglie ancora di aprire con la cronaca sulla scomparsa delle gemelline svizzere. Il Tg di Bianca Berlinguer, è l’unico ad informarci con titolo e servizio, della risposta ad un sondaggio di Famiglia Cristiana secondo cui il 73 per cento dei cattolici ritiene che Berlusconi debba lasciare a seguito della vicenda Ruby. Così come solo il TgLa7 titola e dedica un servizio, con qualche anticipazione sui cable di Wikileaks acquistati da Repubblica , domani pubblicati da L’Espresso e che riguardano il giudizio dell’amministrazione americana sulla politica di casa nostra. Stasera abbiamo apprezzato un servizio del Tg1 che recupera, dopo quello di ieri sera , sulla paura della gente di Lampedusa per contagi e malattie, portate dai profughi e ci racconta, invece, le difficoltà dei tunisini a cambiare denaro nell’unica banca dell’isola. Per il resto il solito immancabile meteo per Tg4 e Studio Aperto: ma il Tg di Italia uno, evidentemente, nei titoli sacrifica gli esteri,per informarci che Beyoncè come Michael Jackson si schiarisce la pelle e che l’Italia, "sorpresa", torna a piacere agli stranieri.
Il Commento di Furio Colombo, giornalista e americanista
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Furio Colombo, pensavano di aver toccato il fondo. Che ci fosse un po’ di malignità, la volontà di parlar male del vicino. Ma quello che sta succedendo nelle ultime giornate, con un’ attenzione dei media, da quelli popolari a quelli più importanti, più ingessati, con i siti che dedicano a Berlusconi ed agli sviluppi del caso Ruby pagine e pagine, immagini e immagini, con la Cnn che intervista la Minetti. A che punto siamo giunti nella considerazione che il mondo, soprattutto il mondo anglosassone, ha del nostro Paese attraverso il filtro del nostro presidente?"Il mondo è regolare, è normale, e presta attenzione ai fatti incredibili. È meno spiegabile l’Italia, che ha questa capacità di convivere con i suoi fatti incredibili, prendendoli come se fossero variazioni di un evento, piuttosto che cambiamenti radicali della portata di questo evento. Ci sono tra noi quelli che non hanno mai pensato si fosse toccato il fondo; finché Vallanzasca è stato libero ogni altra rapina avrebbe potuto essere peggiore della rapina precedente. Lo stesso dicasi della banda della Magliana. Si può essere una criminalità soft o una criminalità violenta, ma le caratteristiche della violazione della legge e dell’abuso di potere sono molto simili in ogni situazione: la tendenza è al peggio. A mano a mano che trovo spazio libero e successo nell’impresa precedente, mi imbarco nell’impresa successiva. E conto sulla possibilità di farla franca, cioè di riuscire a non essere preso – se sono un vero fuorilegge- in una vera battaglia fra il bene ed il male, oppure nella possibilità di difendermi con bugie clamorose e complicità clamorose, che sono invece caratteristiche dell’Italia in questo momento".
Tornando al ruolo dei media, in questo caso quelli internazionali. Come li definirebbe? Più "gossippari" della vicenda "Rubygate" o più dediti al controllo di legalità?
"Più normali. Fanno esattamente ciò che hanno fatto. Ma ci siamo dimenticati che il New York Times ha dato i "Pentagon Papers"? I Pentagon Papers, le carte del Pentagono, erano carte sottratte all’archivio segreto del Pentagono e messe a disposizione del pubblico perché la gente sapesse in che modo si faceva propagare ed espandere la guerra dal Vietnam alla Cambogia, al Laos. Quindi una gravissima violazione del segreto, che però ha evitato decine di migliaia di morti ed ha fatto finire la guerra. Ed il New York Times sapeva. Ha saputo benissimo il rischio che correva nel dare spazio a quelle carte, e nessuno si è mai sognato di chiamarle gossip. Ma lo stesso vale, moltiplicato per una quantità infinitamente più grande, per le trascrizioni delle registrazioni di Nixon alla Casa Bianca. Com’è noto, Nixon registrava ogni colloquio – per quanto irrilevante - ed ogni telefonata che avveniva alla Casa Bianca, ed in esse c’erano le prove di una serie di reati. Per cui, ad uno ad uno, sono stati arrestati tutti i collaboratori più stretti del presidente degli Stati Uniti mentre il presidente degli Stati Uniti era in carica. È stato arrestato il suo capo, John Dean, mentre difendeva il presidente degli Stati Uniti perché, credendo di farla franca, aveva violato la legge sottraendo ed usando documenti impropri per difendere il proprio prezioso cliente. Ed infine ha stretto intorno Nixon, inducendolo a dimettersi, attraverso un’implacabile campagna di media che nessuno ma, neppure adesso, a decine di anni di distanza, si sognerebbe di chiamare "gossip". Eppure anche gossip lo era, se si pensa che era coinvolta la moglie del ministro della Giustizia, che è stata incriminata. La moglie, la signora Mitchell; moglie del ministro della Giustizia, mentre era ministro della Giustizia del residente Nixon. Gli altri paesi sono abituati ad una cosa che si chiama "Democrazia". Noi ne siamo fuori. Purtroppo continua ad esserci una parte degli italiani che continua a restarne fuori, insieme con Berlusconi; ad usare la parola gossip; a dire che "bisogna invece parlare dei problemi degli italiani", non rendendosi conto che non esiste la possibilità di parlare dei problemi degli italiani fino a quando Berlusconi terrà bloccata la porta della Democrazia italiana".
DATI AUDITEL DI MERCOLEDI’ 16 febbraio
Tg1 - ore 13:30 5.155.000 26,68% ore 20:00 6.821.000 24,34%.Tg2 - ore 13:00 3.426.000 19,19% ore 20:30 1.898.000 6,48%.
Tg3 - ore 19:00 2.784.000 12,82%.
Tg5 - ore 13:00 3.910.000 21,65% ore 20:00 5.142.000 18,42%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.961.000 20,02% ore 18:30 1.631.000 8,89%.
Tg4 - ore 19:00 1.214.000 5,51%.
Tg La7 - ore 13:30 1.012.000 5,25% ore 20:00 2.220.000 7,92%.
Fonte: www.tvblog.it