di Ylenia Di Matteo
Il 1 dicembre 1955, a Montgomery, in Alabama, Rosa Parks (nella foto) avviò la battaglia contro il segregazionismo sugli autobus, rifiutandosi di alzarsi alla richiesta del conducente di lasciare il suo posto ad un cittadino bianco, motivo per cui fu arrestata per violazione delle norme civili (!) Questo l’avvio di una lunga stagione di battaglie che porterà al varo, all’inizio degli anni 70, del Civil Rights Act. Martin Luther King definì l’episodio “L’espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà. Rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future”.
Da quel momento la strada sembrava semplice (almeno sulla carta). Mezzo secolo più tardi, però, “Camminando a Milano, per il numero di persone non italiane, mi è sembrato di essere non in una città italiana o europea, ma in una città africana” (Silvio Berlusconi).
Giustificata allora la premura dell’europarlamentare leghista Matteo Salvini di riservare sugli autobus posti per i soli milanesi (“Sarebbe ancora meglio riservare vagoni della metropolitana per gli immigrati ”, secondo Raffaella Piccinni, sua compagna di partito).
Una delle differenze tra l’uomo e l’animale è il senso dell’orientamento. La maggior parte degli animali non ha problemi a ritrovare la strada. Ma se, a più di mezzo secolo da quel 1 dicembre ’55, in un Paese evoluto (almeno sulla carta), continuano le crociate contro neri, immigrati, gay, musulmani… è davvero il caso di chiederci dove stiamo andando!