Ciprian Danila, il ragazzino Rom vittima di tanti episodi di discriminazione, di tanti sgomberi, di tante "operazioni di sicurezza" a Pesaro e Milano e infine bruciato vivo nel rogo sviluppatosi in un riparo di fortuna a Sesto San Giovanni, era un calciatore promettente e sognava di giocare nell'Inter. Grazie alle idee del presidente Massimo Moratti, che vede lo sport come un veicolo di fratellanza, accoglienza e convivenza pacifica fra popoli diversi, l'Inter può essere definita come "la squadra dell'antirazzismo", in cui militano numerosi atleti che si impegnano da anni contro le discriminazioni: Maicon, Lucio, Chivu, Stankovic, Zanetti, Pandev e l'ambasciatore Onu contro il razzismo Samuel Eto'o. Ieri l'Istituto Internazionale di Storia e Statistiche del calcio (IFFHS) ha diramato la classifica ufficiale delle squadre di calcio più forti del mondo, classifica che vede l'Inter al primo posto. La graduatoria, che prende in considerazione i risultati ottenuti in tutte le partite ufficiali disputate dal primo ottobre 2009 al 30 settembre 2010, vede i nerazzurri davanti a Barcellona, Bayern Monaco e Chelsea. Con questo lusinghiero risultato, la squadra di Benitez dimostra ancora una volta come l'integrazione fra persone che lavorano insieme, anche quando provengono da Paesi e culture diverse, sia - in tutti i comparti sociali - un fondamentale fattore critico di successo e sviluppo. Il 21 ottobre prossimo il Gruppo EveryOne assegnerà all'Inter di Milano il Premio Eddie Hamel, riservato agli sportivi che si battono contro il razzismo. Il premio è intitolato al campione ebreo dell'Ajax di Amsterdam, nato il 21 ottobre 1902 e assassinato dai nazisti il 30 aprile 1943 nel lager di Auschwitz-Birkenau.