di Giulia Fresca
Il giorno dell’accoglienza e dell’integrazione assume un significato fortemente simbolico se il luogo è Reggio Calabria e soprattutto se in prima fila ci saranno i comuni di Rosarno, di Caulonia e di Riace, paesi che danno ospitalità ai migranti a prescindere da qualsiasi permesso di soggiorno ma in quanto appartenenti alla comunità umana. L’appuntamento è previsto alle ore 15 in piazza Garibaldi ed alle 16,00 in Piazza Duomo e l’invito è semplicemente “Stop al razzismo” ed un do decalogo da perseguire.
“No allo sfruttamento del lavoro migrante (operai, contadini, colf, badanti, ecc).No al pacchetto sicurezza e alla Bossi-Fini .Chiusura immediata dei centri di identificazione ed espulsione (CIE).Chiarezza sui fondi delle politiche di inclusione degli immigrati. Verifica delle denunce per mancato pagamento, pestaggi e aggressioni razziste e mafiose. No ai ritardi ingiustificati per permessi e carte di soggiorno. Accoglienza per tutti i lavoratori stagionali. Vere politiche di integrazione per gli stranieri di prima e seconda generazione. Diritto di cittadinanza per i nati in Italia.Diritto al lavoro, alla salute, alla casa per tutti i cittadini italiani e stranieri. Decentramento Ufficio Immigrazione nella provincia di Reggio Calabria.Tutela per chi si trova ancora a Rosarno e nella Piana di Gioia Tauro, sia per i migranti, sia per chi lavora al loro fianco”.
Una forte dichiarazione congiunta rilasciata dai sindaci di Caulonia, Ilario Ammendolia e di Riace, Domenico Lucano invita a dire “No allo sfruttamento del lavoro migrante” unendosi alla giornata del primo marzo, per« rendere visibili gli invisibili e gridare che anche noi ci sentiamo stranieri. Stranieri non tanto dal punto di vista anagrafico, ma perché estranei al clima di razzismo che avvelena l'Italia del presente. Autoctoni e immigrati devono essere uniti nella stessa battaglia di civiltà per affermare i diritti di coloro che diritti non hanno. Noi che conosciamo i drammi dell’immigrazioni, noi che ci spendiamo quotidianamente per dare una prospettiva di vita ai fratelli e alle sorelle che arrivano da lontano in cerca di una vita migliore, diamo tutto il nostro sostegno alla mobilitazione del primo marzo.»
Anche il Comune di Rosarno sarà in prima linea, perché non bisogna Non bisogna dimenticare che “Primo Marzo 2010” nasce ben prima dei fatti accaduti nella cittadina calabrese, con l'obiettivo di contrastare in modo non violento il clima di intolleranza, chiusura e violazione dei diritti presente in Italia e che senza dubbio gioca un ruolo di primo piano in dinamiche come quelle vissute nel reggino. Su di esse, “Primo Marzo 2010” ha espresso la propria «preoccupazione per la sorte degli immigrati: per quelli portati allontanati da Rosarno ma ancora di più per quelli sparpagliati nelle campagne e isolati, esposti adesso più che mai alla vendetta mafiosa. Gli episodi evidenziano ancora di più la necessità e l'opportunità di portare avanti l’ iniziativa: una grande manifestazione non violenta per far comprendere all'opinione pubblica quanto sia determinante l'immigrazione per la nostra società e quanto la difesa dei diritti sia centrale per la tenuta della democrazia»
Sciopero 1° marzo, una richiesta di diritti da portare in Parlamento - di Roberto della Seta e Francesco Ferrante* / Primo marzo contro il razzismo, un'occasione di riscatto anche per i media - di Jean-Léonard Touadi / Luigi Manconi: "Non è con la retorica della solidarietà che si affronta il tema dell’immigrazione"- di Stefano Corradino / E il 6 marzo a Milano, No razzismo day- di Elisabetta Pellattiero / Manifestazione migranti anche a Perugia- di Circolo Primomaggio