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"Tripoli, bel suol d'orrore". Ma serve l'Ue per convincere Frattini e Tg Raiset ad abbandonare Gheddafi
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di Osservatorio TG

"Tripoli, bel suol d'orrore". Ma serve l'Ue per convincere Frattini e Tg Raiset ad abbandonare Gheddafi
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    I fatti di Libia sono apertura per tutti i telegiornali della sera. La pagina esteri diventa così protagonista rispetto alle scorse settimane. E non poteva essere diversamente. Perché il paese nordafricano non solo geograficamente è nostro dirimpettaio, ma negli ultimi anni è anche diventato il nostro principale partner commerciale, attraverso accordi tra il nostro governo e Gheddafi. Rapporti che hanno creato non pochi malumori nelle diplomazie internazionali occidentali. Questo spiega la titubanza con cui è stata affrontata la crisi libica dalla nostra diplomazia. Ma se cercate approfondimenti su questi aspetti nei Tg nazionali resterete delusi. Un certo atteggiamento critico nei confronti della posizione italiana a livello europeo, si riscontra soltanto nei servizi del Tg3, Tg La7 e Tg2. Queste tre testate non si limitano a raccontare i drammatici fatti di cronaca, ma analizzano anche i futuri assetti geopolitici, senza nascondere, nelle loro analisi, quelle che potrebbero essere le conseguenze dell'ambiguo rapporto tenuto dall'esecutivo italiano con il rais libico. Una perfetta ricostruzione di tutto questo l'ha fatta Enrico Mentana nel prologo al suo Telegiornale e ben 20 minuti dedicati, attraverso i servizi, all'argomento. Per il Tg2 da segnalare una interessante intervista all'ambasciatore Sergio Romano.
    In evidenza per le altre notizie il caso del folle gesto di un tunisino a Malpensa, ne parlano Tg1, Studio Aperto, Tg4 e Tg5 e della presunta richiesta di riscatto per la bara di Mike Bongiorno, nei titoli di Tg1e Studio Aperto. Il Tg5 fa invece un approfondimento sul ripristino dell'immunità parlamentare e sottolinea come tale istituto sia stato previsto dai padri costituenti per una sorta di bilanciamento tra poteri dello Stato. Stesso argomento sottolineato da Emilio Fede, per il quale la riforma della giustizia dovrà essere priorità per il governo.
    Nei giorni scorsi l'apertura dei Tg è stata quasi sempre dedicata alla pagina politica, oggi scomparsa dalle scalette. Si è parlato del caso dei cambi di casacca dei parlamentari che dalla maggioranza sono passati all'opposizione, per poi tornare nuovamente nella maggioranza. I casi più eclatanti sono stati quelli di Luca Barbareschi e Luca Bellotti. Quest'ultimo è protagonista di uno dei filmati più scaricati dalla rete, perché a distanza di una settimana dal suo intervento al congresso di Futuro e Libertà a Milano, dove criticava pesantemente il governo Berlusconi, dando del "venduti" a tutti quelli tornati nel Pdl, anche lui viene fulminato, sulla via di Damasco, dal "nuovo corso" dell'esecutivo. Tali fatti hanno pochissimi precedenti nel parlamento italiano, e sono stati poco stigmatizzati nell'informazione televisiva. Approfondiremo questi episodi nello spazio commento. Ne parleremo con Antonello Caporale, scrittore ed inviato del quotidiano la Repubblica.  

  • Il commento di Antonello Caporale, inviato del quotidiano La Repubblica
    (Intervista di Mariella Magazù)

    Nei tuoi tanti articoli in cui di volta in volta hai intervistato i vari deputati che hanno lasciato futuro e libertà- alcuni poi tornati- insomma, hai cercato di fare il punto su questa emorragia di futuristi che tornano verso l'antico lido; per intraprendere quale viaggio e con quale promessa?
    "In un Parlamento che è ridotto a puro ornamento, questi moti , questi vieni e vai, vai e ritorna, sono soprattutto delle ambizioni per dare un fermo alla propria poltrona. Una garanzia al proprio futuro. Non c'è politica, non c'è passione, non c'è relazione. Ma solo la voglia di mettersi in salvo e trovarsi una cuccia al caldo".

    Perché anche sulla stampa, dalle tv ai giornali tranne pochi casi, non ci si addentra troppo nell'analisi della transumanza come la definisci tu?
    "Perché c'è svogliatezza ed un malinteso senso della medietà, della neutralità".

    Fini ha rotto il silenzio due giorni fa denunciando proprio il potere economico del premier...
    "Fini ha detto che futuro e libertà non è una squadra fantastica di persone che tutte quante aspirano ad un futuro di libertà: detto ciò è vero che la sua poltrona, poltroncina sarebbe stata spazzata via. Perché purtroppo l'odore dei soldi si sente lontano un miglio".

    Tralatro futuro e libertà è alle prese con una questione tutta interna che rimette in pista il ruolo della stampa o meglio del giornale di partito. La direttrice de "Il Secolo" Flavia Perina, denuncia questo assalto dei "berlsucones". Una sorta di legge bavaglio all'interno di mezzi di stampa che non sono più vicini, allineati?
    "Senti, in una democrazia matura, è giusto pure che l'attività dello Stato si esplichi anche attraverso il finanziamento delle forme e delle fonti di pensiero altrui. Ma è una cosa che non mi ha mai convinto, non mi è mai piaciuta. Capisco che la mia è una posizione isolata, ma non mi piace che il governo finanzi il giornale dell'opposizione".

    Però una cosa diversa è il finanziamento pubblico, dal finanziamento che può arrivare da un personaggio pubblico che ricopre un ruolo pubblico quale quello di primo ministro, no?
    "Naturalmente, ma tutto si aggrava. Io dico soltanto che fosse per me taglieri di netto. E se tu hai bisogno di comunicare, tu trovi le forme per comunicare. Non mi piace il finanziamento pubblico, non mi piace proprio nella ragione profonda. Ne comprendo le aspirazioni, la giustezza, però è un coltello dato in mano a chi ha il potere".

    Non si assiste troppo spesso, ultimamente, a dibattiti politici che vengono direttamente rappresentati da direttori o giornalisti di giornali non necessariamente editati da un partito?
    "Certo, questo è un altro guaio. Il fatto che io abbia un'idea, è un fatto che mi fa onore e non mi dà dispiacere. Però molte volte non si capisce se quel giornalista parla perché fa un mestiere o perché è portavoce di un partito".

    Chi perde di più in questo corto circuito stampa-politica?
    "La democrazia mia cara... Salvemini diceva che la democrazia è come un fanciullino: se gli dai da mangiare cresce sano e robusto. Se invece lo affami si ingracilisce, gli pigliano le malattie, gli viene la tosse, il raffreddore, la bronchite".


    Dati Auditel domenica 20 febbraio
    Tg1 - ore 13:30 6.183.000 28,70% ore 20:00 7.047.000 26,84%.
    Tg2 - ore 13:00 3.476.000 17,45% ore 20:30 2.072.000 7,38%.
    Tg3 - ore 19:00 2.710.000 12,37%.
    Tg5 - ore 13:00 3.123.000 15,34% ore 20:00 5.344.000 20,30%.
    Studio Aperto - ore 12:25 2.027.000 12,16% ore 18:30 1.750.000 8,75%.
    Tg4 - ore 19:00 1.250.000 5,72%.
    Tg La7 - ore 13:30 1.026.000 4,76% ore 20:00 1.745.000 6,66%.

    Fonte: www.tvblog.it

     


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