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Dal 15° congresso, una "nuova" Anpi
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di redazione

Dal 15° congresso, una "nuova" Anpi “Più forza all’antifascismo, più futuro per la democrazia” è la sfida che l’Anpi ha inteso lanciare al Paese dal suo 15° Congresso Nazionale di Torino che si è concluso oggi. Una sfida possibile grazie anche ai tanti giovani che da 5 anni stanno entrando in massa nell’Associazione, alla ricerca di valori forti, di “radice” su cui investire il loro futuro, il loro impegno civile. In tanti sono intervenuti dal palco del Congresso  - hanno tra i 18 e i 30 anni - per parlare di  Costituzione, della necessità della sua difesa e piena attuazione: “questo Paese non è quello per cui i partigiani hanno sacrificato la loro vita!”. Il lavoro privato di dignità, tagli alla scuola e alla cultura, beni comuni svenduti. Battaglie  contenute nel Documento finale del Congresso che detta la futura linea politica dell’Anpi.
Nel nuovo organo dirigente nazionale dell’Associazione, in coerenza con questa “nuova stagione”, saranno presenti elementi che hanno tra i 28 e i 40 anni.
Con loro quelli che l’Anpi l’hanno inventata più di 60 anni fa e portata ad essere ancora oggi una associazione autorevole, trasparente, capace di avere peso nelle scelte politiche, nella vita pubblica: i partigiani, proprio loro. Sono rimasti in pochi, pochissimi: circa 20, 30 erano presenti in questo Congresso di Torino.Tra questi Armando Cossutta le cui condizioni di salute sfavorevoli non gli hanno permesso di partecipare. Ma in un messaggio ha voluto dire la sua: “Dobbiamo riconoscere che abbiamo grandi responsabilità perché come Anpi possiamo e dobbiamo svolgere un ruolo assai rilevante. Insieme alla orgogliosa difesa della memoria storica, dobbiamo e possiamo sviluppare  una forte iniziativa politica proponendoci come punto di riferimento per i giovani, gli intellettuali, per tutti coloro che vogliono riempire il vuoto democratico del Paese (…) Il compito di noi vecchi partigiani non può che essere quello di passare al più presto il testimone a chi per ragioni anagrafiche partigiano non è stato, ai partigiani di oggi e di dopiù mani. (…) Solo in questo modo faremo dell’Anpi una istituzione viva, capace di rappresentare ed organizzare in ogni fase storica le migliori energie del Paese”.  I presupposti ci sono tutti: la presenza dell’Associazione in tutte le 110 province italiane, una forte crescita di iscritti (oggi sono circa 120.000, 15.000 in più rispetto al 2010), una riorganizzazione interna tale da permettere di comunicarsi efficacemente all’esterno (l’Anpi è anche su Facebook con più di 50.000 simpatizzanti ed ha un sito completamente rinnovato, www.anpi.it).
Un’Anpi rinnovata, dunque, e più forte. Per l’Italia.

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