Articolo 21 - INTERNI
"Chicchi", la Costituzione e la Resistenza... oggi
di Rita Mattei
“I 150 anni dell’Unita’ d’Italia significano il raggiungimento di una meta agognata da tutti noi, il sogno della nostra resistenza, il raggiungimento di un’unita’ di fatto che nessuno ci avrebbe mai potuto strappare”. Teresa Mattei, nome di battaglia “Chicchi”, classe 1921, partigiana, comandante dei Gap in toscana, e’ l’unica ancora in vita delle 21 donne elette all’assemblea costituente.
A lei e al suo gruppo si ispira Roberto Rossellini per l’episodio di Firenze del celebre Paisa’.
“Nessuna resistenza sarebbe stata possibile senza le donne” dice Teresa “hanno diviso il pane con chi aveva fame, hanno rischiato la vita nascondendo profughi, ebrei, disertori. Hanno combattuto”.
La violenza dei nazifascisti Chicchi l’ha pagata, come molte altre, sulla sua pelle di donna. Una violenza che ha lasciato ferite mai rimarginate.
“Sono riuscita a scappare e ad arrivare a Roma, portata da un carbonaio. I miei genitori erano nascosti a Roma- racconta Teresa- mio padre aveva un mandato di cattura dei tedeschi perché’ era stato capo del sindacato dei lavoratori di Firenze. Vidi mio padre e mia madre…mio padre era come impazzito, voleva consegnarsi ai tedeschi in cambio di suo figlio. Lo dissuasi dal farlo”.
Il fratello di Teresa, Gianfranco Mattei, docente di chimica, appartenente ai Gap di Roma, arrestato e portato in via Tasso, si toglie la vita per non cedere alla tortura e non rischiare di rivelare i nomi dei compagni.
E' Sandro Pertini a informare Chicchi che Gianfranco e’ morto “di tuo fratello non parliamo piu’, mi disse, lui ormai e’ da un’altra parte”.
Benche’ giovanissima, affronta la situazione con un coraggio e una determinazione straordinari. Dopo un attentato si rifugia all'università e discute la tesi di laurea in filosofia,“il mio professore mi aiuto’. Disse ai tedeschi, che mi inseguivano, “lei e’ stata qui tutto il giorno” .
Candidata del PCI, nel 1946 Teresa viene eletta all’assemblea costituente. “Un giorno memorabile per tutte le donne che votavano per la prima volta”. Ha 25 anni, e’ la più’ giovane deputata in parlamento.
Teresa Mattei e’ una delle madri della nostra costituzione ”e’ stato il raggiungimento di un obiettivo comune: un paese unito, un paese in cui tutti i cittadini hanno gli stessi diritti”. Le chiediamo se, secondo lei, la costituzione si può’ cambiare. Non ha dubbi “tutto e’ modificabile, ma non lo spirito unitario, i principi fondamentali che fissano diritti e doveri e le norme che regolano l'attività’ delle istituzioni”.
Sorride quando ricorda il giorno in cui propose l’accesso delle donne in magistratura “un deputato liberale mi disse: signorina, ma lei lo sa che in certi giorni del mese le donne non ragionano?” gli dissi “anche gli uomini hanno i loro giorni si e i loro giorni no”.
E' lei, Chicchi, a scegliere la mimosa come simbolo della giornata internazionale della donna. In Francia si regalano violette e mughetti. Lei vuole un fiore povero. Cosi’, per convincere Luigi Longo, inventa una leggenda cinese che vuole la mimosa simbolo della gentilezza femminile “un fiore povero. Ogni casa di contadino aveva una mimosa”.
Nel 1955 Teresa rifiuta la candidatura alle elezioni, ma resta sempre in prima fila nelle battaglie civili in difesa dei più’ deboli, fonda Radio Bambina, emittente dedicata all’infanzia. E’ dirigente nazionale dell’unione donne italiane.
Oggi l’ex ragazzina di Montecitorio ha novant’anni. E’ stanca e sofferente, minuta, fragile. Eppure i suoi occhi trasmettono una forza straordinaria e un entusiasmo contagioso. Vive in Toscana, legge, ascolta Mozart i ricordi, i colori di tante stagioni, le tengono compagnia; non ha rimpianti, ricorda le donne e gli uomini che in un paese sofferente e segnato dalla guerra hanno contribuito alla nascita della democrazia. Ma di alcuni parlamentari dice “dopo qualche anno non conoscevano più il prezzo del pane”. Un modo elegante per dire che si erano allontanati dai problemi della gente. Le sue mani tremano quando ci mostra la copia della costituzione inviatale da Giorgio Napolitano. si illumina quando parla della manifestazione del 12 marzo a Roma per la costituzione “una gioia vedere tanta gente, tanti giovani in piazza in difesa della costituzione, un’emozione ascoltare una ragazza che parla dei partigiani” e sulla manifestazione delle donne “se non ora, quando?” dice “e’ uno slogan molto bello, urgente. C’e’ una sola risposta: subito”.
A lei e al suo gruppo si ispira Roberto Rossellini per l’episodio di Firenze del celebre Paisa’.
“Nessuna resistenza sarebbe stata possibile senza le donne” dice Teresa “hanno diviso il pane con chi aveva fame, hanno rischiato la vita nascondendo profughi, ebrei, disertori. Hanno combattuto”.
La violenza dei nazifascisti Chicchi l’ha pagata, come molte altre, sulla sua pelle di donna. Una violenza che ha lasciato ferite mai rimarginate.
“Sono riuscita a scappare e ad arrivare a Roma, portata da un carbonaio. I miei genitori erano nascosti a Roma- racconta Teresa- mio padre aveva un mandato di cattura dei tedeschi perché’ era stato capo del sindacato dei lavoratori di Firenze. Vidi mio padre e mia madre…mio padre era come impazzito, voleva consegnarsi ai tedeschi in cambio di suo figlio. Lo dissuasi dal farlo”.
Il fratello di Teresa, Gianfranco Mattei, docente di chimica, appartenente ai Gap di Roma, arrestato e portato in via Tasso, si toglie la vita per non cedere alla tortura e non rischiare di rivelare i nomi dei compagni.
E' Sandro Pertini a informare Chicchi che Gianfranco e’ morto “di tuo fratello non parliamo piu’, mi disse, lui ormai e’ da un’altra parte”.
Benche’ giovanissima, affronta la situazione con un coraggio e una determinazione straordinari. Dopo un attentato si rifugia all'università e discute la tesi di laurea in filosofia,“il mio professore mi aiuto’. Disse ai tedeschi, che mi inseguivano, “lei e’ stata qui tutto il giorno” .
Candidata del PCI, nel 1946 Teresa viene eletta all’assemblea costituente. “Un giorno memorabile per tutte le donne che votavano per la prima volta”. Ha 25 anni, e’ la più’ giovane deputata in parlamento.
Teresa Mattei e’ una delle madri della nostra costituzione ”e’ stato il raggiungimento di un obiettivo comune: un paese unito, un paese in cui tutti i cittadini hanno gli stessi diritti”. Le chiediamo se, secondo lei, la costituzione si può’ cambiare. Non ha dubbi “tutto e’ modificabile, ma non lo spirito unitario, i principi fondamentali che fissano diritti e doveri e le norme che regolano l'attività’ delle istituzioni”.
Sorride quando ricorda il giorno in cui propose l’accesso delle donne in magistratura “un deputato liberale mi disse: signorina, ma lei lo sa che in certi giorni del mese le donne non ragionano?” gli dissi “anche gli uomini hanno i loro giorni si e i loro giorni no”.
E' lei, Chicchi, a scegliere la mimosa come simbolo della giornata internazionale della donna. In Francia si regalano violette e mughetti. Lei vuole un fiore povero. Cosi’, per convincere Luigi Longo, inventa una leggenda cinese che vuole la mimosa simbolo della gentilezza femminile “un fiore povero. Ogni casa di contadino aveva una mimosa”.
Nel 1955 Teresa rifiuta la candidatura alle elezioni, ma resta sempre in prima fila nelle battaglie civili in difesa dei più’ deboli, fonda Radio Bambina, emittente dedicata all’infanzia. E’ dirigente nazionale dell’unione donne italiane.
Oggi l’ex ragazzina di Montecitorio ha novant’anni. E’ stanca e sofferente, minuta, fragile. Eppure i suoi occhi trasmettono una forza straordinaria e un entusiasmo contagioso. Vive in Toscana, legge, ascolta Mozart i ricordi, i colori di tante stagioni, le tengono compagnia; non ha rimpianti, ricorda le donne e gli uomini che in un paese sofferente e segnato dalla guerra hanno contribuito alla nascita della democrazia. Ma di alcuni parlamentari dice “dopo qualche anno non conoscevano più il prezzo del pane”. Un modo elegante per dire che si erano allontanati dai problemi della gente. Le sue mani tremano quando ci mostra la copia della costituzione inviatale da Giorgio Napolitano. si illumina quando parla della manifestazione del 12 marzo a Roma per la costituzione “una gioia vedere tanta gente, tanti giovani in piazza in difesa della costituzione, un’emozione ascoltare una ragazza che parla dei partigiani” e sulla manifestazione delle donne “se non ora, quando?” dice “e’ uno slogan molto bello, urgente. C’e’ una sola risposta: subito”.
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