di Giulia Fresca
"Abuso d'ufficio, corruzione semplice in atti giudiziari, rivelazione, truffa semplice o aggravata, frodi fiscali, vendita di prodotti contraffatti, traffico di rifiuti, sfruttamento della prostituzione, violenza privata, omicidio colposo per colpa medica, maltrattamenti in famiglia, aborto clandestino, corruzione… Ho chiesto al Ministro Alfano di rispondere se corrisponde al vero, ed è vero, che molti reati gravi verrebbero, di fatto, cancellati con il processo breve". È Angela Napoli, Componente della Commissione Parlamentare Antimafia, ad elencare, senza mezzi termini, tutti i reati che verrebbero prescritti se dovesse passare il cosiddetto “processo breve”…
Onorevole Napoli, nel corso della seduta parlamentare del 6 aprile, Lei ha elencato tutti i reati che verrebbero prescritti se fosse approvato il provvedimento attualmente in esame. Ce li ricorda?
Ho chiesto al Ministro Alfano di rispondere se corrisponde al vero, ed è vero, che molti reati gravi verrebbero, di fatto, cancellati come l’abuso d'ufficio, la corruzione semplice in atti giudiziari, la rivelazione di segreti d'ufficio, la truffa semplice o aggravata, le frodi comunitarie, le frodi fiscali, il falso in bilancio, la bancarotta preferenziale, le intercettazioni illecite, i reati informatici, la ricettazione, la vendita di prodotti con marchi contraffatti, il traffico di rifiuti, la vendita di prodotti in violazione dei diritti d'autore, lo sfruttamento della prostituzione, la violenza privata, la certificazione di documenti pubblici, la calunnia e la falsa testimonianza, le lesioni personali, l’omicidio colposo per colpa medica, i maltrattamenti in famiglia, l’incendio, l’aborto clandestino e la corruzione. Ho chiesto al Ministro, fuori dall’Aula, di affermare se ciò è vero o no, ribadendo che se non risponde vuol dire che è vero. Gli italiani hanno il diritto di sapere cosa su cosa si sta realmente discutendo.
Par di capire che i beneficiari sarebbero davvero in tanti.
Il provvedimento incide non solo su Berlusconi, e questo è ormai assodato, ma su tantissimi colletti bianchi i cui reati sono in genere puniti con pene inferiori ai dieci anni. Questo significa che potrebbero saltare i processi Parmalat, quello sulle ricostruzione a L’Aquila ma anche, parlando della Calabria, i processi Why Not e Poseidone che vede coinvolti esponenti politici anche di primo piano.
Quale è il rischio subdolo derivante dall’approvazione di questo provvedimento?
Innanzitutto i Magistrati saranno costretti a valutare da subito i tempi per la prescrizione dei reati e ciò li porterà ad attenzionare quei processi che li prevedono, mettendo da parte il resto del lavoro.
Questo significherebbe il rischio di scarcerazioni per decorrenza dei termini magari nei processi di mafia?
Il rischio c’è ed è già realtà tant’è che proprio in questi giorni in Calabria stanno avvenendo proprio scarcerazioni per decorrenza dei termini della misura cautelare. Figuriamoci cosa potrebbe accadere se questo provvedimento dovesse diventare legge.
Onorevole Napoli, che incidenza potrebbe avere sulle elezioni amministrative?
Pesante, e più che mai nelle regioni a rischio, tra le quali la Calabria, dove non c’è inchiesta da cui non emerga la stretta commistione tra ‘ndrangheta e politica. Con questo provvedimento i boss saranno protetti dall’impunità ed il rischio di infiltrazione è davvero elevato. Per questo motivo ho chiesto all’Ufficio di Presidenza della Commissione Parlamentare Antimafia di rimandare a Reggio Calabria la Commissione e ciò sarà fatto nei prossimi giorni.
Che messaggio si sente di lanciare?
Lo anticipo ad Articolo21, ma lo lancerò anche in Aula quando passeremo alla discussione dell’art.3 per il quale ho chiesto l’abrogazione. Chiederò ai Parlamentari della maggioranza, ma soprattutto al Ministro Alfano ed a tutti quei Ministri che rimangono ancorati ai banchi dell’Aula anziché andare a risolvere problematiche urgenti e serie, di valutare, nella propria coscienza, se questo provvedimento garantisce l’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Chiederò un atto di orgoglio e di rispetto verso la Costituzione.
Il processo breve uccide di nuovo i morti aquilani - di Antonietta Centofanti*