Articolo 21 - INFORMAZIONE
"Nessuno tocchi Saviano" raggiunge le 10mila adesioni
di Matteo Finco
ROMA - Roberto Saviano non è solo. Vogliono fargli sentire la loro vicinanza, esprimergli solidarietà e far capire alle istituzioni che è ancora in pericolo, che la scorta gli è necessaria: sono i 10mila che hanno firmato l'appello congiunto di Articolo 21 e del Festival del Giornalismo di Perugia, al grido di "Siamo tutti Saviano". Dopo le dichiarazioni di Vittorio Pisani, capo della Squadra Mobile di Napoli, che al Magazine del Corriere della Sera si era detto perplesso sull'effettiva necessità della scorta per lo scrittore napoletano, il Festival del Giornalismo di Perugia ha reagito pubblicando un appello sul proprio sito. I responsabili del festival - un appuntamento ormai tradizionale che in ogni edizione dedica uno spazio ai problemi dei cronisti nel mirino delle organizzazioni criminali a causa del proprio lavoro - appena saputo dell'intervista, hanno voluto esprimere la loro solidarietà a Saviano. Perché, come è scritto nel testo, mettere in discussione la necessità della scorta, significa "mettere in discussione tutto un impianto investigativo".
Perché "Saviano è sotto scorta per noi, giù la mani da Saviano. Noi siamo tutti Saviano. E difendendo lui sappiamo di difendere noi stessi, il nostro diritto di sapere e la libertà di stampa nel nostro paese". Articolo 21, sito di informazione dal forte richiamo alla legalità, ha accolto e amplificato l'appello promuovendo, attraverso Giorgio Santelli, direttore di Italia Radioweb, una raccolta di firme, che è possibile sostenere attraverso il sito internet della testata o via fax.
"Grazie ai social network - dice Arianna Ciccone, coordinatrice del festival perugino - la voce si sta spargendo in maniera virale: gli iscritti alla nostra pagina di Facebook stanno condividendo l'appello sui loro profili e lo fanno girare per la rete".
Ma l'iniziativa non si ferma qui. "Siamo in contatto con Roberto - continua - e vorremmo organizzare un apposito spazio dedicato ai giornalisti perseguitati dalla criminalità nella prossima edizione del Festival, ad aprile. Stiamo già lavorando per invitare quei giornalisti delle testate locali che stanno facendo un lavoro importantissimo e molto rischioso, e senza visibilità".
Perché non ci sono solo i Saviano e le Capacchione, ma anche una miriade di cronisti al lavoro ogni giorno per cercare di raccontare le realtà della mafia, della camorra, del crimine in generale, rischiando spesso la propria vita. "Si tratta di nomi sconosciuti - continua Ciccone - che fanno la guerra con la penna in mano, che lavorano sul territorio. Arriveranno da tre regioni in particolare: Calabria, Sicilia e Campania".
All'autore che "ci regala la sua vita ogni giorno con i suoi articoli e la sua testimonianza", si legge ancora nel comunicato, la solidarietà è arrivata soprattutto attraverso la società civile, più che dalla politica. Anche Farefuturo ha sottolineato l'importanza di tutelare Saviano mantenendo la sua scorta perché lo Stato "non può permettere che le organizzazioni criminali facciano censura", come si legge sul sito della fondazione.
Ed è proprio la società civile che "deve contrastare" quello che, volontariamente o meno, sembra un "attacco da parte del potere". Quel potere, come ha detto Saviano dal palco della manifestazione per la libertà di stampa del 3 ottobre scorso, che non coincide mai con la verità.
Perché "Saviano è sotto scorta per noi, giù la mani da Saviano. Noi siamo tutti Saviano. E difendendo lui sappiamo di difendere noi stessi, il nostro diritto di sapere e la libertà di stampa nel nostro paese". Articolo 21, sito di informazione dal forte richiamo alla legalità, ha accolto e amplificato l'appello promuovendo, attraverso Giorgio Santelli, direttore di Italia Radioweb, una raccolta di firme, che è possibile sostenere attraverso il sito internet della testata o via fax.
"Grazie ai social network - dice Arianna Ciccone, coordinatrice del festival perugino - la voce si sta spargendo in maniera virale: gli iscritti alla nostra pagina di Facebook stanno condividendo l'appello sui loro profili e lo fanno girare per la rete".
Ma l'iniziativa non si ferma qui. "Siamo in contatto con Roberto - continua - e vorremmo organizzare un apposito spazio dedicato ai giornalisti perseguitati dalla criminalità nella prossima edizione del Festival, ad aprile. Stiamo già lavorando per invitare quei giornalisti delle testate locali che stanno facendo un lavoro importantissimo e molto rischioso, e senza visibilità".
Perché non ci sono solo i Saviano e le Capacchione, ma anche una miriade di cronisti al lavoro ogni giorno per cercare di raccontare le realtà della mafia, della camorra, del crimine in generale, rischiando spesso la propria vita. "Si tratta di nomi sconosciuti - continua Ciccone - che fanno la guerra con la penna in mano, che lavorano sul territorio. Arriveranno da tre regioni in particolare: Calabria, Sicilia e Campania".
All'autore che "ci regala la sua vita ogni giorno con i suoi articoli e la sua testimonianza", si legge ancora nel comunicato, la solidarietà è arrivata soprattutto attraverso la società civile, più che dalla politica. Anche Farefuturo ha sottolineato l'importanza di tutelare Saviano mantenendo la sua scorta perché lo Stato "non può permettere che le organizzazioni criminali facciano censura", come si legge sul sito della fondazione.
Ed è proprio la società civile che "deve contrastare" quello che, volontariamente o meno, sembra un "attacco da parte del potere". Quel potere, come ha detto Saviano dal palco della manifestazione per la libertà di stampa del 3 ottobre scorso, che non coincide mai con la verità.
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