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Mobilitiamoci contro la morte per fame
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di Flavio Lotti*

Mobilitiamoci contro la morte per fame Non so voi ma io non riesco a darmi pace. In Africa si sta consumando una nuova strage di innocenti e noi non stiamo facendo nulla per fermarla. I primi a morire sono i bambini. Muoiono di ora in ora, a centinaia. In migliaia non ci sono già più. Quelli che non sono ancora stati raggiunti dalla morte stanno sopportando le più strazianti pene dell’inferno. Dodici milioni di persone, una massa sterminata di gente. Un mix mortifero di fame, sete, malnutrizione, infezioni, malattie, migrazioni forzate, violenze di ogni genere. Una nuova immensa emergenza umanitaria. La più grave del nostro tempo. E il mondo che fa? Per l’ennesima volta scarica tutto su un manipolo di organizzazioni della società civile e di agenzie umanitarie dell’Onu, alle quali nega persino le risorse necessarie per intervenire come si dovrebbe, 300 milioni di dollari per i prossimi due mesi, un miliardo e seicento milioni secondo Ban Ki Moon. Niente a confronto di quanto spendiamo ogni giorno per la guerra.
 
Contro questa vergogna abbiamo il dovere di mobilitarci. Il mondo deve intervenire subito, con tutte le risorse e gli strumenti necessari. Serve una grande missione umanitaria, una vera e propria missione di pace. L’Italia, l’Europa, l’Onu devono assumere l’iniziativa senza ulteriori esitazioni. Nessuno si permetta di dire che c’è la crisi, che non ci sono soldi. Niente scuse! Questa crisi è ben più grave di quella che ha provocato l’intervento occidentale in Libia. Se si trovano i soldi per continuare a muovere gli eserciti si debbono trovare anche i soldi per muovere il cibo e i soccorsi. Fermare la strage della fame non può essere meno importante che fermare le stragi di Gheddafi.
 
Questa tragedia è un terribile combinato di guerra, disuguaglianze, siccità, carestia, aumento del prezzo del cibo, cambiamenti climatici, colonialismo, sfruttamento, traffici di armi e di veleni, inadempienze, indifferenza e cinismo. Le nostre responsabilità affondano le radici nella storia e non abbiamo modo di tirarci fuori. Se continuiamo a non fare nulla pagheremo il prezzo della nostra insensibilità e miopia.
 
Apriamo gli occhi. E’ urgente. La politica si occupa d’altro ma noi non possiamo permettercelo. Mobilitiamoci dunque. Contro la fame e la guerra. Ciascuno faccia il possibile per far sentire da subito la propria voce. Facciamolo in modo serio e concreto, mettendo al centro la vita di quelli che vogliamo salvare. E poi organizziamo insieme una grande Marcia per la pace da Perugia ad Assisi. Se vogliamo cambiare questa politica vergognosa, il prossimo 25 settembre dobbiamo essere in tanti, giovani e meno giovani, da ogni parte d’Italia. Per gridare la nostra indignazione e per organizzare la speranza. Se altri restano a guardare, noi diamoci da fare!
 
 
*Coordinatore nazionale della Tavola della pace
 

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