Articolo 21 - IDEE IN MOVIMENTO
Una crisi sempre peggiore
di Nicola Tranfaglia*
Una crisi sempre peggiore sembra essersi impadronita della politica italiana. Le due maggiori aggregazioni di partito sono percorse da scandali interni di cui non si vede la conclusione. Sempre gli stessi: alla ricerca di successo e di danaro, e quindi di potere, i politici chiedono danaro agli imprenditori con i quali hanno rapporti e altrettanto fanno i dirigenti pubblici che decidono qualcosa. Le tangenti servono al singolo o al comitato elettorale chiamato partito.
Il risultato è sempre lo stesso con terribile monotonia: si alzano i prezzi delle opere pubbliche che non sono fatte perciò meglio, ma di solito peggio, di quello che avviene negli altri paesi europei e occidentali. Gli attori minori della politica sono inghiottiti dalla crisi e parlano poco agli italiani: finiscono quasi per non esistere in un universo mediatico che dà la parola a chi governa e al massimo al maggior oppositore ma non a tutti, per carità.
Fino a quando andremo avanti così? Qualcuno parla del generale estate ma la verità è che quel generale dura al massimo tre settimane e poi si ricomincia, peggio di prima.
Certo è preoccupante il non governo. L’impotenza di chi dovrebbe decidere e agire e non riesce a farlo. Ed è ormai evidente la difficoltà della Lega e del PDL di andare avanti insieme: Berlusconi non concepisce varianti che lo escludano, Bossi non controlla più tutto nella Lega e non solo la sua base anche alcuni dei suoi secondi, a cominciare da Maroni, si pongono il problema di abbandonare il Cavaliere.
Ma esiste un’alternativa chiara al baratro in cui stiamo precipitando? La verità è che il partito democratico sta elaborando una alternativa ma i suoi alleati che cosa stanno facendo?
O c’è un solo partito e gli altri si aggregheranno? E’ difficile dirlo e gli scandali intervenuti complicano la situazione piuttosto che renderla più chiara.
Dobbiamo affidarci al generale estate? Il tempo è scarso e sarebbe il tempo di incominciare a chiamare gli uomini di buona volontà e i cervelli in grado di lavorare a impegnarsi per disegnare il futuro più vicino, quello in cui a Berlusconi si dice che è possibile un’altra Italia fatta di alcune scelte di base da fare subito ed altre da preparare appena sarà possibile. Siamo tutti convinti della necessità e urgenza di cambiare la legge elettorale ma l’attuale presidente del Consiglio lo impedirà con tutti i mezzi fino a che è in sella. Nè la destra che ha governato finora può chiedere agli italiani di fare un nuovo governo.
Soltanto elezioni politiche possono dare al centro-sinistra la forza per disegnare l’Italia nuova e a questo arriveremo tra qualche mese, non sappiamo ancora quanti. Nel frattempo avrebbe senso lavorare per chiarire le idee e decidere con quali indicazioni di fondo muoverci a livello culturale e politico.
Insisto sul termine culturale perché Berlusconi ha raggiunto il potere molti anni fa su questo terreno e se non sarà sconfitto sullo stesso terreno non se ne andrà o meglio potrà sempre difendersi e magari vincere di nuovo.
Il risultato è sempre lo stesso con terribile monotonia: si alzano i prezzi delle opere pubbliche che non sono fatte perciò meglio, ma di solito peggio, di quello che avviene negli altri paesi europei e occidentali. Gli attori minori della politica sono inghiottiti dalla crisi e parlano poco agli italiani: finiscono quasi per non esistere in un universo mediatico che dà la parola a chi governa e al massimo al maggior oppositore ma non a tutti, per carità.
Fino a quando andremo avanti così? Qualcuno parla del generale estate ma la verità è che quel generale dura al massimo tre settimane e poi si ricomincia, peggio di prima.
Certo è preoccupante il non governo. L’impotenza di chi dovrebbe decidere e agire e non riesce a farlo. Ed è ormai evidente la difficoltà della Lega e del PDL di andare avanti insieme: Berlusconi non concepisce varianti che lo escludano, Bossi non controlla più tutto nella Lega e non solo la sua base anche alcuni dei suoi secondi, a cominciare da Maroni, si pongono il problema di abbandonare il Cavaliere.
Ma esiste un’alternativa chiara al baratro in cui stiamo precipitando? La verità è che il partito democratico sta elaborando una alternativa ma i suoi alleati che cosa stanno facendo?
O c’è un solo partito e gli altri si aggregheranno? E’ difficile dirlo e gli scandali intervenuti complicano la situazione piuttosto che renderla più chiara.
Dobbiamo affidarci al generale estate? Il tempo è scarso e sarebbe il tempo di incominciare a chiamare gli uomini di buona volontà e i cervelli in grado di lavorare a impegnarsi per disegnare il futuro più vicino, quello in cui a Berlusconi si dice che è possibile un’altra Italia fatta di alcune scelte di base da fare subito ed altre da preparare appena sarà possibile. Siamo tutti convinti della necessità e urgenza di cambiare la legge elettorale ma l’attuale presidente del Consiglio lo impedirà con tutti i mezzi fino a che è in sella. Nè la destra che ha governato finora può chiedere agli italiani di fare un nuovo governo.
Soltanto elezioni politiche possono dare al centro-sinistra la forza per disegnare l’Italia nuova e a questo arriveremo tra qualche mese, non sappiamo ancora quanti. Nel frattempo avrebbe senso lavorare per chiarire le idee e decidere con quali indicazioni di fondo muoverci a livello culturale e politico.
Insisto sul termine culturale perché Berlusconi ha raggiunto il potere molti anni fa su questo terreno e se non sarà sconfitto sullo stesso terreno non se ne andrà o meglio potrà sempre difendersi e magari vincere di nuovo.
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