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Valle occupato: l'Europa plaude, l'Italia tace
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di Bruna Iacopino

Valle occupato: l'Europa plaude, l'Italia tace

41 giorni e lo stesso entusiasmo del primo. A sentire gli occupanti del Valle, a leggere la ricca bacheca su Fb a guardare il sito internet costantemente aggiornato con la programmazione serale, i dibattiti, le assemblee aperte, i contributi, si potrebbe esclamare senza ombra di dubbio: esperimento riuscito! E l'esperimento in questione è la lenta riappropriazione di uno dei tanti beni comuni sottratti alla collettività: la cultura. A confermarlo con determinazione, Manuela, occupante del Valle, lavoratrice dello spettacolo, regista nello specifico...
“ Contrariamente ai politici e alle istituzioni, noi del Valle non andiamo in vacanza neanche ad agosto ma abbiamo approntato un calendario fitto di appuntamenti, per arrivare infine a settembre con una proposta meglio articolata anche da un punto di vista giuridico e amministrativo: la proposta per una fondazione e uno statuto della fondazione che possa rappresentare un modello alternativo applicabile non solo al Valle.”
Per farlo gli occupanti del Valle possono contare su consulenze più che qualificate che vanno dal prof. Ugo Mattei, al giurista Stefano Rodotà, fino agli esperti di Sbilanciamoci.

Un lavoro che si presenta impegnativo ma che ha già ricevuto, a partire dagli intenti, ampi riconoscimenti, soprattutto, anzi forse esclusivamente, a livello internazionale, sottolinea Manuela: “ Dopo una prima lettera di solidarietà, il direttore dello Schaubùhne di Berlino, per esempio, ne ha inviata un'altra in questi giorni indicando nel Valle un esempio che tutta l'Europa dovrebbe assumere... mentre proprio ieri è apparso un bell'articolo su Le Monde dove si sottolinea la necessità di una nuova primavera culturale. Dall'estero sembrano aver ben capito cosa stiamo chiedendo e qual'è l'alternativa che proponiamo.”
Ma se dall'estero plaudono, in Italia padroneggia il silenzio, quello delle istituzioni, da una parte, quello dei teatri stabili, dall'altra, aggiunge la regista: “ La solidarietà e l'adesione è arrivata solo da singoli.”

Diverso è invece il caso dei lavoratori del settore, che, proprio nel Valle hanno trovato il riferimento e forse anche la spinta per mobilitarsi. “ Abbiamo contatti con i lavoratori di Milano, Napoli, Palermo, Firenze, Bologna... e con tutti coloro che si riconoscono in questa battaglia comune, ovvero nella necessità del rilancio della cultura come motore per ripartire.”
E difatti non è solo il mondo dello spettacolo a ruotare intorno al Valle, ma sono complessivamente i lavoratori dell'immateriale ( come li definisce la nostra interlocutrice) ad aver trovato in esso un punto di ritrovo e un'officina di idee. Alle assemblee aperte puoi trovare di tutto... studenti, insegnanti, ricercatori, giornalisti, scrittori, tutti partecipi della stessa lotta, tutti vittime degli stessi meccanismi di esclusione dai meccanismi di welfare, tutti uniti nel tentativo di ridare dignità a un settore, quello dell'immateriale appunto, completamente svilito dai meccanismi del mercato e che li vedrà protagonisti di una grande assemblea nazionale, proprio su questi temi, il 30 di settembre.

E accanto all'impegno e alla lotta dei lavoratori il pubblico continua ad avere un ruolo di primo piano. “Per tutto agosto abbiamo in programma una campagna di formazione, che si avvarrà di tecniche sperimentali, con corsi aperti al pubblico- spiega Manuela- partiremo con le Tecniche di sopravvivenza teatrale per Maestranze, avremo Fabrizio Gifuni che terrà delle lezioni su Gadda, ci cimenteremo con la realizzazione aperta di cortometraggi in modo da far capire al pubblico cosa ci sia dietro anche a livello registico... Questa sarà la nostra nave-scuola...”
Poco tempo ancora e Manuela dovrà reimmergersi nella vita del Valle che richiede un investimento di tempo ( sottratto a se stessi e al proprio lavoro, mi ricorda) ed energia non indifferente. Il teatro va gestito in tutto e per tutto, dai turni per dormirci, alle pulizie, alla programmazione, tutte attività troppo importanti per star dietro al circo mediatico e rispondere alle tante provocazioni passate passate dalle veline di agenzia. “Siamo poco bravi a comunicare ma la cosa non ci interessa” aggiunge.
Del resto ci sono da allestire anche le serate, sempre molto attese e partecipate : “ Le serate sono dei contenitori aperti, ci piace definirli programma-azione, e rispetto alle tante proposte che arrivano l'unico discrimine è dato dall'assunzione di responsabilità individuale: chi sale su quel palco sta compiendo un atto di disobbedienza civile, e la accetta in pieno.”
“ Con tutta questa mole di lavoro come si fa a star dietro alle dichiarazioni di Giro?”
Ride, come darle torto...

Tecnica di sopravvivenza teatrale per Maestranze
( il programma da lunedì 8 a sabato 27 agosto)

Per info e aggiornamenti www.teatrovalleoccupato.it

 


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