di Redazione
Mettere all'asta - e quindi non assegnare gratuitamente - sei nuove frequenze digitali individuate dall'Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni per recuperare un 'tesoretto' di tre-quattro miliardi da stornare alla manovra finanziaria che chiede sacrifici. E' questa la proposta dei parlamentari Vincenzo Vita, senatore del Pd, e Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21.
'E' molto positivo che la proposta stia riscuotendo interesse e consenso - affermano Vita e Giulietti- e' importante che gia' nelle prossime ore si stabilisca un fronte comune finalizzato a far prevalere finalmente l'interesse generale in un settore dominato da quelli particolari. Uno innanzitutto. Gli editori - aggiungono - non siano giudicati o pre-giudicati per la loro grandezza o per il loro cognome. Il digitale ridiventi l'occasione per disegnare un vero pluralismo del sistema. E con le risorse incassate si puo' eliminare almeno una parte degli odiosi tagli alla cultura e allo stato sociale'. 'Da una possibile e doverosa asta - fa i conti Alberto Losacco del Pd - si potrebbe ricavare un tesoretto compreso tra i tre e i quattro miliardi di euro'.
Appoggia la proposta Antonio Di Pietro leader dell'Italia dei Valori. 'Le frequenze - spiega - sono un bene pubblico, una proprieta' collettiva che in passato e' stata troppo spesso regalata o svenduta ad amici e amici degli amici e Berlusconi ne sa qualcosa. Era uno scandalo gia' in passato, lo diventerebbe ancora di piu' oggi che i cittadini devono dissanguarsi per rimettere a posto i conti dello Stato. Tra due giorni la manovra arrivera' in Parlamento e li' si vedra' - osserva Di Pietro - se il governo e' davvero disposto ad accogliere i suggerimenti dell'opposizione e a modificarla rendendola meno iniqua e piu' efficace. Sarebbe la prima volta nella storia di questo governo, ma non e' mai troppo tardi'.
Anche Futuro e' Liberta' e' d'accordo con la proposta Vita-Giulietti. 'Si ricaverebbe un tesoretto di alcuni milioni di euro', afferma Carmelo Briguglio che ricorda anche come il suo partito e' stato tra i primi a proporre la privatizzazione della Rai, 'dall'asta di due reti - dice - verrebbero nelle casse dello Stato risorse cospicue. Sono due strade per reperire fondi molto rilevanti per non tartassare gli italiani'. Ma su quest'ultima proposta riguardante la Rai ironizza Giorgio Merlo (Pd), vice presidente della commissione di Vigilanza: 'Fli e' un partito originale e singolare. E se Briguglio proponesse anche la vendita di Montecitorio?'.
D'accordo con la proposta di VIta e Giulietti, Roberto Rao dell'Udc in Commissione di vigilanza Rai: 'Un'asta per l'assegnazione delle frequenze tv digitali risponderebbe innanzitutto a un'esigenza di equità e trasparenza, principi che questo governo ha finora maltrattato'.