Articolo 21 - IDEE IN MOVIMENTO
No alla privatizzazione dei servizi pubblici locali! Si rispetti l'esito dei referendum del 12 e 13 giugno
di redazione
Lettera ai deputati
Il 12 e 13 giugno il voto referendario di ben 27 milioni di cittadine e cittadini italiani di ogni espressione politica ha chiaramente indicato la voglia di partecipazione attiva alle decisioni importanti per il Paese: servizi pubblici locali, beni comuni, energia, giustizia. Chiara è stata la risposta dei cittadini: NO alla privatizzazione dei servizi pubblici locali d'interesse generale, a partire dalla gestione dell'acqua ma non solo, NO ai profitti del mercato sui beni comuni essenziali.
Le persone hanno chiaramente indicato alla rappresentanza politica una nuova stagione che metta al centro l'essere umano e i beni comuni e non le agenzie di rating e la speculazione finanziaria.
Purtroppo il Governo non solo non ha ancora attuato le indicazioni referendarie retrocedendo sulle privatizzazioni già attuate e abolendo i profitti sull'acqua ma, con la manovra economica approvata con Decreto Legge n. 138 del 13 agosto scorso e su cui è stata posta e votata la questione fiducia il 7 settembre al Senato, ha riproposto (negli articoli raggruppati sotto il Titolo II) in altra forma la sostanza delle norme abrogate con volontà popolare.
Infatti, l'articolo 4 sostanzialmente ripresenta il vecchio Decreto Ronchi e persino nuove date di scadenza per le prossime privatizzazioni dei servizi pubblici locali. Addirittura l'articolo 5 arriva a dare un premio in denaro agli enti locali pur di convincerli a lasciare al mercato delle privatizzazioni i propri servizi essenziali per le comunità. Un premio che dovrebbe servire per fantomatici investimenti infrastrutturali quando invece ai Comuni vengono sottratti trasferimenti essenziali per le loro funzioni.
Tutto ciò - oltre a non rispettare la volontà di partecipazione e le decisioni che i cittadini impongono ai rappresentanti politici - è una chiara violazione della Costituzione poiché il popolo italiano si è pronunciato con referendum contro l'affidamento al mercato di tutti i servizi pubblici locali previsti dal Decreto Ronchi, e tale decisione è vincolante (come affermato dalla giurisprudenza costante della Corte costituzionale).
Purtroppo ciò sta avvenendo in un colpevole silenzio politico generalizzato che non rispetta il voto dei cittadini (di qualsiasi colore politico).
Ci rivolgiamo a voi, Deputati della Repubblica Italiana, che vi accingete a discutere il decreto sulla manovra economica affinché venga stralciato l'art. 4 e l'art. 5 del Decreto Legge n. 138 del 13 agosto in modo da non deformare l'esito referendario e si rispetti l'indirizzo chiaro della volontà popolare.
Marigliano, 9 Settembre 2011
Roberto Barrella
Il 12 e 13 giugno il voto referendario di ben 27 milioni di cittadine e cittadini italiani di ogni espressione politica ha chiaramente indicato la voglia di partecipazione attiva alle decisioni importanti per il Paese: servizi pubblici locali, beni comuni, energia, giustizia. Chiara è stata la risposta dei cittadini: NO alla privatizzazione dei servizi pubblici locali d'interesse generale, a partire dalla gestione dell'acqua ma non solo, NO ai profitti del mercato sui beni comuni essenziali.
Le persone hanno chiaramente indicato alla rappresentanza politica una nuova stagione che metta al centro l'essere umano e i beni comuni e non le agenzie di rating e la speculazione finanziaria.
Purtroppo il Governo non solo non ha ancora attuato le indicazioni referendarie retrocedendo sulle privatizzazioni già attuate e abolendo i profitti sull'acqua ma, con la manovra economica approvata con Decreto Legge n. 138 del 13 agosto scorso e su cui è stata posta e votata la questione fiducia il 7 settembre al Senato, ha riproposto (negli articoli raggruppati sotto il Titolo II) in altra forma la sostanza delle norme abrogate con volontà popolare.
Infatti, l'articolo 4 sostanzialmente ripresenta il vecchio Decreto Ronchi e persino nuove date di scadenza per le prossime privatizzazioni dei servizi pubblici locali. Addirittura l'articolo 5 arriva a dare un premio in denaro agli enti locali pur di convincerli a lasciare al mercato delle privatizzazioni i propri servizi essenziali per le comunità. Un premio che dovrebbe servire per fantomatici investimenti infrastrutturali quando invece ai Comuni vengono sottratti trasferimenti essenziali per le loro funzioni.
Tutto ciò - oltre a non rispettare la volontà di partecipazione e le decisioni che i cittadini impongono ai rappresentanti politici - è una chiara violazione della Costituzione poiché il popolo italiano si è pronunciato con referendum contro l'affidamento al mercato di tutti i servizi pubblici locali previsti dal Decreto Ronchi, e tale decisione è vincolante (come affermato dalla giurisprudenza costante della Corte costituzionale).
Purtroppo ciò sta avvenendo in un colpevole silenzio politico generalizzato che non rispetta il voto dei cittadini (di qualsiasi colore politico).
Ci rivolgiamo a voi, Deputati della Repubblica Italiana, che vi accingete a discutere il decreto sulla manovra economica affinché venga stralciato l'art. 4 e l'art. 5 del Decreto Legge n. 138 del 13 agosto in modo da non deformare l'esito referendario e si rispetti l'indirizzo chiaro della volontà popolare.
Marigliano, 9 Settembre 2011
Roberto Barrella
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