di Giuseppe Giulietti*
Proprio perchè condivido l’appello lanciato dal presidente Napolitano al senso di responsabilità, alla sobrietà, alla coesione sociale e nazionale, voterò contro la cosiddetta manovra economica presentata da Berlusconi. Voterò contro perchè la coesione nazionale presuppone la cosesione etica, la condivisione della Costituzione, il rispetto del principio di uguaglianza davanti alla legge, l’esercizio “con onore e con disciplina del mandato istituzionale”, come recita l’articolo 54 della Costituzione medesima.
Questi presupposti non solo mancano, ma persino in queste giornate e in queste ore sono stati stati sottoposti a oltraggio e a pubblico dileggio.
Quindi voterò no non solo per il testo, ma anche per il contesto nauseabondo che lo accompagna nelle aule del Parlamento. Voterò no perché persino i ministri si danno dei cretini tra di loro, come non dargli fiducia, almeno in questo caso? Voterò no perché persino il ministro Tremonti ha dovuto denunciare l’esistenza del metodo Boffo e la preparazione continua di dossier contro chi osa contrastare il satrapo.
Voterò no perché dentro la manovra hanno infilato norme tese a colpire la Costituzione e a cancellare lo statuto dei lavoratori. Voterò no perché con l’articolo 8 vogliono stravolgere la contrattazione, favorire la nascita di sindacati padronali aziendali, eliminare la giusta causa, introdurre il licennziamento arbitrario.
Voterò no perché stanno cercando di cancellare il risultato del referendum sull’acqua pubblica reintroducendo parti intere del “decreto Ronchi” sulla privatizzazione. Voterò no perché hanno rifiutato di assegnare le tv mediante asta perchè questo avrebbe sfiorato il conflitto di interessi e le casse del padrone.
Voterò no perchè non hanno fatto neppure finta di affrontare il tema dei costi della politica, recependo alcuni degli emendamenti presentati dalle opposizioni.
Voterò no perchè persino ieri, 11 settembre, il presidente Berlusconi è riuscito a trasformare un videomessaggio sulla strage di dieci anni fa a New York, in un comizio contro gli oppositori, altro che “coesione nazionale, sobrietà, senso di responsabilità…”. Voterò no perchè questo signore, dopo aver assicuarato la sua presenza in tribunale, è scappato a Strasburgo e si è nascosto dietro l’ennesimo impegno internazionale, pur di non rispondere.
Questo sarebbe l’atteggiamento di un governo che chiede sacrifici? Questo sarebbe il principio di equità e rigore? Con quale faccia si mostra il viso feroce a chi protesta, a chi sciopera, a chi sflila per le piazze reali e mediatiche, con quale faccia si punta il dito contro “l’antipolitica”? Quella di Berlusconi è antipolitica, anzi, malapolitica e per queste ragioni non è possibile dare alcun voto di fiducia a chi, per altro, già annuncia di voler mettere la fiducia anche sulla legge bavaglio.
Votare la fiducia alla manovra equivale a votare la sfiducia all’Italia. Dal momento che questo Parlamento sembra ormai condannato a votare solo fiducie, subito dopo il voto contrario, andrò a cercare il più vicino tavolo referendario per firmare contro la legge elettorale” porcata”, quella che consente a Berlusconi, e non solo a lui, di disporre a piacimento dei suoi eletti.
* Pubblicato su "Il Fatto Quotidiano"