di redazione*
“Questo giornale non dovete venderlo, buttatelo nella spazzatura, distruggetelo ”, ha intimato un gruppo di persone la mattina di sabato 1 ottobre facendo irruzione nella redazione del quotidiano “Metropolis” con modi minacciosi. Sono intervenuti i Carabinieri. Fra loro i familiari di Salvatore Belviso, un boss camorristico in carcere con l’accusa di aver assassinato nel 2009 il consigliere comunale del Pd Luigi Tommasino. Le stesse persone hanno fatto il giro delle edicole, hanno strappato le locandine di Metropolis e hanno intimato agli edicolanti di non vendere quel giornale. Avevano saputo dalla Metropolis -tv che il giornale dava la notizia che il loro congiunto si è sposato in carcere e, inoltre, si è ‘pentito’. E’ la terza aggressione in un anno per i giornalisti di Metropolis. “Questa intimidazione è gravissima. E' evidente - ha dichiarato il direttore Giuseppe Del Gaudio - che così si limita la libertà di stampa. Noi non abbiamo fatto altro che pubblicare una notizia di fonte giudiziaria. Abbiamo raccontato i fatti del nostro territorio, come abbiamo sempre fatto. Questo gesto ci preoccupa, ma non fermerà il nostro lavoro di cronisti”.
CAPEZZUTO: E’ STATO QUASI UN ATTACCO MILITARE, QUESTO E’ UN SALTO DI QUALITA’
Per Arnaldo Capezzuto, che ha seguito per Ossigeno anche i precedenti attacchi ai giornalisti di Metropolis, ciò che è accaduto segna un salto di qualità nella tecniche utilizzate dalla camorra per condizionare l’informazione. “Si è trattato di un attacco forte, strutturato e organizzato quasi militarmente che ha preso di mira la redazione e contemporaneamente le edicole di un’area decisamente vasta”.
Leggi l’intervista di Arnaldo Capezzuto intervistato da Tgcom
SPAMPINATO: “TANTISSIMI GIORNALISTI MINACCIATI, MOLTI SUBISCONO E NON DENUNCIANO”
Leggi l’INTERVISTA di Alberto Spampinato a Tgcom
Minacciato il direttore della testata free-press SUD
Fabiola Foti, direttore del giornale free press ‘Sud’ di Catania ha ricevuto una lettera di minacce. Il fatto è stato denunciato ai carabinieri. Nella missiva anonima è scritto, tra l’altro, «smettila di scrivere o ti rompiamo le mani». Ne ha dato notizia il presidente della società editrice, Pierluigi Di Rosa,che ha incoraggiato la giornalista ha continuare il suo lavoro, aggiungendo che «’Sud’ continuerà nel proprio impegno teso a far conoscere ai lettori quanto insopportabile sia diventato il livello di complicità istituzionale a Catania e in Sicilia in un intreccio politico-affaristico-mafioso che mortifica quotidianamente le persone oneste e capaci». Alla giornalista sono arrivate varie attestazioni di solidarietà, anche quella Assostampa di Catania.
*da Ossigeno per l'informazione