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Navi veleni: verifiche a rilento; la gente si prepara a scendere in piazza
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di Bruna Iacopino

Navi veleni: verifiche a rilento; la gente si prepara a scendere in piazza “Riprendiamoci la vita vogliamo una Calabria pulita!” questo è l'appello lanciato dal Comitato civico Natale De Grazia e accolto da centinaia di associazioni, comitati, comuni, enti, partiti per chiamare a raccolta i cittadini, tutti, calabresi e non solo, per la manifestazione nazionale che si terrà sabato 24 ottobre sul bel lungomare di Amantea. Tantissime le adesioni pervenute e quelle che, anche in questi giorni continuano ad arrivare al sito del Comitato Natale De Grazia, l'anima organizzativa della mobilitazione. L'avevano annunciata tempo addietro, dicendo che sarebbero andati fino a Roma davanti al Ministero dell'Ambiente, invece, hanno deciso di fermarsi in Calabria e di chiamare a raccolta la gente. 182 le sigle finora registrate, fra cui anche alcuni comuni calabresi direttamente protagonisti delle ultime vicende, a partire dalle “navi a perdere” per arrivare ai siti contaminati “ a terra”, come nel caso del comune di Ajello.
Tra le ultime adesioni pervenute quella del Comune di Crotone, dove il 5 ottobre 10mila persone sono scese in piazza per chiedere la bonifica dei siti contaminati da rifiuti e scorie tossiche, interi edifici, edilizia residenziale, ma anche scuole costruite con scarti dell’ex-Pertusola di Crotone e dall’Ilva di Taranto. Il risultato: 290 studenti, di scuole elementari e superiori, contaminati da metalli pesanti, così come rivelato dallo screening effettuto sui ragazzi nel'ambito dell'inchiesta Black mountains, della Procura della Repubblica che ha emesso 40 avvisi di garanzia a imprenditori edili, tecnici della pubblica amministrazione e politici di primo piano con l’accusa di smaltimento illegale di rifiuti, disastro ambientale e avvelenamento delle acque.
Accanto a Crotone, Praia a Mare, balzato agli onori della cronaca per la vicenda dell'ex fabbrica tessile Marlane, dove sarebbero stati accertati almeno 40 morti per tumore, a causa della presenza di presunte scorie tossiche ( gli scarti di prodotti chimici utilizzati nell’opificio a partire dagli anni ‘70) sepolte nel cortile del fabbricato industriale. 15 le persone indagate a vario titolo, per disastro ambientale, omicidio colposo, realizzazione di discarica abusiva e disastro per omesso collocamento doloso di dispositivi antinfortunistici.
Intanto le indagini sul relitto ritrovato al largo di Cetraro permangono in una condizione di stallo. Durante il question time tenutosi il 7 ottobre, il Ministro all'Ambiente aveva annunciato che una nave della Saipem, società affiliata al gruppo Eni si era offerta gratuitamente per condurre le indagini e stava già partendo da Cipro per arrivare a Cetraro e compiere gli accertamenti del caso sui fusti contenuti all'interno del relitto. Al 21 ottobre, di quella nave, non sembra esserci traccia.
E' arrivata ieri invece ( si apprende dal sito del Ministero dell'Ambiente), la nave “ Mare Oceano” che fa capo alla Geolab di Napoli provvista di un robot “Rov”, in grado di operare in profondità, fotografare immagini nel dettaglio e di rilevare la radioattività dei campioni prelevati, ma non attrezzata per il recupero dei fusti contenuti all'interno della nave, cosa che invece, stando alle dichiarazioni del Ministro Prestigiacomo sarebbe dovuta avvenire in tempi rapidi a dimostrazione della tempistività del Governo in seno alle emergenze del paese.
La nave della Saipem, da Cipro non è mai partita, per mancanza dei “permessi” che lo stesso Ministero e la DDA di Catanzaro avrebbero dovuto rilasciare ( stando a quanto riporta la stampa di questi giorni). Ma, anche se fosse partita, i compiti sarebbero stati gli stessi della “Mare Oceano”?Una piccola e insignificante differenza però, sembra esserci: la nave della Saipem lo avrebbe fatto gratuitamente, la Geolab no. Il direttore commerciale della Geolab di Pozzuoli, Carlo Pinto, intervistato oggi da CNR media, alla domanda: “E' vero che questa nave ha un costo giornaliero di 35mila euro?” Risponde con un no comment: "Non sono autorizzato a parlare della parte economica di questo contratto con il Ministero".
Non si parla dunque dei costi, ma neanche di recuperi, giacchè l'unica cosa che sarà fatta, nell'arco di un paio di giorni “ se la situazione meteo permette” sarà l'accertamento dell'identità del relitto e di tracce di radioattività,  a maggior ragione diventa lontana anni luce la possibilità di monitoraggi più ampi per verificare l'eventuale presenza di altri relitti simili a questo, davanti alle coste calabresi e non solo.
Ma dal Ministero dell'Ambiente sprizzano quasi ottimismo: “ Al via le indagini sottomarine per la "nave dei veleni"- Mercoledì ( ovvero oggi) in Calabria delegazione del Ministero”; in rappresentanza il sottosegretario Roberto Menia, una buona occasione per far dire a Loiero, che “...con tutto il rispetto per il sottosegretario, l'attenzione del Governo sembra insufficiente”.
Come per tutte le altre emergenze nazionali infatti, la giunta calabrese avrebbe auspicato l'intervento diretto del presidente del Consiglio, cosa che nonostante le varie sollecitazioni non è avvenuta.
Ieri 50 sindaci del cosentino erano a Roma per diffidare il Governo e chiedere interventi reali, cosa che anche oggi chiedono i pescatori di Amantea al sottosegretario Menia: “ Vogliamo lavoro, non politici!”.  Il venduto di pesce, infatti, ha subito un brusco calo, stimato nell'80%, in seguito alle notizie sulla presunta presenza in mare di rifiuti radioattivi.
Ma i misteri si infittiscono: già nell'ottobre 2006 l'Arpacal aveva presentato alla Procura di Paola un rapporto in cui si evidenziava la presenza di metalli pesanti nelle acque al largo di Cetraro, rapporto che aveva portato la Capitaneria di porto a vietare la pesca in quel tratto di mare nel 2007,  ritirato un anno e mezzo dopo, in seguito a un altro documento che smentiva quello precedentemente consegnato.
Il tutto a traccaire una scia pressochè ininterrotta di denunce, indagini, smentite, inchieste, proclami e ancora nessuna risposta a chi avrebbe tutto il diritto di sapere come stanno realmente le cose, i cittadini...

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