di Michele Cervo
Davide Gravina è il sindaco del comune di Fuscaldo, un piccolo centro calabrese situato lungo la costa tirrenica in provincia di Cosenza. Da anni i suoi abitanti sono in fibrillazione, come tutti quelli dei comuni limitrofi. Da anni, precisamente 19. Da quando nel dicembre 1990 si arenò sulla spiaggia di Amantea, poco più a sud di Fuscaldo, la nave Jolly Rosso, una delle tante definite “navi a perdere”. Ora si è scoperto, grazie alle rivelazioni di un pentito, che queste “navi a perdere” potrebbero essere molte di più, una trentina, o forse ancora di più. Tutte fatte affondare con il loro carico di rifiuti tossici, forse scorie radioattive. Forse, forse. Già perché ancora nessuno è riuscito a trovare questi fusti e quindi ad analizzarli. A settembre una sonda ha individuato il relitto di una nave. Si trova proprio lì, come indicato dal pentito di ‘ndrangheta, ad una quarantina di chilometri dalla costa di Cetraro, comune questo situato a nord di Fuscaldo. La sonda è riuscita a fotografare anche dei fusti, che si intravedono dagli oblò. Da quel momento è salita la preoccupazione nella popolazione e tra gli amministratori locali. Perché a crescere negli anni, in maniera esponenziale, sono stati i casi di cancro su tutta quella fascia costiera. Ora i primi cittadini, attraverso la conferenza dei sindaci, organismo appositamente costituito, chiedono al governo un intervento forte e straordinario, per ottenere nel breve il recupero dei fusti e l’analisi del loro contenuto. Intanto per sabato prossimo hanno indetto una manifestazione ad Amantea, insieme alle associazioni di volontariato, ambientaliste ed ai sindacati.
Dottor Gravina al momento com’ è la situazione
“Siamo ancora fortemente preoccupati. E lo saremo fino a quando qualcuno non comunicherà ufficialmente cosa c’ è all’interno dei fusti. Puntiamo alla rimozione della nave dei veleni al largo di Cetraro”.
Sappiamo che avete avuto una riunione con il Prefetto, ieri poi c’è stata anche la visita del sottosegretario Menia che ha cercato di tranquillizzare i calabresi. Tuttavia vi sentite tranquilli?
“Tranquilli in questa circostanza no. Quello che si registra all’interno della conferenza dei sindaci è che per un fatto così eccezionale si stanno adoperando strumenti di ordinaria attività. Forse è questo che non riusciamo a far comprendere al governo nazionale: c’è bisogno di procedure straordinarie per casi straordinari come questo. Non possiamo aspettare troppo perché nel frattempo si sta sfilacciando tutto il tessuto economico e sociale della nostra realtà calabrese”.
Voi come ve lo spiegate l’atteggiamento del governo, quasi a sottovalutare la gravità della situazione?
“Qualcuno vuole dipingere come l’impero del male il governo Berlusconi. Personalmente sto ribadendo che le dichiarazioni del pentito sono uscite sull’Espresso nel giugno 2005. Dal giugno 2005 ad oggi si sono alternati governi di centrosinistra e di centrodestra a livello nazionale e dal 2005 abbiamo un solo governo regionale (governo di centrosinistra n.d.r.). Come sindaco dico che sono preoccupato e chiedo con forza che vengano rimossi questi ostacoli per dare tranquillità alla gente. Ostacoli da rimuovere per continuare il percorso virtuoso di una nuova costruzione economica e sociale del tirreno cosentino”.
Sappiamo che la situazione economica è piuttosto difficile…..
“L’economia è in ginocchio. Già non era florida. Ho scritto una lettera al Presidente del Consiglio chiedendogli di venire qui in Calabria, appellandomi alla sua capacità di determinazione così come ha fatto per i rifiuti di Napoli o per il terremoto in Abruzzo. Ad oggi tutta questa presenza massiccia e significativa da parte del governo nazionale, per risolvere una grave crisi, non l’ho ancora registrata”.
Come giudica lo scontro tra governo e regione?
“Si è consumato a Roma all’interno dell’hotel Bologna (durante l’incontro tra il sottosegretario Menia, l’assessore regionale Graco ed i sindaci n.d.r.). Noi non diciamo con chi stiamo se con il governo nazionale o con il governo regionale. I sindaci stanno con la popolazione a difesa e tutela del proprio territorio. In quella circostanza all’hotel Bologna l’assessore regionale ha chiesto, anziché i monitoraggi intorno alla nave e sulla nave, i prelievi per quanto riguarda il contenuto dei fusti e su questo siamo tutti d’accordo . Perché di filmati ormai ne abbiamo, quello che vorremmo è avere la certezza di cosa contengono i fusti. Ed il governo nazionale, in base a quello che ha dichiarato il sottosegretario, punta ad una fase diversa. Naturalmente questo ci preoccupa perché non possiamo rimanere in questa fase di allarmismo”.
A proposito sono state fatte delle analisi sul pescato?
“Su questo punto c’è tanta confusione. Adesso è emersa un’ordinanza della capitaneria di porto di Cetraro che nel 2007 decretò il divieto di pesca perché alla luce di alcune analisi emergevano presenze allarmanti. Nel 2008 questi divieti sono stati rimossi e non sappiamo se alla base di questa rimozione ci sono ulteriori indagini scientifiche. Resta il fatto che ad oggi non abbiamo riscontri certi e sicuri su questi monitoraggi. L’Arpacal (Agenzia regionale per l’ambiente n.d.r.) si sta attivando a livello regionale, ma ai sindaci non hanno notificato i risultati di queste analisi”.
Sabato ci sarà una manifestazione ad Amantea. Come vi state preparando. E soprattutto andrete lì a chiedere cosa?
“La manifestazione di Amantea è stata organizzata anche dalle associazioni ambientaliste, di volontariato e dai sindacati. Mi auguro che la Calabria faccia evaporare le diversità politiche e partitiche per difendere e tutelare il proprio territorio. Mi auguro che da Amantea possa uscire il messaggio che tutti uniti chiederemo al governo di fare in fretta, perché la Calabria ha bisogno di certezze. Ha bisogno dell’impegno del governo nazionale a rimuovere la nave, perché nell’immaginario collettivo rimuovere la nave significa il ritorno alla normalità” .