di Giuseppe Caramazza*
Per il secondo anno di fila si sentono voci insistenti sulla chiusura della sede RAI di Nairobi. Ricordo quando il giornalista Enzo Nucci venne a Nairobi per dar vita alla prima sede RAI in Africa subsahariana. C’era molto entusiasmo tra gli italiani, ma soprattutto tra i missionari. Il nostro servizio pubblico e’ sempre stato avaro di notizie dal Sud del Mondo. Spesso abbiamo visto programmi di buona qualita’, ma troppe poche volte la RAI ha seguito gli eventi africani da vicino. La sede di Nairobi era una scelta nella giusta direzione, una dichiarazione che l’Africa contava per l’Italia e per gli italiani. Ora questa sede sembra dover cedere sotto la scure che taglia i programmi e l’informazione di qualita’, ma non prende in considerazione di tagliare quei programmi che promuovono solo superficialita’ e vacuita’. L’Africa verra’ ancor auna volta relegata a Geo Geo e ai programmi di Piero Angela. Belle foto, commenti patinati, certo. Ma chi raccontera’ la vita degli africani? Chi sapra’ raccontare gli eventi con l’immediatezza di chi vive sul posto? L’impressione e’ che la voglia di far quadrare il bilancio distolga ancora una volta il servizio pubblico dal suo primo compito: informare, educare e intrattenere gli spettatori con correttezza ed equilibrio.
* Missionario comboniano, direttore di Southworld.net, web-magazine dei comboniani www.southworld.net, gia’ direttore del New People Media Centre di Nairobi