di Nella Condorelli
Segretaria, quale è l’impatto che la crisi economico-finanziaria e le misure di austerità proposte hanno sulla vita delle donne lavoratrici?
Un impatto sicuramente pesante, basti pensare per esempio che quando si parla di pensioni basse si parla prevalentemente delle pensioni delle donne. Una storia che conosciamo bene e che riguarda la discontinuità contributiva che è l'interruzione del lavoro dopo la maternità, o i lavori poveri che spesso sono quelli che toccano alle donne.
E’ un impatto pesante sulle lavoratrici perché a loro viene imposto un salto per arrivare alla pensione di vecchiaia in termini che non si sono mai visti nella storia; è un impatto pesante sulle donne perché tutto questo avviene senza nessun intervento sui servizi, e quindi senza nessuna idea di favorire comunque il lavoro delle donne, o una conciliazione tra itanti lavori delle donne nella società.
Si potrebbe andare ancora avanti parlando di tassa sulla casa, pensando a cosa vuol dire per le donne sole l’idea di aumentare l’iva, la nuova tassa sulle accisa che è stata introdotta per la benzina, tutte cose che aumentano immediatamente i prezzi e producono inflazione. E’ noto che chi si occupa della economia domestica e del riuscire a far quadrare i conti sono normalmente le donne. Ciò che colpisce poi molto, è che c’è una fortissima richiesta di sacrifici sull’oggi e nessuna attenzione alle giovani per il dopo, perché in realtà gli si dice: state fuori dal lavoro perché teniamo al lavoro che c’è, risparmiamo sulle pensioni perché con quello facciamo cassa, non è che pensiamo alla vostra pensione o anche a cose che non costano, come si usa dire in questi casi, per esempio il fatto che non si venga licenziate perché si aspetta un figlio, reintroducendo la norma sulle dimissioni in bianco. Neanche su questo c’è alcun segnale.
Mi diceva poco addietro una giovane che abbiamo intervistato: parlate di “conciliazione di vita e di tempi di lavoro” per le donne, ma bisognerebbe piuttosto parlare di “accumulazione di tempi di vita e di lavoro”...
Potrebbe essere un’idea… se potesse valere l’insieme del lavoro di cura e le tante attività delle donne ai fini pensionistici, probabilmente andremo in pensione prestissimo, ed invece avviene esattamente un procedimento opposto, cioè si scaricano sempre di più sulle famiglie e quindi sulle donne tutti i tempi della coesione, degli affetti, dell’educazione e delle tenuta di una famiglia e non c’è nessuna compensazione dal punto di vista della spesa sociale, e dell’accompagnamento al lavoro, della possibilità di lavorare. ( …)
Il video dell'intervista integrale
* l’intervista fa parte dell’audiovisivo “Volti, parole e pratiche politiche di donne” prodotto dal Comitato Romano 'Se Non Ora Quando' in occasione della manifestazione dell'11 dicembre