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"Donne sull'orlo di una crisi..." A Brontolo lunedi mattina alle 9.00
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di Giorgio Santelli

"Donne sull'orlo di una crisi..." A Brontolo lunedi mattina alle 9.00

Continua attenzione di Oliviero Beha e della redazione di Brontolo ai temi sociali. Lunedì alle 9,00 su Rai Tre, i riflettori dell'approfondimento settimanale, si accenderanno sulla crisi economica del Paese ma con un punto di vista particolare. Il titolo parla chiaro. "Donne di fronte a una crisi..." La crisi, che è anche di nervi, ovviamente, è però legata a quella economica e alle misure di Monti. Punto di vista femminile, dicevamo, come quello delle operaie della Omsa che interveranno in trasmissione. Ospiti in studio Chiara Saraceno, Ignazio Marino, Alessandra Mussolini, Paolo Villaggio e, da Bruxelles, la corrispondente Rai Giuseppina Paterniti. Servizi anche dagli inviati di Brontolo, questa volta in Sardegna, la regione italiana dove nascono, in assoluto, meno bambini.

La Sardegna da una parte e la vicenda delle operaie della Omsa dall'altra quali elementi che caratterizzeranno la puntata. Appuntamento, dunque, alle 9.00 su RaiTre. Nove della mattina, ci raccomandiamo... chiedendoci anche se una trasmissione settimanale come questa (vale la pena vedere i contenuti delle puntate precedenti sul sito Rai) non meriterebbe un orario diverso, una seconda serata. Maggiore platea e maggiore fruibilità per i telespettatori.

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Le 239 lavoratrici del sito produttivo di Faenza, il cui licenziamento è stato comunicato ufficialmente dopo mesi di trattative a poche ore dal Capodanno, effettivo a partire da metà marzo 2012 al termine di un periodo di cassa integrazione straordinaria ora in corso. Delocalizzazione è la parola magica. Non  azienda in crisi ma che sceglie di andare all'estero per diminuire i costi di produzione, a partire da quelli del lavoro. E in Italia parte la protesta con le iniziative "Boicotta Omsa" e "mai più Omsa".

L'APPELLO - Alle ore 12 del 3 gennaio, a meno di 48 ore dalla creazione, l'evento “Mai più Omsa”,  aveva raccolto tra gli utenti Facebook oltre 17mila iscritti. Intanto anche Twitter con gli hashtag #Omsa #goldenlady #boicottaomsa da un paio di giorni inizia a dare visibilità, mobilitare, fare da cassa di risonanza di una storia italiana dei tempi di crisi: il licenziamento collettivo di 239 operaie del sito produttivo Omsa di Faenza, comunicato ufficialmente dopo mesi di trattative a poche ore dal Capodanno, effettivo a partire da metà marzo 2012 al termine di un periodo di cassa integrazione straordinaria ora in corso. Una notizia definita dai sindacati un «colpo di mano», un comportamento «arrogante» da parte dell'azienda manifatturiera. Che avrebbe deciso già nel 2010 di spostare la sua produzione da Faenza alla Serbia, all'interno di un piano di ristrutturazione globale. Ecco perché in Rete si chiede ora di non facilitare il lavoro di un'azienda che «licenzia le sue dipendenti», boicottandone i prodotti, ma anche, più sensatamente, si propone di far circolare la notizia per «far cambiare idea alla proprietà». E gli utenti iscritti crescono a ritmi di una decina al minuto.

LA RISPOSTA – Omsa, le cui pagine web sono state bersagliate da commenti poco lusinghieri da parte di centinaia di utenti negli ultimi giorni, ha risposto con un commento: «Abbiamo preso in considerazione il vostro punto di vista e abbiamo conversato con voi più volte riguardo a tali avvenimenti. Rimaniamo aperti alla discussione, ma per una serena convivenza di chi utilizza la nostra community per altri scopi i commenti off topic o con un linguaggio scorretto verranno moderati».

IL PASSATO – In realtà il caso Omsa non è nuovo agli appelli in Rete e alla mobilitazione attraverso i social network: da oltre un anno per esempio è attiva la comunità di Facebook “Boicotta Omsa”, con relativo blog, voce di un appello firmato dai parlamentari di Italia dei Valori lo scorso anno in maggio, quando la notizia della delocalizzazione delle attività produttive iniziò a circolare e le operaie furono ospiti di trasmissioni tv nazionali. A supportare la causa delle operaie Omsa nacque anche un documentario (“Licenziata”) firmato dalle “brigate teatrali dell'Omsa” e nei mesi scorsi vari tentativi di boicottaggio, inclusi picchetti del sabato pomeriggio davanti ai negozi del marchio Golden Lady per impedirne gli acquisti all'interno.


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