di Santo Della Volpe*
Ieri ( 4 gennaio ndr.) i Carabinieri hanno arrestato a Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma, un camorrista sparito da tre anni, Antonio Petrozzi, 44 anni; è un elemento di spicco del traffico di stupefacenti. Da tre anni aveva fatto perdere le sue tracce. Deve scontare 10 anni di reclusione per traffico internazionale e spaccio di stupefacenti. Una buona notizia: ma, direte, che c’entra con Scampia? Non è che ogni volta che c’è di mezzo la camorra bisogna pensare a Scampia … Certo che no, Scampia non è solo Camorra e non ci sono solo le Vele in quel quartiere, ci sono le associazioni che lavorano da anni con i giovani, c’è la raccolta differenziata e tanto altro di buono, oltre che di "malamente".
Ma è una notizia; ed importante. Così come è una notizia il fatto che alcuni commercianti di Scampia, che ovviamente non lo dicono davanti ad una telecamera o ad un telefonino, abbiano fatto sapere per le solite vie traverse, che la camorra organizzata, i clan opposti, avevano deciso che ad una certa ora di sera dovevano chiudere negozi ed anche qualche bar, perché sarebbe successo "quel che doveva succedere". Ed è una notizia tragica, segno di una, diciamo, "propensione" a controllare il territorio. Che fare?
Scenario 1: non succede niente, nessuno si allarma, tranne i Carabinieri che fanno quello che devono, con discrezione indagano, cercano di dissuadere i commercianti dalla chiusura. Le associazioni si allarmano, ma devono fare il loro lavoro con i giovani. Organizzano il carnevale e gli spettacoli. Poi però potrebbe succedere che si spara davvero, potrebbe scattare il coprifuoco veramente. Purtroppo di Scampia si potrebbe tornare a parlare, come sempre; camorra, omicidi, sparatorie. E tutti a gridare che nessuno aveva fatto niente per prevenire quel che si sarebbe dovuto evitare. E, giustamente, le associazioni a dire ai giornalisti ed alle autorità, "venite solo quando si spara" non quando si cerca di combattere la camorra con la presenza ed il lavoro di chi agisce veramente sul territorio". Poi tutto finisce, per ricominciare la prossima volta…
Scenario 2: l’allarme viene dato, un po' per caso, un po' per scelta, una parlamentare, Pina Picierno, sensibile ed impegnata da sempre nell’antimafia, fa sapere su Twitter che gira questa voce del "coprifuoco camorristico" e scatta la mobilitazione, volontaria, estemporanea, ma politica. Dimostrare che Scampia non si chiude a comando; anzi, che il quartiere non è della camorra, ma dei cittadini, di quelli che vi abitano e vivono onestamente, e che lottano contro la camorra con l’aiuto fondamentale di quei gruppi ed associazioni che ci lavorano da anni, nella scuola, nel quartiere, nell' amministrazione. Scatta così "#Occupyscampia", sulla scia di quanto succede nel mondo con gli Indignati che uniscono richieste di cambiamento politico ed economico alla denuncia del malaffare e delle mafie. A questo punto anche le istituzioni, Prefetto, Questore, Carabinieri decidono di andare a fare una passeggiata, per dire ai cittadini tutti che le Istituzioni ci sono e vogliono esserci, non solo con le Volanti ed i Carabinieri, ma anche con le massime autorità del territorio. Per dire che lo Stato c’è, nonostante i problemi …. Sono notizie di cui occuparci, sono le "buone prassi" di cui parliamo, noi di Libera Informazione, da tempo, insieme alle denunce ed alle inchieste che facciamo quotidianamente e nelle nostre newsletter.
Non possiamo dire se questo basterà a fermare i camorristi alla ricerca di spazi di scontro nel quartiere; né possiamo dire se non ci saranno più intimidazioni e "consigli" di chiudere le serrande. Vedremo. Ma è certo che a Scampia, nonostante pioggia e neve, si sono viste istituzioni ed iniziative anticamorra a sostegno di quelle già esistenti, mentre sui giornali, tv e nei blog si è parlato per una volta di Scampia come quartiere dove si vogliono aprire gli spazi invece di chiuderli, dove è giusto mettere in risalto coloro che hanno trovato alternative culturali e di vita, quelli che ci lavorano e ci vivono (anche se hanno boicottato…) invece di parlare solo dei coprifuoco e dello spaccio di droga.
Dovere di parlarne, dovere d’esserci per noi dell’informazione: perché la lotta alle mafie, ed alla camorra, si fa insieme; sul territorio per chi ci vive ed ogni giorno ci combatte; sui giornali, radio e tv per chi deve accendere i riflettori dei Media su quartieri come Scampia ( e tenerli accesi, invece di spegnerli ed accenderli ad intermittenza); con le Istitituzioni che hanno il dovere di reprimere le mafie (Forze di Polizia, magistratura ecc.) e di trovare occupazione e futuro per i giovani; con i familiari delle vittime che chiedono giustizia.
Tutti insieme, lo ripetiamo da anni.
Senza particolarismi e rivendicazioni di chi vuole che il proprio orto (per quanto importante) sia più importante di quello del vicino di battaglia comune. E senza la logica del piccolo orizzonte di chi vuole impedire ad altri di venire a dare una mano pensando che invece venga a pestare il proprio terreno seminato e difendendolo come se altri, venendo a dare la propria solidarietà, la propria forza, vogliano solo fare passerella rovinando le giovani piantine del campo dissodato...
E allora occupiamoci di Scampia, invece di Occupyscampia: va benissimo, ma aprendoci sguardi ed orizzonti. Se l’obiettivo è comune, tutti dobbiamo puntare a quel traguardo e ben venga l’allargamento del fronte: ben venga il “codazzo” di tv e giornalisti. E chiediamo che vengano anche quando si festeggerà il Carnevale con i ragazzi e quando si farà il concerto con i giovani musicisti e quando si potrà anche festeggiare nel centro del quartiere l’arresto del boss camorrista ed insieme,in piazza, dire che la disoccupazione nel quartiere sarà diminuita e che le Vele saranno state finalmente abbattute, facendo vedere lo “scamozzo” del cemento in prima serata Tv.
Noi ci saremo, sempre; a Carnevale ed anche quando si saranno realizzati sogni e programmi: con l’aiuto di tutti, anzi, con il lavoro di tutti. Solo allora vedremo che i germogli seminati sono diventati persone e pensieri adulti, anche se qualcuno è venuto,un giorno a pestare il terreno seminato, magari aiutando così a dissodarlo ulteriormente per far crescere i germogli…
*tratto da www.liberainformazione.org