Articolo 21 - IDEE IN MOVIMENTO
Scampia, un quartiere da aiutare
di Pietro Nardiello*
Come bisogna intervenire a Scampia, al di là del normale controllo del territorio che svolgono le forze dell’ordine? per risolvere quei problemi cronici che affliggono questo rione napoletano dove vi abitano oltre centomila persone.
Nei giorni scorsi, grazie ad un tam tam esploso nella rete web si è pensato di “occupare Scampia”, un’idea ben presto rientrata e rimodulata con la proposta di “occuparsi di Scampia”. Mettendo da parte i giudizi formulati sulla serata quando "anche il freddo era colluso" e sull’eventuale "sciacallaggio mediatico" realizzato dal servizio pubblico, di Scampia bisogna occuparsene, ovvio, ma solamente con azioni radicate e continuate. Questo lo sanno bene le associazioni del quartiere come il Gridas, Resistenza Anticamorra e Mammut e le tante altre che non cito solo per motivi di spazio. Le manifestazioni che possono aiutare gli oltre centomila abitanti del quartiere a non sentirsi soli sono necessarie, ma le luci devono rimanere accese 365 giorni l’anno e non solo quando occorre alimentare eventuali interessi di parte.
Cosa serve a Scampia e a chi opera quotidianamente in questo rione? Le associazioni rispondono in coro che il lavoro è la prima e unica alternativa che si possa offrire ai ragazzi che possono, così, non adeguarsi alle opportunità che loro offre la camorra.
L’associazione “Resistenza Anticamorra”, guidata da Ciro Corona, sta lavorando per avviare un Ristorante sociale, che riprende, in grandi linee, la Nuova Cucina Organizzata di San Cipriano D’Aversa condotta da Peppe Pagano e nel quale saranno inseriti ragazzi che possono scontare, in questo modo, una pena alternativa al carcere. La politica potrebbe aiutare Ciro intervenendo sulle difficoltà che l’associazione sta incontrando per ricevere, definitivamente, in affido il bene confiscato dove vorrebbero far nascere quest’attività. A questo aggiungo che la politica potrebbe e dovrebbe, se veramente vuole aiutare le periferie napoletane a combattere la camorra, sostenere anche i ragazzi della Bottega delle Meraviglie a riaprire il wine bar di Forcella che offriva lavoro a giovani del rione chiuso, purtroppo, da alcuni mesi. Queste realtà potrebbero essere messe in rete collegandole alle strutture ricettive e agenzie turistiche del circuito del FAI anti racket di Napoli e il tutto, infine, lo si potrebbe far diventare un pacchetto turistico appetibile per un tour operator nazionale che si rivolge soprattutto ai giovani.
Diamo luogo a una tavola rotonda proprio in quel di Scampia, intervengano le associazioni che quotidianamente lavorano per questi due quartieri, il consorzio Prodos ed infine anche don Aniello Manganiello e don Lugi Merola che hanno sempre lavorato al fianco della gente. Occupiamoci in questo modo di Scampia e dei quartieri a rischio di Napoli provando, così, a offrire risposte concrete alle esigenze dei giovani.
*tratto da Repubblica Napoli
Nei giorni scorsi, grazie ad un tam tam esploso nella rete web si è pensato di “occupare Scampia”, un’idea ben presto rientrata e rimodulata con la proposta di “occuparsi di Scampia”. Mettendo da parte i giudizi formulati sulla serata quando "anche il freddo era colluso" e sull’eventuale "sciacallaggio mediatico" realizzato dal servizio pubblico, di Scampia bisogna occuparsene, ovvio, ma solamente con azioni radicate e continuate. Questo lo sanno bene le associazioni del quartiere come il Gridas, Resistenza Anticamorra e Mammut e le tante altre che non cito solo per motivi di spazio. Le manifestazioni che possono aiutare gli oltre centomila abitanti del quartiere a non sentirsi soli sono necessarie, ma le luci devono rimanere accese 365 giorni l’anno e non solo quando occorre alimentare eventuali interessi di parte.
Cosa serve a Scampia e a chi opera quotidianamente in questo rione? Le associazioni rispondono in coro che il lavoro è la prima e unica alternativa che si possa offrire ai ragazzi che possono, così, non adeguarsi alle opportunità che loro offre la camorra.
L’associazione “Resistenza Anticamorra”, guidata da Ciro Corona, sta lavorando per avviare un Ristorante sociale, che riprende, in grandi linee, la Nuova Cucina Organizzata di San Cipriano D’Aversa condotta da Peppe Pagano e nel quale saranno inseriti ragazzi che possono scontare, in questo modo, una pena alternativa al carcere. La politica potrebbe aiutare Ciro intervenendo sulle difficoltà che l’associazione sta incontrando per ricevere, definitivamente, in affido il bene confiscato dove vorrebbero far nascere quest’attività. A questo aggiungo che la politica potrebbe e dovrebbe, se veramente vuole aiutare le periferie napoletane a combattere la camorra, sostenere anche i ragazzi della Bottega delle Meraviglie a riaprire il wine bar di Forcella che offriva lavoro a giovani del rione chiuso, purtroppo, da alcuni mesi. Queste realtà potrebbero essere messe in rete collegandole alle strutture ricettive e agenzie turistiche del circuito del FAI anti racket di Napoli e il tutto, infine, lo si potrebbe far diventare un pacchetto turistico appetibile per un tour operator nazionale che si rivolge soprattutto ai giovani.
Diamo luogo a una tavola rotonda proprio in quel di Scampia, intervengano le associazioni che quotidianamente lavorano per questi due quartieri, il consorzio Prodos ed infine anche don Aniello Manganiello e don Lugi Merola che hanno sempre lavorato al fianco della gente. Occupiamoci in questo modo di Scampia e dei quartieri a rischio di Napoli provando, così, a offrire risposte concrete alle esigenze dei giovani.
*tratto da Repubblica Napoli
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