di Redazione
Milano sabato 13 febbraio non è stata solo una città messa sotto assedio dopo l’omicidio del giovane egiziano, ma un luogo in cui si è parlato, nella totale assenza dei media, di Libera Rete in Libero Stato per dire no alla censura che il Decreto Romani vuole mettere al Web. E’ partita la protesta dei blogger Piero Ricca, Giulio Cavalli e Claudio Messora che proseguirà a Roma il 20 febbraio. Ad organizzare l’incontro con i tanti cittadini intervenuti al Teatro Blu è stata l’associazione di Ricca Qui Milano Libera. Sono intervenuti: Vittorio Agnoletto, Guido Scorza, Marco Trotta, Daniele Bianchessi, Vincenzo Vita, Roberto Zaccaria, sul palco a rappresentare Articolo 21 Loris Mazzetti. La libertà di espressione e informazione sul Web è sotto attacco, il governo sta tentando di imporre nuove regole, nascondendosi dietro ad una direttiva dell’Unione Europea che nulla ha in comune con il Decreto Romani. Silvio Berlusconi, padrone di Mediaset (per capitale) e di buona parte della Rai (per decreto), vuole, attraverso un nuovo editto, impedire la libertà del cittadino di essere informato anche attraverso Internet.
Come ha denunciato Messora, sarebbe sufficiente dare voce ai cittadini de L’Aquila per capire esattamente a che punto è la ricostruzione, ma in molte zone dell’Abruzzo la banda larga non arriva e nei momenti successivi al terremoto solo in certe tendopoli il libero accesso era possibile.
Un paese che discute se Morgan deve o non deve andare al Festival di Sanremo, del modo in cui il capo della Protezione Civile Bertolaso “scarica” lo stress da lavoro, invece del malaffare istituzionale, della nuova tangentopoli, che nasconde le iniziative contro le oltre mille morti sul lavoro che ogni anno accadono nei cantieri e nelle fabbriche e che non si indigna se, con la scusa della par condicio, viene tolto dal palinsesto di RaiUno un programma dedicato a Vittorio Bachelet, servitore dello Stato, ucciso per mano dei terroristi trent’anni fa, non è degno di definirsi civile. L’incontro di Milano è servito anche ai cittadini come assunzione di responsabilità. E’ sufficiente?