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Piazza Farnese diventa per un giorno "piazza verde"
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di Nicola Lofoco

Piazza Farnese diventa per un giorno "piazza verde"

“ Continueremo a batterci per il rispetto della democrazia e dei diritti umani in Iran”. Con queste parole Mahmood Amiry Moghdan, portavoce del Network Iran Human Rights, chiude la manifestazione “Piazze Verdi per la libertà in Iran” , che si è svolta domenica 14 Febbraio presso Piazza Farnese a Roma. Presente anche una delegazione di Amnesty International e degli stuendti iraniani in Italia. Nel giorno di San Valentino, Piazza Farnese ha ospitato le rivendicazioni e le istanze di chi chiede il rispetto dei diritti umani nel paese dei Pasdaran. Le contestazioni seguono la stessa lunghezza d’onda di proteste nate nel giugno del 2009, quando la vittoria di Mahmud Ahmadinejad e la sua conseguente riconferma a capo del governo iraniano, furono duramente contestate dagli oppositori, che avevano apertamente accusato il governo di brogli nelle elezioni. Una protesta molto dura, fatta anche contro l’Ayatollah  Alī Ḥoseynī Khāmeneī , guida spirituale suprema dell’Iran, che aveva in modo incondizionato appoggiato la candidatura di Ahmadinejad. Ed arrivano anche in questi giorni notizie di repressioni fatte in modo violento contro le manifestazioni dei dissidenti. “Chiediamo al governo italiano di avere un rapporto con l’Iran basato sul rispetto della libertà e dei diritti umani”, ha continuato Moghdan, affermando anche che “ non vi sono segnali che il governo iraniano voglia rinunciare alla violenza contro gli oppositori. Per questo, tutta la comunità internazionale deve riconoscere le legittime istanze del nostro popolo. Vi è il rischio di entrare in una spirale di violenza che può portare a risultati imprevedibili”. Ha poi continuato il suo intervento evidenziando la questione del nucleare , affermando che “ le armi nucleari presenti in Iran sono una minaccia anche per la popolazione. Un Iran democratico può essere un elemento fondante per una pace stabile e duratura in tutto il medio oriente”.Durante il dibattito, ha preso la parola anche Amhad Rafat, portavoce internazionale del movimento per la libertà di espressione in Iran, che non crede alla possibilità di un ritorno alle urne, ma a quella di un referendum: “Crediamo in modo convinto che la fase di ripetere le elezioni sia ormai superata. Ormai non ci sono più margini di trattativa per chiedere di tornare alle urne. La proposta che ora ci sembra più plausibile ed accettabile è quella di un referendum, fatto sotto il controllo delle Nazioni Unite, che dia la possibilità a tutti gli iraniani di poter esprimere il proprio parere sulla forma di stato che vogliono. Tutto questo per noi sarebbe un gran sintomo di democrazia.” E sottolinea come sia necessario che in Iran si vada oltre la repubblica islamica: ”Noi pensiamo che sia giusto andare oltre quello che è accaduto con la rivoluzione Khomeinista. In ogni caso, la parola spetta sempre al popolo.” Al termine della manifestazione , abbiamo chiesto a Rafat come sono i rapporti tra le loro organizzazioni ed il governo italiano: “Nessuna nazione Europea è stata più solidale con l’Iran di quanto non lo sia stata l’Italia. A Salemi, in Sicilia, è stata dedicata una via agli studenti iraniani che si sono battuti contro l’oppressione. Però, ultimamente, ci saremmo aspettati molto di più dal governo Berlusconi, soprattutto dopo il suo ultimo viaggio in Israele. Ultimamente abbiamo avuto anche il divieto di manifestare di fronte all’ambasciata iraniana, una decisione che certo non ci fa piacere”.” Il network “Iran Human Rights” riunisce attivisti per i diritti umani che lavorano , sia in Iran che all’estero, contro le condanne a morte e le violazioni dei diritti umani. Il network, che non fa riferimento ad alcun partito politico o ad alcuna organizzazione, ha annunciato anche che continuerà ad organizzare altre manifestazioni in Italia, dove continuerà la sua campagna di sensibilizzazione sulla questione iraniana.

 


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