di Maria Magarik
E' “ Koza Nostra ” uno dei brani piu’ cantati e ballati nei locali notturni e discoteche di Mosca e di altre città russe. Scritto qualche tempo fa , e interpretato dalla biondissima Glukoza la canzone che si ispira alla mafia siciliana improvvisamente ha scalato la hit parade . Il brano spopola anche su Youtube. Nel video, una specie di videogioco tridimensionale , una ragazza mette gli occhiali da sole e tra un’abito da sposa e il giubotto antri-proiettile sceglie il secondo, indossa gli occhiali da sole e prende in mano un Kalashnikov e si lancia in scorribande , con spari, morti ammazzati, auto esplose, attentati e sangue che scorre a fiumi. Le parole hanno poco significato: si parla di maschi bugiardi e alle donne, vittime degli inganni, si consiglia la vendetta . Inseguire i traditori con le pistole al vento, premere il grilletto a freddo. Significativo il ritornello: quel “Cosa nostra” martellante, che entra nella testa e si fissa come una parola che è parola d'ordine , come stile di vita . Essere mafiosi - questo l'inquietante messaggio del popolare brano - vuol dire essere forti . Quelli che hanno sempre l’ultima parola, quelli che ottengono ciò che desiderano. “Mettono tutti e tutto sotto il tacco” , canta Gliukoza nel brano “Cosa nostra ".
“A Mosca, come nel Sud d’Italia ha vinto definitivamente la mafia” – diceva , con amarezza , Giorgio Bocca a commento del suo saggio sulla camorra a Napoli.
E ha ragione pienamente. A Mosca la mafia trionfa nell’economia, nei piccoli gesti di ogni giorno, nell’immaginario collettivo. Ecco alcune parole che ormai da anni si sentono nelle conversazioni tra amici. “Krysha” vuol dire " protezione mafiosa " , “Attivare il conto alla rovescia” equivale alla scadenza drammatica che ha la vittima per pagare il pizzo, “blat” è un’amicizia, un legame per fare le cose “aumma, aumma”.
La mafia , quella italiana , è entrata nell’immaginario russo negli anni ’80, quando l’intero Paese si fermava davanti agli schermi per guardare “La piovra”. L’URSS, dilaniato dalla profonda crisi economica, l'URSS dei negozi vuoti, delle file davanti ai negozi degli alimentari, quel Paese in crisi si stordiva con le avventure dei clan, e le donne si innamoravano di Michele Placido. Persino in una sperduta cittadina degli Urali le bande di giovani si ispiravano e imitavano i costumi dei capoclan. Rayban neri, i baffi e le coppole che venivano comprati in Georgia che allora faceva ancora parte dell’Unione Sovietica.
Sono passati molti anni, la mafia russa si e’ evoluta, è diventata una delle mafie piu’ spietate del mondo. Non rispetta alcun codice, è infiltrata ovunque. Controlla intere regioni del Paese , fa fuori i giudici coraggiosi . La cronaca di tutti i giorni è piena di fatti di sangue e nessuno si stupisce piu’. Perché negli anni ’90, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica e la fine delle ideologie, la mafia si è impadronita delle teste. “Kriminal”, cosi’ si chiama un’intera corrente della produzione culturale che si compra e si vende. Basta citare un serial televisivo , “Birgada” guardando il quale è cresciuta un’intera generazione di ventenni russi. Racconta di ragazzi di Mosca, entrati nei clan locali alla fine degli anni 80 come soldati semplici e attraverso le spietate faide, guerre, massacri sono diventati nel 2000 veri “avtoritety” , autorità , cioe’ dei capimafia. Alcuni di loro persino“oligarchi”. In ogni film è sempre presente un boss locale, quasi un’istituzione. E sempre lui, il boss a risolvere i problemi.
La piovra è ovunque. L’allarme è stato lanciato dal presidente Medvedev. Gli uomini di cultura cominciano ad interrogarsi sull’esaltazione della criminalità organizzata fatta dai mass-media. Ma “Il primina” regna ovunque. L’unica consolazione è che i boss hanno migliorato i loro gusti cinematografici. Ora guardano la saga del “Padrino” di Coppola, vestono Armani e hanno i conti in Svizzera . Intanto , il Paese continua a ballare accopmpagnato dalle note di “Koza Nostra” , cantata da Glukoza, vincitrice , qualche anno fa , del format “Amici” gentilmente concesso alla televisione di Mosca da Mediaset.