di Domenico d'Amati
Non è vero che, come ha detto il ministro La Russa al Corriere della Sera, il Tribunali Regionali Amministrativi debbano automaticamente adeguarsi alle direttive loro impartite dal Governo con il decreto legge in materia di procedure elettorali. I Tribunali potrebbero infatti, ed anzi dovrebbero, sollevare una questione di legittimità costituzionale trasmettendo gli atti alla Consulta per evidente contrasto del c.d. “decreto interpretativo” con le norme della Costituzione (art. 101) e dei trattati europei che tutelano l’indipendenza della magistratura.
E’ da poco entrato in vigore il Trattato di Lisbona, che include fra i principi fondamentali dell’Unione Europea il diritto all’indipendenza e all’imparzialità del Giudice (art. 47 della Carte di Nizza). Le norme europee sono vincolati per il legislatore italiano in base all’art. 117 della Costituzione.
Quando La Russa dice “ora è impossibile che il TAR ci dia torto”, ammette pubblicamente la volontà governativa di interferire nei processi in corso sulle note vicende elettorali e di costringere i Giudici a pronunciarsi a favore del Pdl.
Il fatto che il Presidente della Repubblica non abbia ritenuto di rilevare la manifesta incostituzionalità del provvedimento non impedisce un intervento della Corte Costituzionale, come è già accaduto nel caso del lodo Alfano.