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Garimberti torni ad essere garante!
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di Redazione

Garimberti torni ad essere garante!

"Garimberti non metta all'ordine del giorno del Cda Rai le proposte che arrivano dal direttore generale Mauro Masi. Cosi' si paralizza il Consiglio d'amministrazione". E' l'appello che una rete di associazioni, parlamentari e organizzazioni, chiamate a raccolta da Articolo 21, rivolge al presidente della Rai Paolo Garimberti. In conferenza stampa a Montecitorio, l'avvocato Domenico D'Amati spiega che "anche senza il parere dei consiglieri, il presidente Rai ha il potere di stabilire l'ordine del giorno delle riunioni del Consiglio di amministrazione. Sarebbe piu' che giustificato che lui dicesse che non prende piu' in considerazione le proposte da calendarizzare che arrivano dal  direttore generale Mauro Masi. Il motivo? Perche' Garimberti non puo' sapere se sono proposte di Masi o del presidente del Consiglio. In questo modo creerebbe una situazione esplosiva che potrebbe determinare la paralisi del Cda Rai". Accanto a D'Amati, ci sono il portavoce di Articolo 21 Beppe Giulietti, Tana De Zueleta, il senatore del Pd Vincenzo Vita. Presenti anche i deputati democratici Emilia De Biase, Walter Verini, Vinicio Peluffo. Alla mobilitazione aderiscono anche il segretario della Fnsi Roberto Natale, il capogruppo di Idv Massimo Donadi mentre nelle prossime ore sara' lanciato un appello aperto a tutte le forze politiche e sociali. "Garimberti deve prendere coscienza che e' venuto il momento di svolgere il suo ruolo di presidente garante. Sappia che sul piano legale e' pienamente in condizione di farlo", aggiunge D'Amati. La proposta di Articolo 21 e degli altri aderenti e' scritta nero su bianco in una lettera recapitata al presidente della Rai.
Vincenzo Vita chiede "se Mauro Masi possa continuare a fare il direttore generale come se nulla fosse" e annuncia di aver inviato una lettera al presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, perche' la commissione di San Macuto "discuta di lui, oltre che di Minzolini". Da molte redazioni, aggiunge, "giungono grida di dolore. E' in corso una vastissima forma di epurazione di giornalisti sgraditi che si aggiungono alle affermazioni di Masi, secondo il quale Ruffini e' stato cacciato per una questione politica. E' una cosa gravissima, vero e proprio squadrismo mediatico". La situazione del Tg1 sara' materia per un'indagine a se'. D'Amati coordinera' un vero e proprio pool di inquirenti.
"Ci arrivano notizie allarmanti- spiega- e' stato fatto circolare un foglio per raccogliere firme pro-Minzolini. E' una cosa bieca, che viola il divieto di indagini sulle opinioni dei lavoratori stabilito dall'articolo 8 dello statuto dei lavoratori. Il segretario della Fnsi Natale assicura il sostegno del sindacato. "Metteremo a disposizione tutti gli elementi di conoscenza in nostro possesso che riguardano la Rai e il servizio pubblico. A noi non interessa se Minzolini e' indagato o meno. Ci preoccupa invece che sia stata calpestata la deontologia professionale". La mobilitazione contro le pressioni sull'informazione oltrepassa i confini nazionali. Lunedi' prossimo Beppe Giulietti interverra' al Parlamento europeo per chiedere che sia accertata la violazione dei trattati internazionali in materia di libero mercato visto che il presidente del Consiglio e' anche proprietario del principale concorrente della Rai. Il prossimo passo, aggiunge, e' la richiesta alla Corte dei conti di quantificare i danni erariali alla tv pubblica. "In Rai il codice etico si applica, ma al contrario". E' di Articolo 21 una forte presa di posizione contro quelle che il portavoce dell'associazione Giuseppe Giulietti ha definito "azioni di intimidazione e punizione, gravissimi casi di rovesciamento del principio di lealta' per cuichi fa il proprio mestiere e' vittima di mobbing". "In attesa di sospendere intercettati o intercettandi, la Rai ha deciso di sospendere Loris Mazzetti, uno degli autori piu' liberi, perche' aveva scritto sul 'Fatto' proprio per denunciare la rottura etica in azienda -ha spiegato Giulietti. Mentre su Ruffini, rimosso perche' andava promosso, si chiede l'apertura di una inchiesta per aver detto di avere dubbi sulla chiusura delle trasmissioni di
approfondimento in campagna elettorale". Infine la richiesta all'Agcom e al cda Rai di "fare fuori le mele marce: chi concorda chiusure di trasmissioni e demansionamenti tradisce il patto che lo lega al servizio pubblico. D'Amati lo dice con un paragone choc: "Alcuni consiglieri Rai di maggioranza, di fronte alle pressioni, dicono: 'ma io che ci posso fare? Io faccio quello che dice il capo'. Ritorna la cultura dell'obbedienza a ogni costo. Ricordo che 'il mio onore e' la fedelta'' era il motto di una certa organizzazione tedesca".


Giovedì 18 marzo alle ore 12:30, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, Articolo 21 terrà una conferenza stampa  per presentare il testo della lettera indirizzata al Presidente del CDA della Rai, Paolo Garimberti.  “I legali di Articolo hanno predisposto una lettera nella quale si richiamano i doveri e le responsabilità del Presidente del CDA dell’azienda. In questo momento – si legge nella lettera – è urgente e necessaria una presa di distanza da quanto messo in campo dal Direttore Generale per il ripristino della autonomia decisionale dell’organo di governo dell’azienda pubblica. Per questo abbiamo deciso di iniziare la lettera con lo slogan fermateli… fermatevi”. Alla conferenza stampa saranno presenti l’Avvocato Domenico d'Amati, il presidente Federico Orlando, il portavoce Beppe Giulietti, il segretario Tommaso Fulfaro, il coordinatore dei Parlamentari di Articolo 21 Vincenzo Vita e i deputati che aderiscono all’associazione.
Come contrastare, insomma, la deriva politica e morale che sta vivendo il paese in questo “autunno del patriarca-sultano”? Come difendere gli ultimi spazi di democrazia, di libertà d’informazione, i diritti ad essere informati correttamente e a poter conoscere la realtà vera della società italiana, attraversata da una crisi economica e sociale senza precedenti? E che dire dell’assenza informativa del servizio pubblico e non solo sullo svolgimento della campagna elettorale per le Regionali? Stiamo attraversando un lungo tunnel grigio del regime autocratico, imposto da 16 anni d berlusconismo imperante, al termine del quale si incomincia forse ad intravedere la luce. Ma quanti saranno i colpi di coda di questo regime? E chi e come colpirà ancora?
Intanto Articolo 21 cerca di illuminare con gli altri movimenti della società civile tutti i lati oscuri di queste vicende: dalle intercettazioni alle epurazioni, al ruolo dei “servitori dello stato”, fino a vigilare sulle decisioni delle istituzioni interessate al ripristino di un corretto svolgimento della vita democratica.
Ne abbiamo parlato con l’avvocato Domenico D’Amati, presidente del comitato giuridico-scientifico di Articolo 21, e con il consigliere RAI, Giorgio Van Straten.

Avvocato D’Amati, come intervenire sul ruolo di alcuni personaggi che dovrebbero tutelare il bene pubblico, mentre, come si evince dalle intercettazioni di Trani, hanno fatto tutt’altro?
Intanto, Articolo 21 chiede al Presidente della RAI Garimberti di bloccare ogni iniziativa del Direttore Generale della RAI, Masi, perché dalle intercettazioni telefoniche è risultato che egli ha agito nell’interesse del Presidente del consiglio e non dell’azienda di servizio pubblico.In particolare, Garimberti non dovrà mettere all’ordine del giorno del CDA le proposte di Masi. Anche se ciò potrà determinare la paralisi dell’azienda, sarà sempre meglio che continuare col sistema sinora seguito. E’ un richiamo alle funzioni di garanzia che il presidente deve svolgere.

C’è, comunque, il problema anche del commissario dell’ACGCOM, Innocenzi,cosa ne pensi?
R. Può essere affrontato i due sedi: l’AGCOM stessa deve sospendere Innocenzi dalle sue funzioni, in attesa che la sua posizione sia chiarita  in sede giudiziaria. L’altra è la Procura di Trani, che potrebbe a sua volta chiedere che sia disposta l’inibizione di Innocenzi dall’esercizio del suo incarico, come misura cautelare.



Professor Van Straten, insieme al suo collega Rizzo Nervo avete chiesto le dimissioni Masi. Su quali basi?

Sulle basi che ci sembra incompatibile la sua funzione di Direttore Generale con il subire pressioni esterne e, anzi, vantarsi di aver compiuto atti non nell’interesse dell’azienda, ma nell’interesse di chi le ha chieste..

Non tutta l’opposizione ha chiesto le dimissioni, mentre la maggioranza del CDA ha subito sottoscritto un documento di solidarietà a Masi, però.
Intanto, che si ragioni in termini di maggioranza e minoranza nel CDA è abbastanza preoccupante. Non dovrebbe esser così in un’azienda. Ognuno valuta le situazioni con la propria sensibilità: umana e politica.  E in questo senso, per altro, la dichiarazione del consigliere  De Laurentiis era molto dura  nei confronti del DG, pur non chiedendone le dimissioni.

C’è chi fa notare la contemporaneità dell’incontro tra il consigliere Verro e il viceministro Romani a Palazzo Grazioli con Berlusocni con  la presa di posizione a favore di Masi.
Trovo un segno preoccupante per lo stato di questo paese che, aldilà dei suoi contenuti, si ritenga normale che un consigliere di amministrazione della RAI faccia una riunione col Presidente del consiglio e col ministro competente. Anche se avessero parlato del tempo!

Resta l’atteggiamento del direttore del TG1, Minzolini, che tra l’altro aveva fatto un editoriale definendosi non indagato a Trani. Chiederete una rettifica come per il caso Mills. O sosterrete le sue dimissioni?
Su Minzolini credo che la cosa più seria sia l’apertura di un’indagine interna nei suoi confronti, che proceda all’acquisizione di tutti gli atti che lo riguardano presso la Procura di Trani. Anche la mancanza di rettifiche diventa così un aspetto rilevante dell’indagine interna.


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