di Ambra Murè
59 anni. Palermitano. Architetto di successo. Cattolico impegnato e stimato dalle gerarchie ecclesiastiche. Ex segretario nazionale del Movimento cristiano dei lavoratori. Uomo insospettabile in contatto con i protagonisti della politica siciliana, che riceveva telefonate e organizzava incontri addirittura col governatore Raffaele Lombardo. E’ questa la fotografia di Giuseppe Liga, arrestato all'alba dalla Guardia di Finanza di Palermo e sospettato di aver raccolto su di sé l’eredità ingombrante del boss Salvatore Lo Piccolo, finito in manette nel 2007. A lui si è arrivati grazie a intercettazioni e grazie alle dichiarazioni di diversi testimoni di giustizia. Ma l’indagine è partia ben prima. "L'architetto" compariva infatti anche in alcuni pizzini sequetrati ai Lo Piccolo.
Secondo il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, l'arresto di Liga dimostra ciò che molti ripetono da sempre, ovvero che Cosa Nostra ha appeso al chiodo coppola e lupara per dedicarsi agli affari e alla politica, in un crescente processo di finanziarizzazione.
ASCOLTA L'INTERVISTA A ANTONIO INGROIA