Articolo 21 - INFORMAZIONE
A Giancarlo Bo il Premio Gonella alla carriera
di Ugo Dinello
Vedere gli applausi scroscianti da quelle "belve" che sono i giornalisti quando giudicano un collega avrebbe commosso anche un caimano. Giancarlo Bo, colonna portante dell'informazione veneta, ha invece ringraziato ieri nel ricevere a Venezia la 12° edizione del Premio Gonella alla carriera, inappuntabile come sempre sottolineando non tanto i tanti traguardi del suo modo di fare il "mestiere" (64 anni di ininterrotto impegno giornalistico. È rimasto 12 anni al Gazzettino, dove ha iniziato nel 1947, poi 4 anni a Milano alla Domenica del Corriere e, quindi, 28 anni alla Rai di Venezia. Negli anni ha collaborato, tra gli altri, con The New York Times, Newsweek, United Press Association e Il Corriere della Sera) quanto il bisogno sempre più forte di difendere l'informazione. Secco, senza fronzoli, vero.
Perché se Giancarlo Bo è riuscito a mantenere salda la barra dell'informazione della Rai del Veneto, negli anni durissimi dell'attacco del terrorismo alle isrtituzioni della Repubblica, è a figure come lui che oggi la stragrande maggioranza dei giornalisti del servizio pubblico guardano per difendere l'informazione dagli attacchi, se possibili ancora più duri, che la politica fuori dalle regole sta portando avanti in queste ore.
"Di gentiluomini conservatori che avevano come unica discriminante la autenticità della notizia c'è grande nostalgia nei posti di comando dell'informazione nazionale - ricorda Beppe Giulietti, uno dei "giovani" allevati da Bo in Rai - e fa piacere vedere come gli uomini e le donne che compongono l'azienda radiotelevisiva pubblica si rifacciano in molti casi a figure come lui. Un gentiluomo liberale che mai avrebbe tolto una riga da un servizio sapendo che la notizia contenuta in quella riga era vera".
Perché se Giancarlo Bo è riuscito a mantenere salda la barra dell'informazione della Rai del Veneto, negli anni durissimi dell'attacco del terrorismo alle isrtituzioni della Repubblica, è a figure come lui che oggi la stragrande maggioranza dei giornalisti del servizio pubblico guardano per difendere l'informazione dagli attacchi, se possibili ancora più duri, che la politica fuori dalle regole sta portando avanti in queste ore.
"Di gentiluomini conservatori che avevano come unica discriminante la autenticità della notizia c'è grande nostalgia nei posti di comando dell'informazione nazionale - ricorda Beppe Giulietti, uno dei "giovani" allevati da Bo in Rai - e fa piacere vedere come gli uomini e le donne che compongono l'azienda radiotelevisiva pubblica si rifacciano in molti casi a figure come lui. Un gentiluomo liberale che mai avrebbe tolto una riga da un servizio sapendo che la notizia contenuta in quella riga era vera".
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