di redazione
Lunedì 2 novembre un gruppo di lavoratori della Merloni di Gaifana aderenti alla Fiom-Cgil, salirà in cima alla Torre del Campanaccio di Nocera Umbra, per protestare contro la grave situazione di crisi in cui versa l'azienda ormai da diverso tempo. Situazione resa ulteriormente complessa dalla mancanza di acquirenti nonostante i bandi di vendita pubblicati dai Commissari dell'azienda. ''Alla scadenza dei bandi non abbiamo notizia dell'arrivo di offerte concrete ai commissari straordinari - afferma il segretario della Fiom di Perugia Francesco Giannini - e questo riduce ulteriormente le nostre speranze per una possibile soluzione positiva della vertenza. Come se non bastasse, sono scaduti i termini per la restituzione del prestito di 30 milioni di euro concessi da Bruxelles all'amministrazione straordinaria e questo aggrava il rischio che i commissari possano pensare di portare i libri in tribunale, con tutte le conseguenze occupazionali e sociali che ne conseguono''
Il sindacato stima che, se la vertenza Merloni si dovesse concludere in maniera negativa "la perdita occupazionale si aggirerebbe intorno ai 2 mila posti di lavoro (1000 dipendenti diretti, 1000 dell'indotto) che si andrebbero a sommare ad altri 1000 derivanti dalla crisi della ceramica, dell'edilizia e del terziario, quest'ultima dovuta in gran parte alla contrazione dei consumi, conseguenza diretta della crisi occupazionale determinata dalle vicende delle Merloni stessa (centinaia di cassaintegrati)". Le richieste finora avanzate dai sindacati stessi e dalle amministrazioni locali non hanno infatti avuto alcun riscontro. Mesi addietro era stato interpellato lo stesso Ministro Matteoli, per chiedere l'apertura di un tavolo sulla crisi della fascia appenninica, già duramente provata dalla crisi del settore della ceramica e dell'edilizia. Richiesta rimasta inascoltata, mentre la provincia ha convocato per il 20 novembre un consiglio provinciale straordinario. Gli operai non sembrano avere altra scelta che ricorrere ad un'azione eclatante."La scelta del 2 novembre, giorno dei Morti, non e' causale - spiega il segretario della Cgil di Perugia - il nostro e' infatti un ultimo disperato tentativo di scongiurare la chiusura e quindi la 'morte' di una delle principali aziende della regione. Abbiamo scelto questa data proprio per sfidare un destino che al momento sembra inevitabile".
Si schiera con gli operai anche il sindaco, Donatello Tinti, che lunedì sarà sulla torre insieme a loro: “ Voglio denunciare il grave silenzio del Governo sulla crisi dell’Antonio Merloni, fabbrica che dava lavoro ad oltre mille persone e la cui chiusura metterà in ginocchio l’intera economia non solo del mio comune ma di una parte consistente della regione umbria... E’ triste che in questo paese, per mettere in evidenza il dramma della perdita del lavoro, bisogna fare iniziative così clamorose e pericolose.”