di Marco Bazzoni
Oggi c'è stato un grave incidente sul lavoro alla centrale Enel di Civitavecchia, che ha provocato la morte di un operaio e l'infortunio di altri tre. L'Enel dice di aver "attuato tutte le misure di sicurezza previste" , ma non vedo come questo sia possibile, dato che se così fosse quel operaio sarebbe ancora in vita e quel tubo non sarebbe neanche esploso. Quindi inviterei l'Enel a più cautela quando rilascia dichiarazioni del genere. Ogni anno nel nostro paese di verificano un milione di infortuni, secondo i dati forniti dall'Inail, ma considero questo dato sottostimato, dato che moltissimi infortuni non vengono denunciati, perchè fatti passare come malattia o perchè capitati a lavoratori "in nero". Quando si è precari o irregolari, si è ricattabili. Si stima che i mancati infortuni denunciati siano almeno 200 mila l'anno. Per L'Inail nel 2009 gli infortuni mortali scenderanno sotto quota 1000, ma questo non mi fa stare tranquillo, considerando che questo calo è dovuto principalmente alla crisi che c'è in Italia (cassaintegrazione, mobilità, aziende chiuse). E' evidente che appena la crisi finirà, gli infortuni subiranno un impennata. Oggi, come sempre accade quando c'è un grave incidente sul lavoro, ho assistito alle solite "lacrime di coccodrillo" da parte del mondo politico e sindacale. Quello che manca invece sono i fatti, di quelli manco l'ombra. Tanto per cominciare i sindacati e i partiti di opposizione dovrebbero battersi con tutte le loro forze, perchè sia ripristinata la legge per la sicurezza sul lavoro voluta dal Governo Prodi (Dlgs 81 del 9 Aprile 2008). Il 3 agosto 2009, nel più assoluto silenzio dei mezzi d'informazione è stato firmato il Dlgs 106/09, un decreto che il Governo Berlusconi chiama "correttivo", parola grossa, perchè non si limita semplicemente a correggere, ma riscrivere metà del Dlgs 81/08. Il Dlgs 106/09 voluto fortemente dal Ministro del Lavoro Sacconi, è un decreto di ben 240 pagine e di 149 articoli: http://www.puntosicuro.info/documenti/documenti/090803_Decreto_legislativo_106_correttivo_81.pdf Alla faccia del decreto correttivo!!! Non vorrei stare a ripetermi, perchè l'ho già detto più di una volta, ma dato che nessuno ne parla mi trovo costretto a farlo. Intanto occorre ricordare che questo decreto "correttivo" riduce le sanzioni a carico dei datori di lavoro, dirigenti e preposti (sanzioni dimezzate), mentre le aumenta per i lavoratori; della "salva manager", che non non è stata cancellata, ma semplicemente riscritta (art 18, comma 3 bis), non in maniera sfacciata come la precedente, ma dando spazio a manovre e cavilli a favore dei manager. Questo Governo ha fatto anche un piccolo condono per il lavoro irregolare (art 14, comma 11 bis): "il provvedimento di sospensione per lavoro irregolare non si applica, nel caso il lavoratore irregolare sia l'unico occupato dell'azienda". Senza contare che per il datore di lavoro che non ottempera al periodo di sospensione per lavoro irregolare, il Governo gli permette di scegliere, se pagare una semplice multa da 2500 a 6400 euro o se essere condannati all'arresto da tre a sei mesi. E pagheranno tutti la multa, ovviamente, anche considerando quanto irrisoria sia quella cifra, rispetto ai profitti ricavati dal lavoro irregolare. Ma su tutte le nefandezze, c'è la possibilità per l'azienda, di redigere il documento di valutazione dei rischi entro 90 giorni dall'inizio dell'attività. Precedentemente la modifica, quel documento, che è la sintesi della valutazione dei rischi infortunistici e per la salute aziendali e la previsione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti, doveva essere redatto prima dell'inizio delle attività, dando perciò alla progettazione della sicurezza un'importanza assoluta. Dal 20 agosto 2009, giorno di entrata in vigore delle modifiche introdotte con il decreto 106/09, la produzione è messa in posizione prioritaria rispetto alla sicurezza dei lavoratori. E forse in questo aspetto è racchiusa tutta la logica delle modiche al decreto 81/08. Di fronte a tutto questo, la patente a punti per le aziende, è solo un contentino. Grazie al Governo Berlusconi gli imprenditori avranno ancora più mano libera, considerando anche che le Asl (cioè gli enti deputi alla stragrande maggioranza dei controlli per la sicurezza sul lavoro) hanno una personale ispettivo ridotto all'osso: se dovessero controllare tutte le aziende che ci sono in Italia, che si stima siano tra i 5 e 6 milioni, ogni azienda riceverebbe un controllo circa ogni 33 anni, praticamente MAI.
* Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza